Il buon cuore - Anno XIII, n. 01 - 3 gennaio 1914/Religione

Religione

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Educazione ed Istruzione Beneficenza

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Religione

Domenica dopo la Natività Testo del Vangelo. Gesù, per impulso dello Spirito, ritornò nella Galilea, e si sparse per tutto il paese la fama di Lui. E insegnava in quelle Sinagoghe, ed era da tutti acclamato. E andò a Nazaret dove era stato alle=ato, ed entrò secondo la sua usanza nella Sinagoga e si alzò per fare la lettura. E gli fu dato il libro del profeta Isaia. E spiegato che ebbe il’libro, trovò quel passo dove era scritto: Lo spirito del Signore sopra di me; per la qual cosa m’ha unto per evangelizzare ai poveri; mi ha manda!o a curare coloro che hanno il cuore contrito, ad annunziare agli schiavi la liberazione, della vista, a rimettere in libert,% gli oppressi, a predicare l’anno accettevole del Signore e il giorno della retribuzione. E ripiegato il libro, lo rese al ministro e si pose a sedere. Ed erano fissi in Lui gli occhi di tutti nella Sinagoga. E principiò a dir loro • Oggi colle vostre orecchie di questa Scrittura avete udito l’adempimento. E tutti lo approvarono e ammiravano le parole di grazia che uscirono dalla sua bocca.

Il Municipio di Milano ha ordinato 200 abbonamenti per distribuire in tutte le scuole i fascicoli dell’ENCICLOPEDIA DEI RAGAZZI.

Pensieri Gesù torna in Galilea per impulso dello Spirito: il suo ritorno non è arbitrario, entra nel disegno [p. 5 modifica]IL BUON CUORE della Provvidenza: Gesù torna in Galilea per ri grandi che continuano il suo apostolato: essi sen spondere alla voce di Dio e così seguire quel piano

tono l’azione di Dio in loro a pro dei fratelli e di divino.

cono semplicemente, umilmente quello che trovano in

Cosi, per impulso dello Spirito, portati da esso, i santi ha sempre operato, operano. Così,• per impulso dello Spirito, non per altro dovremmo operare anche noi. Volgiamo a ciò la no sè stesse... quelli che lo spirito illumina ne restano edificati; gli altri, gli altri proferiscono le ipocrite modestie, il falso pudore che tenta nascondere una creduta propria virtù.

stra meditazione, indaghiamo da quali impulsi, or L’umiltà vera non sa queste circospezioni, essa è

dinariamente, siamo noi spinti all’azione. Dallo spi compagna della semplicità, di una quasi mirabile

rito di Dio o da quello del mondo? Dal desiderio

ingenuità che, a volte, trasfigura un uomo...

di seguire la voce del bene o da quello di secondare gli scatti delle nostre passioni?

Se non sarete come fanciulli non entrerete nel regno de’ Cieli!

Oh, noi dobbiamo arrossire, noi dobbiamo con Questo spirito d’infanzia così caro a Gesù (che

fessare che non lo spirito di Dio ci muove, ma il

non è spirito puerile) non si ritrova nelle piccole vir nostro proprio, tutto affascinato e accecato dalle

tù, e nei piccoli uomini, ma solo negli eroi della

cose della terra. Se non sempre spesso è così; que virtù, della carità, nei grandi di mente e di cuore!

sti sono i nostri peccati.

  • * *

Invece ogni cristiano dovrebbe esser vigile per inabitudine di interrogarlo prima di decidersi ad ope Dalla efficacia potente della sua parola gli ’ascoltatori di Gesù son tratti a indagare l’essere suo.

rare, specialmente quando si tratti di cose gravi, di

«Non è costu il figlio di Giuseppe?» si chiedono

deliberazioni solenni. E allora guardiamo bene di non confondere con la voce di Dio quella del nostro

essi, meravigliando.’ Gesù, passava senza distinguersi per nulla dai sui

proprio io: è difficile ricalcitrare contro il pungolo,

contemporanei,,faceva tutto quel che essi facevano,

ammonisce Paolo, ma è meno difficile mettere al suo

parlava, vestiva, mangiava come essi; nessun segno

posto motivi meno nobili, meno elevati, meno puri,

esteriore da essi lo distingueva.

illudendoci di seguire una chiamata divina. Dobbiamo fare silenzio noi e ’asciare parlare il Signore

Ma la sua grande, unica unione con Dio lo strasfifigura, la sua santità incomparbile s’impone a tutti,

e quand’Egli parla noi lo dobbiamo ascoltare.

e tutti, pur conoscendo la famiglia di Gesù, pur ri tender la voce dello spirito: dovrebbe farsi una pia

«Ho sentito che questo era il mio dovere e mi son

tenendolo fratello loro, loro conterranee, son porta decisa così» diceva un’anima santa, accettando un

ti, sentendolo così superiore ad essi, a non crederlo

compito di sofferenza e di costrinzione... E lo diceva

più simile a loro, a indagare quale mistero di gran con calma solenne, con pace, nel dolore, radiosa...

dezza originaria si celi in Lui...

