Venezia a Daniele Manin, nel 1866
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VENEZIA A DANIELE MANIN
nel 1866.
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Non dirmi infida, se allegra in dito
Porto l’anello d’altro marito:
Con altro giuro ti son fedele,
4O Danïele.
Vedova piansi, piansi i miei figli,
Piansi i flagelli, piansi gli esigli;
Vuoti i miei porti, frante le vele,
8O Danïele.
Voller da’ sassi rader la storia;
Pegni immortali della mia gloria,
Voller rapirmi volumi e tele,
12O Danïele.
Sovra le tombe d’Emo e Pisani
A risvegliarli battei le mani;
E non udirò le mie querele,
16O Danïele.
Dall’occidente venne un Guerriero;
Era la Croce sul suo cimiero;
Era il suo nome l’Emmanuele,
20O Danïele.
De’ nostri figli pietà lo prese;
L’elmo levossi, sposa mi chiese,
Cangiommi in festa l’ore di fiele,
24O Danïele.
Del Canal grande libero è ’l varco;
Il mio leone veglia in San Marco;
Plaudono i morti da San Michele,
28O Danïele.
Ancor de’ dogi siedo sul trono,
Come il mio mare libera io sono;
Sposa a Vittorio ti son fedele,
32O Danïele.