Vite dei filosofi/Libro Secondo/Vita di Archelao

Libro Secondo - Vita di Archelao

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Diogene Laerzio - Vite dei filosofi (III secolo)
Traduzione dal greco di Luigi Lechi (1842)
Libro Secondo - Vita di Archelao
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CAPO IV.


Archelao.


I. Archelao ateniese o milesio, nato, per padre, da Apollodoro, e secondo altri da Midone, fu discepolo d’Anassagora, maestro di Socrate.

II. Primo costui traportò dalla Ionia in Atene la naturale filosofia e fu appellato fisico, anche perchè in lui, introdottasi da Socrate l’etica, finì la naturale filosofia. Sembra per altro che pur l’etica abbia attinto, da che filosofò intorno le leggi e l’onesto e il giusto. Socrate che pigliando da lui l’ebbe aumentata, ne fu tenuto inventore.

III. Affermava, due essere le cagioni della generazione, il caldo e il freddo; e gli animali generarsi dal limo; e il giusto e l’ingiusto essere non da natura, ma per legge. Il suo discorso è questo: l’acqua, dice egli, addensata dal calore, in quanto comprimendosi ha consistenza, formare la terra; in quanto scorre intorno, produrre l’aria; il perchè quella sull’aria mantenersi, questa sul fuoco aggirantesi intorno. Nascere, dice, gli animali dal calore della terra, la quale stillò quasi alimento un limo simile al latte; e così essere fatti anche gli uominiPrimo affermò la voce generarsi dall’aria percossaformarsi il mare ne’ profondi [p. 111 modifica]trapelando dalla terraessere il sole il massimo degli astri; e l’universo infinito.

IV. Vi furono anche tre altri Archelai: il coreografo dei paesi percorsi da Alessandro; quello che poetò sulla duplice natura; e l’altro, oratore, che scrisse dell’arte.

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