Versi di Luigi Plet/Programma dell'Annunziatore
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PROGRAMMA
DELL’ANNUNZIATORE
Giornaletto
CHE L’AUTORE PUBBLICAVA IN VENEZIA
NEL 1850.
Un annunzio importantissimo
D’una grande novità
Al lettore cortesissimo,
4Anzi a tutta la città!
Ma non basta — dev’estendersi
Anche fuori la notizia,
E dovunque ella vuol rendersi
8Accettevole, propizia.
A buon dritto! non è futile
Il progetto; è umanitario!
Tiene in sè quel dolce ed utile
12Proverbial, sì necessario.
Or, su via! chi se lo immagina?
Niun l’imbrocca, ci scommetto!
Dunque legga questa pagina,
16E rifletta a quanto è detto.
Cose mobili ed immobili;
Campi, case, appartamenti
Che si vendono o s’affittano,
20A far paghi i ricorrenti.
Tutt’i posti che rimangono
Non di rado qui vacanti,
O civili od ecclesiastici,
24Per dar norma agli aspiranti.
Quai maestri abbiam di lettere,
Quai di lingue, di disegno;
Quai di ballo, scherma, musica,
28Per qualunque sia l’ingegno.
Color ch’hanno maggior credito
Fra i pittori ritrattisti;
Quei che d’esser i più celebri
32Portan vanto fra gli artisti.
Le più fresche e più pregevoli
Qualità, che il mercatante
Serba in questo od in quel fondaco,
36Delle varie merci e tante.
Cenni d’aste volontarie;
Nuovi appalti; Lotterie;
Ed Avvisi altri, che leggonsi
40Or su i muri, per le vie.
Il Listin; gli Effetti pubblici;
Qual per nascere divario
Sia del nostro cammin ferreo
44Tratto tratto nell’Orario.
Quai più acconci ed economici
Vantar possa il nostro porto,
Sì per merci che per uomini,
48Mezzi varii di trasporto.
In qual sia ramo d’industria
Quai trovato abbian le menti
Collo studio infaticabile
52Qua e colà miglioramenti.
Costumanze di Venezia,
Feste ed altre patrie cose
Ricavate dalle cronache,
56Da notarsi, curïose.
Esattissime effemeridi;
Relazioni di spettacoli;
E virtuosi disponibili,
60Pronti sempre a far miracoli.
Vien provato per più valido
E omogeneo altro specifico?
Son proposte nuove pillole?
64Io qui tosto lo significo.
Chi per caso avesse a perdere
Una spilla, qualche cane,
S’ogg’io qui lo fo partecipo
68Li ricupera dimane.
Ma, direte voi, che diavolo
Ti sei fitto? quale assunto?
Redattor ti vuoi d’un Foglio?
72Redattor d’un Foglio — appunto.
Proseguiamo: Quegli articoli
Ch’esser debbon più lodati,
Come in vero profittevoli,
76Da altri Fogli riportati.
Menzion debite onorifiche
Di color che il mondo acclama;
E tributi necrologici
80Ad estinti di gran fama.
Un articolo archeologico
Al mio Foglio vien proposto?
Quando trattisi di patria,
84Perchè no?! — troverà posto.
E se fosse bïografico
Atto a spander maggior luce?
Purchè illustri un nome veneto.
88Non volete?! — s’introduce.
Poi sentenze filosofiche,
Gran tesoro di sapienza!
E memorie iconologiche
92Dei pittori in assistenza.
Alle volte si rivendica
Qualche italica scoperta,
Perchè in ciò v’hanno degli esteri
96Che ci fanno stare all’erta,
Benchè spesso la lor boria
Sprezzatrice or giunga a tale
Da chiamar il nostro classico
100Stival, semplice stivale.
Finalmente amene lettere —
Ecco aperto un giardinetto
Pien di fiori, tutti indigeni,
104Che sapran recar diletto.
In toscano ed in vernacolo
Prose rare, ignote rime,
Assai spesso sollazzevoli,
108Qualche volta in stil sublime!
Sarà un pozzo inessiccabile;
Ogni dì pozzo ripieno;
Non darà tutto lo scibile,
112Ma, oso dirlo, poco meno.
Potrà fin dai primi Numeri
L’associato aver caparra
Ch’ei non è Giornal che meriti
116Delle acciughe esser zimarra. —
Or dichiaro: in una disputa
Letteraria entrar m’arrischio;
Ma in questioni di politica?!
120Sarei matto! non m’immischio.
Vi par tempo di discendere
Dall’intrinseco al formato?
Ecco tosto: il più a proposito
124Quel di ottavo ho giudicato.
Buona carta... bei caratteri...
Correzion... che più dironne?
Ah sì, capperi! le pagine
128Saran quattro, e a due colonne.
Per sistema inalterabile
Dei periodici ritorni,
Se n’eccettui le domeniche,
132Verrà fuori ogni due giorni.
Discorriam del prezzo? è minimo:
Il suo peso non si sente;
L’ho ristretto in una svanzica
136Sola al mese, ch’è un nïente,
Affinchè non abbia tìtolo
Cajo mai di andar da un altro
Per avere il Foglio a prestito,
140E talora in modo scaltro,
Come avvien spesso — Si sradichi
Sì funesto e brutto vizio!
Eeh! Sempronio lo vuol leggere?
144Vi si associi come Tizio.
Però tutti vorran prenderlo;
Lo sostengo; non ne dubito —
Esso è un Foglio indispensabile;
148Dovrà ognuno accorrer subito.
I Caffè, i ritrovi in genere
Ne potriano restar senza,
E ad un tempo non commettere
152Una massima imprudenza?
Risoluto ho già: la semplice
Città nostra non riguardo;
Io mi estendo a tutto il Veneto
156Per entrare nel Lombardo.
Come caso assai probabile,
Od almen non molto strano,
Por degg’io ch’abbia a ricevermi
160Con buon viso anche Milano.
Procurar a un Foglio simile
Vo’ il passaggio del Ticino —
Oh! mostrar lo posso, io reputo,
164Francamente anche a Torino.
E di andar con esso a Napoli
Non sarei forse padrone?
Girar tutta la penisola?
168Dite un po’: chi mi si oppone?
Molte copie faccio calcolo
Di spacciarne anche a Trieste —
S’io sapessi là raccogliere
172Varie firme, stupireste?
Del Periodico il ricapito
Sicurissimo, maestro,
L’officina è d’Alvisopoli
176In parrocchia San Silvestro.
Ne ritrovi un sussidiario
Presso ognuno de’ librai
Tanto essendo tu a Venezia
180Quanto fuori, se ci vai.
Gran dottrina e poche chiacchiere:
Dal mio Foglio assai s’impara;
Ciascun guardi, e si capaciti
184Ch’io non sono un Dulcamara.