Isaia (Diodati 1821)/capitolo 38

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capitolo 37 capitolo 39

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Malattia e guarigione miracolosa di Ezechia.

38
 IN quel tempo, Ezechia infermò a morte1. E il profeta Isaia, figliuolo di Amos, venne a lui, e gli disse: Il Signore ha detto così: Disponi della tua casa; perciocchè tu sei morto, e non viverai più.

2 Allora Ezechia voltò la faccia verso la parete, e fece orazione al Signore.

3 E disse: Deh! Signore, ricordati ora che io son camminato nel tuo cospetto in verità, e di cuore intiero; ed ho fatto quello che ti è a grado. Ed Ezechia pianse di un gran pianto.

4 Allora la parola del Signore fu indirizzata ad Isaia, dicendo:

5 Va’, e di’ ad Ezechia: Così ha detto il Signore Iddio di Davide, tuo padre: Io ho udita la tua orazione, io ho vedute le tue lagrime; ecco, io aggiungerò quindici anni al tempo della tua vita.

6 E libererò te, e questa città, dalla mano del re degli Assiri; e sarò protettore di questa città.

7 E questo ti sarà, da parte del Signore, il segno ch’egli adempierà questa parola, ch’egli ha pronunziata:

8 Ecco, dice il Signore, io di presente farò ritornar l’ombra dell’orologio, la quale è già discesa nell’orologio dal sole di Achaz, indietro di dieci gradi. E il sole ritornò indietro di dieci gradi, per li gradi, per li quali già era disceso.

Cantico di Ezechia.

Quest’è quel che scrisse Ezechia, re di Giuda, dopo che fu stato infermo, e fu guarito della sua infermità:

10 Io diceva allora che i miei giorni erano ricisi: Io me ne vo alle porte del sepolcro; io son privato del rimanente de’ miei anni.

11 Io diceva: Io non vedrò più il Signore, il Signore, nella terra de’ viventi2; io non riguarderò più alcun uomo Con gli abitanti del mondo.

12 La mia età è passata, ella è andata via, toltami come la tenda di un pastore3; io ho tagliata la mia vita, a guisa di un tessitore; egli mi ha tagliato, mentre io era sol mezzo tessuto; dalla mattina alla sera, tu avrai fatto fine di me.

13 Io faceva conto che infra la mattina egli mi avrebbe fiaccate tutte le ossa, come un leone; dalla mattina alla sera, tu avrai fatto fine di me. 14 Io garriva come la gru, o la rondine; io gemeva come la colomba; i miei occhi erano scemati, riguardando ad alto; io diceva: O Signore, ei mi si fa forza, da’ sicurtà per me.

15 Che dirò io? Conciossiachè egli mi abbia parlato, ed egli stesso abbia operato. Io me ne andrò pian piano tutti gli anni della mia vita A cagion dell’amaritudine dell’anima mia.

16 O Signore, altri vivono oltre a questo numero d’anni; ma in tutti questi, ne’ quali è terminata la vita del mio spirito, tu mi manterrai in sanità ed in vita.

17 Ecco, in tempo di pace, mi è giunta amaritudine amarissima; ma tu hai amata l’anima mia, per trarla fuor della fossa della corruzione; perciocchè tu hai gittati dietro alle tue spalle tutti i miei peccati.

18 Perciocchè il sepolcro non ti celebrerà, la morte non ti loderà; quelli che scendono nella fossa non ispereranno nella tua verità4.

19 I viventi, i viventi saran quelli che ti celebreranno, come io fo al dì d’oggi; il padre farà assapere a’ figliuoli la tua verità.5

20 Il Signore mi salverà, e noi soneremo i miei cantici, tutto il tempo della vita nostra, nella Casa del Signore.

21 Or Isaia avea detto: Piglisi una massa di fichi secchi, e facciasene un impiastro sopra l’ulcera, ed egli guarirà.

22 Ed Ezechia avea detto: Quale è il segno, che io salirò alla Casa del Signore?

Note

  1. Fino al ver. 8: vedi 2 Re 20. 111, e rif.
  2. Sal. 27. 13.
  3. Giob. 7. 6.
  4. Sal. 6. 5; 88. 11; 115. 17.
  5. Deut. 6. 6, 7. Sal. 78. 3, 4.