La Cicceide legittima/I/CCLXXX

Sonetti

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Al Sig. Canonico Santucci, notificandogli la morte di D. Ciccio.

cclxxx.
S
Antucci, ahi che pur troppo invido il Fato

     S’adirò con D. Ciccio, e a terra il mise!
     Quello stame pur troppo al fin recise,
     4Che di pel di C... era filato!
Ma che pro? se col suo ferro spietato
     Così per tempo il traditor l’uccise,
     Io di lui poetando in varie guise
     8Farò sì che rimanga immortalato.
E già su la mia penna al Cielo il porto,
     Già da Lete il sottraggo, e redivivo
     11Il fo tornar da l’Occidente a l’Orto.
Tal pregio intanto a le mie carte ascrivo,
     C’ha più spirito in esse oggi, ch’è morto,
     14Di quel, ch’avesse in se quando fu vivo.