Un quadro d'un banchetto

Giuseppe Gioachino Belli

1836 Indice:Sonetti romaneschi IV.djvu sonetti letteratura Un quadro d'un banchetto Intestazione 2 marzo 2025 75% Da definire

Er rifresco der zor Giachemo La festa der Papa
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1836

[p. 411 modifica]

UN QUADRO D’UN BANCHETTO.[1]

     Ve vojjo ariccontà, ssora Pressede,
Un bèr quadro ch’ho vvisto stammatina.
C’era un vecchio sdrajato, e stava a vvede[2]
Co’ un zacco d’occhi[3] a ppassce[4] una vaccina.

     E cc’era puro[5] un giuvenotto a ssede
Co’ un ciufoletto,[6] a ffà una sonatina,
Che in testa e ddar carcaggno d’oggni piede
Je spuntava un par d’ale de gallina.

     Mentre che gguardo... sento un mommorìo:[7]
M’arivorto,[8] e un Ziggnore tosto tosto[9]
Disce: “Chi è sta vacca, core mio?„

     E una siggnora, che jje stava accosto
Lì ppronta pronta j’ha arisposto: “Io.„
E vvoi cosa averéssivo[10] risposto?

24 febbraio 1836.

Note

  1. [Esposto in vendita sopra un banchetto, e rappresentante Io custodita da Argo, nel momento che Mercurio lo addormenta col suono del flauto, per poi ammazzarlo.]
  2. A vedere.
  3. Con una infinità d’occhi.
  4. A pascere.
  5. Pure.
  6. [Zufoletto: il flauto.]
  7. Mormorio.
  8. Mi rivolgo.
  9. Duro duro, serio serio.
  10. Avreste.