Vera narrazione del massacro di Valtellina/Massacro di Caspano e Traona nel quale restarono morte 11 persone incirca

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Massacro di Caspano e Traona nel quale restarono morte 11 persone incirca
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Ma non passò neanco il Trahonese nella Valtellina di sotto, senza ricevere la sua parte di questa persecuzione col martirio di diverse persone: siccome può vedere il lettore dalla nota seguente.

Giosuè, figliuolo di Ortenzio Malacrida, fu, venendo di Caspano per andare a Bulio, incontrato al ponte di Masino ed avendo, sopra domanda se volesse andare a messa, risposto che no, fu subito ammazzato e gettato nel fiume Masino, d’età d’anni 30.

Il simile avvenne al suo fratello Plinio; costui fu ricercato a Bulio da 25 persone, ed ivi non ritrovato, ma incontrato nel ritornare tra Ardenno e Bulio e ammazzato d’età d’anni 26.

Andrea Paravicino detto del Buio, di Caspano, sarto, si trattenne da’ 9 di Luglio, sino alla venuta delle bandiere Grigione in Valtellina, nascostamente in Caspano, ma dopo la repentina partenza di dette bandiere, scoperto dai suoi terrazzani e parenti, preso e condotto a Morbegno, fu sollecitato di rinunziare alla vera Religione, e abbracciar la Romana; ma lui stando virilmente constante, fu condannato al fuoco e posto mezzo a duoi montoni di legne per indurlo alla rinnegazione. Ma fu tutto indarno. Imperrocché essendo addomandato se fosse Cattolico rispose che tal era; se fosse Cattolico Romano d’oggidì rispose no. Ben è vero, diceva egli, della fede Cattolica Romana antica, quale fu predicata da Santo Paolo: che l’uomo è salvato per grazia, mediante la fede e non per le opere, acciocchè niuno si glorii, ecc. Essendo domandato s’egli credeva il Papa essere il capo della Chiesa, rispose no, imperocché Cristo solo è il Capo della Chiesa, secondo la promessa, io sarò con voi sino al fine del mondo, ecc. E benché fosse prima acceso il fuoco, e dipoi estinto, per ridurlo alla rinnegazione, perseverò tuttavia, e sopportò questa crudel morte con gran costanza alli 15 d’Agosto, d’età d’anni 60.

Giovan Pietro Malaerida, benché fosse di picciolo corpo, fu nondimeno grande nella confessione della verità; in modo che per amore del suo Salvatore patì la morte allegramente d’età d’anni 40. Seguì il suo esempio devotamente Elisabetta, sua moglie, la quale fu uccisa d’età d’anni 38; e di ciò non contenti ma giungendosi inumanità ad inumanità questi manigoldi Erodiani vista una loro figliuolina. di tre anni giacere in una cuna, benchè fosse di bello aspetto, e vedendo questi maligni ch’essa gli facesse vista. gioviale e allegra, che si saria mosso a compassione ogni diamantino cuore, e ciò non ostante la pigliano per li piedi, gettandola contra lì muri e in questo modo inumanamente l’ammazzarono.

Tomaso Maestrello, carpentiere maestro ingegnere molto eccellente in fabbricar mulini ed altri edificii, fu ammazzato in un suo mulino a Melle, d’ età d’anni 80.

Domenico di Pagano, detto Lutero, di Scermelè del Comune di Canvico, nel Traonese, essendo a Morbegno in opera, fu ammazzato a 14 Agosto d’età d’anni 48. Fu seguitato dal suo figliuolo Giacomo d’anni 18, e Pietro suo figliuolo d’anni 15 e da Maria sua sorella, i quali tutti in un giorno, cioè a’ 14 Agosto, furono per la fede Evangelica consacrati a Dio, lor Creatore e Salvatore.