Giuseppe Gioachino Belli

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L'impieghi novi Er rifuggio
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1832

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UN PRIVILEGGIO.

     Da cristiano!1 Si mmoro e ppo’ arinasco,
Pregh’Iddio d’arinasce a Rroma mia.
Vamm’a ccerca un paese foravia
Dove se vòti com’a Rroma er fiasco!

     Vamm’a ccerca p’er monno st’aricasco2
De poté ffà un delitto chessesia,3
Eppoi trovà una cchiesa che tte dia
Un bèr càmiscio4 bbianco de damasco.

     L’hai visto a Ssan Giuvanni Decollato
Cuello che ffesce a ppezzi er friggitore,
Come la Compaggnia l’ha llibberato?

     L’hai visto con che ppompa e ccon che onore
Annava in priscissione incoronato,
Come potrebbe annà ll’imperatore?5

Roma, 5 dicembre 1832.

Note

  1. [Come se dicesse: “Te lo giuro, da cristiano!„]
  2. [Ricasco: ciò che si guadagna di più dell’ordinario; incerto.]
  3. [Qualsiasi.]
  4. Càmice: specie di sacco o zimarra.
  5. Fra gli altri privilegi di simil fatta goduti da varie fraternità di Roma, è notabile la prerogativa di cui è investita la compagnia di S. Giovanni Decollato, che è quella che va a tumulare i cadaveri dei giustiziati morti penitenti, dappoichè gl’impenitenti gettansi in una specie di fogna scavata appiè del così detto Muro-torto, avanzo delle antiche costruzioni della Villa Domizia sul Pincio, e formante oggi parte del pomerio romano di Onorio, tra le porte Flaminia e Pinciana. La Compagnia dunque poteva, e potrebbe anche adesso, liberare un malfattore da morte, e menarlo processionalmente con torchio acceso nelle mani, vestito di damasco bianco, e coronato di alloro, in segno di trionfo della misericordia sulla giustizia. [Di parecchie di queste liberazioni abbiamo documenti nelle Giustizie a Roma dell’Ademollo. Ecco, per esempio, un brano d’una lettera d’Avvisi, del 28 luglio 1701: “Avendo permesso Sua Santità alla Compagnia di S. Giovanni decollato della Nazione fiorentina l’osservanza al privilegio di liberare un reo dalla forca, Domenica mattina fu veduta processionalmente et in gran numero portarsi alle carceri a ricevere la gratia del Prigione, quale vestito di porpora con corona di lauro in capo fu condotto alla chiesa suddetta, ove fatte le debite cerimonie di ringratiamento a Dio, lo banchettò per tre giorni; doppo di che fu licentiato con il solito regalo di quel luogo Pio.„]