Tali sicurezze interiori non posson venire che dall’adesione a un volere divino.

Come mi piace la semplice meraviglia espressa dalla frase evangelica: a Non è costui il figlio di’ Giuseppe?» E’ il principio di quell’indagine amo •*

rosa e riverente, che, di secolo in secolo, ha stretto

Gesù opera: all’impulso dello spirito rispode con la sua vita pratica.

è in Lui, e solo in Lui l’uomo trova riposo e rifugio.

Va anche a Nazaret, nella Sinagoga, e là parla li Ma Gesù non è solo il nostro modello. Ogni, cri beramente della sua missione con quella grande fer stiano dovrebbe, nella sua piccola cerchia, rinnova mezza che o avvince o dà scandalo: per ora tutti

re in certo qual modo i prodigi di Gesù, continuare

sono meravigliati di Lui, ma presto, l’ammirazione cederà il posto alla maledizione...

la sua rivelazione, portare il suo spirito nel mondo:

La schiettezza di Gesù si ritrova in tutte le anime

l’umanità intorno a Cristo, intorno al Salvatore. Dio

spirito di carità, di verità; di pietà. Non sono uomini come noi i cristiani? dovrebbero [p. 6 modifica]IL BUON CUORE

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potersi chiedere i mondani... oh, forse, se lo spirito del mondo non avesse tanto preso in noi il posto di quello di Cristo, se noi fossimo meno indegni della nostra vocazione, se la nostra vita corrispondesse ad essa, fOrse, allora, noi saremmo davvero, come Gesù desidera, la luce del mondo e il sole della terra.


Manuale del/’ Eritrea

Per cura della Missione affidata a S. E. Mons. Camillo Carrart, si è pubblicato, coi tipi della Tipografia Francescana all’Asmara, un Manuale d’Istruzione ad uso degli Indigeni.

Il lavoro è dedicato al Marche3:e Galvago Maggi, Governatore dell’...ritrea, che per primo ’ebbe il pensiero di queste pagine come elemento educativo delle varie e disperse tribù della olonia.

Ecco le parole di presentazione del Manuale:

«L’Italia grande e potente tra le nazioni civili d’Europa, nel prender possesso di questa parte dell’Abissinia che porta attualmente il nome di Colonia Eritrea, non ebbe altro scopo che di introdurre tra questi popoli quella rigenerazione morale, civile e deconomica che è fritto della civiltà moderna. Per opera del Governo Italiano queste terre con dannate da secoli alla dimenticanza ed alla sterilità, furono in breve volger di tempo redente e civilizzate! Là dove s’arrampicavano sentieri erti e tortuosi, oggi si svolgono in linea maestosa, superbe strade carrozzabili: i campi che prima erano infecondi per mancanza d icoltura razionale, ora vigoreggiano e danno i più svariati prodotti. Gli angusti e miseri tucul cedono il posto alle bianche e linde casette e fra poco la ferrovia, sublime trovato dell’ingegno umano, metterà in rapida comunicazione le varie tribù della Colonia ed i loro commerci. Ma l’opera benefica del l’Italia verso l’Eritrea non è ancor totalmente compiuta. «Essa vuole che tutti questi fedeli suoi sudditi, escano pe ’sempre dalle tenebre dell’ignoranza e dei

pregiudizi per rivolgere lo sguardo sereno e fiducioso verso i limpidi orizzonti de’lla ci’biétà. Allora le leggi saranno giuste,i costumi miti,’l’unione dei cuori stabili e sicura. Col progredire dell’istruzione pub blica e privata, progrediranno le arti, le industrie ed il commercio e la Colonia Eritrea fino a ieri fanciulla, si mostrerà domani al cospetto delle nazioni civili, donna e ricca: delle più feconde energie produttrici. Questo piccolo manuale scritto col più nobile intento_di istruire ed educare il popolo indigeno della nostra giovane Colonia, non è che il prinzo passo verso una meta’ più alta».