Una fera gentil più ch'altra fera
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Questo testo fa parte della raccolta Rime scelte di poeti del secolo XIV/Matteo Frescobaldi
Una fera gentil più ch’altra fera
D’un bosco a pascer in selvaggio loco
Vidi passare e poi fermarsi un poco,
4Candida tutta con sua vista altera.
Faceva invidia al sol ch’alla sua spera
Preso. . . . . . . . .
Nel vago aspetto apparve fiamma e foco:
8Attento io riguardai pur là dov’era.
Poi per vago sentier seguii la traccia,
Misi ai bracchetti, e gittai rete al varco:
11Ma altri cacciatori a simil caccia
Vidi correr con lor saette ed arco,
E seguitarla con più forti braccia.
14Che fia, non so; e pur me ne rammarco.
Dïana, fa’ che ne’ tuoi prati verdi
16Questa candida cerva io non la perdi.
(Pubblicato di sul cod. 3213 vat. da F. Trucchi nel vol. II delle Poesie italiane inedite, ecc.)