Utente:Aubrey/Sandbox/9

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Allora, quello che ci serve sarebbe un buon software per appunti.

L'idea è che debba essere simile ad una mappa concettuale, ad un insieme di post-it, per seguire la natura frantumata e variagata del pensiero umano. Nessuno di noi pensa unidimensionalmente, la scrittura non aiuta se non a fissare singoli percorsi, e solitamente è l'ultimo dei passaggi. L'idea è di avere sott'occhio, nella maniera più ordinata possibile, la maggiore quantità di pensieri, autori, frasi che stiamo mescolando e rimuginando fra di noi. Avere una sorta di visione multidimensionale, in modo da poter osservare il caos dall'esterno e poterlo poi controllare.

La mente umana è uno spazio di Hilbert, ma in input ed output funziona come una macchina di Turing. Ad una dimensione soltanto, quella della scrittura. In un certo senso, la nostra mente è una black box, di cui possiamo controllare le entrate e le uscite, ma non il modo in cui funziona, che non conosciamo a fondo.

Il memex, Xanadu, lo stesso World Wide Web sono tentativi di avvicinare una certa fase pratica, reale del pensiero, (appunto, gli input e gli output) ad una fase più tridimensionalke (o pluridimensionale) che si avvicina al mondo quale in realtà è e alla mente quale in realtà possiamo percepire.

Il mondo è per la maggior parte caotico, multidimensionale, analogico, continuo, in una qualche maniera infinito (nel senso di un'evidenza totale che anoi sfugge e sempre sfuggirà). Quasi sempre intederminato, probabilistico: solo in limitatissime isole di stabilità possiamo ritenerlo deterministico, e sempre per approssimazione.

Anche il nostro pensiero (è qui intendo solo quello razionale, conscio) assomiglia al mondo, con isole discrete ed altre analogiche (pensiamo alla flusso, per definizione continuo, sfumato di pensieri razionali, senza star dietro alle emozioni), che segue vari percorsi diversi, che non riesce ad utilizzare la stessa coerenza e razionalità e lo stesso rigore per tutti i singoli e diversi percorsi. Ognuno possiede svariati sistemi mentali interdipendenti che spesso hanno logiche completamente diverse. E la nostra personalità è l'emergenza di una sorta di somma fra le varie logiche dei vari sistemi (formati dalle nostre conoscenze, pregiudizi, sogni, esperienze, emozioni). Riuscire ad essere una persona corente vorrebbe dire provare ad utilizzare la stessa logica per tutti i vari sistemi. Avere uno sguardo comune, che cerca di coniugare punti che sembrano inconiugabili, zone mentali distanti. Che cerca di ricordare la pena e la compassione per le storie del proprio nonno migrante contro i pregiudizi fisiologici contro gli immigrati ubriachi che gli disturbano il sonno; che associa i propri studi sulla complessità della fluidodinamica ai comportamenti delle persone, quasi mai lineari: che perdona agli altri quanto perona a sè stesso. L'ipotesi dimensionale, come mi piace chiamarla, aiuta in tutto questo. Dev'essere un pregiudizio, uno sfondo, un io-penso che abbraccia ogni altro pensiero, un memento che il mondo è sempre più complesso di quanto abbiamo voglia di percepire. Ricordarsi che tutt ha pro e contro, e spesso sono inconoscibili. Forse questo vuol dire lo ying-yang.


Dunque, riprendendo il discorso iniziale, un software per appunti potrebbe/dovrebbe fare due cose:

  • essere simile ad una mappa concettule, permettere una scrittura multidimensionale
  • permettere di sfruttare pienamente un testo, sottolineandolo, evidenziandolo, permettendo note, commenti, tag e qualsiasi altra cosa all'utente venga in mente. Riuscire a collettivizzare queste note sarebbe poi un passaggio in più, (molto 2.0), ma che porterebbe tutto su un altro piano, migliore, più evoluto.

Vogliamo questo per un obiettivo ben preciso: la conoscenza globale ha conosciuto miglioramente inimmaginabili con i nuovi paradigmi che contrassegnano il web 2.0, cioè:

  • l'apertura
  • i processi bottom-up
  • la folksonomy
  • google (ovvero la conoscenza del mondo facilmente accessibile)

Tutto ciò ha portare ad un nuovo stadio della conoscenza globale. La velocità e il numero delle interazioni sono cresciuti esponenzialmente. Seguiamo quasi pedissequamente le leggi di Teilhard de Chardin e di Kurzweil. Ci stiamo complessificando sempre di più, la noosfera si colonizza a ritmi vertigionosi. Su questo credo bisogni puntare molto, sempre di più. Costruire la società della conoscenza, creare infrastrutture (verdi, ecologiche, sostenibili) per trasferire sempre più menti(=persone) nella rete globale. Che a mio parere può ancora essere migliore di quella reale. Che può sfruttare la fisica diversa dei bit rispetto agli atomi. Che rimane (per ora) improntata su valori come la volontarietà, la condivisione, l'apertura, la voglia di conoscenza. Ovviamente c'è molto, moltissimo marcio (pornografia, pedopornografia, traffici illegali di ogni tipo), ma che potrebbe portare miglioramente veramente inimmaginabili. Non perchè dovrà sostituire il mondo reale, nel quale (per fortuna, purtroppo) viviamo e vivremo, ma perchè potrà essere un supporto fondamentale per le interazioni di idee, di conoscenza, di sapere. Un mondo complementare che potrà sfruttare l'intelligenza globale, ad accesso aperto e gratuito (Wikipedia). Conoscere le idee del mondo per renderle attuali ed immanenti nella realtà. (cf. Open hardware, fab lab)

Dunque dividere il mondo in due piani (PRIMO PASSAGGIO)

  • CRESCITA nella noosfera
  • DECRESCITA nel mondo reale. (cf. Latouche)

Il SECONDO PASSAGGIO, quasi completamente concettuale, sarebbe invece riunire il mondo in uno solo. Tutto è uno, infatti, e questo concetto, questo principio di unità, come l'ipotesi dimensionale ci aiuta a capire chi siamo e dove stiamo andando. (cf. Rucker, Florenskij)