Tu, che superba vai di ferro armata
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XV
IL PENSIERO DELLA MORTE
Tu, che superba vai di ferro armata,
cruda per atterrar l’umane vite,
né valor forte né beltá pregiata
rendon tue man pietose o meno ardite,
sempremai voracissima e spietata
pascon la fame tua genti infinite
de’ sensi prive, e tu non mai cibata
vibri colpi accanita, apri ferite;
s’al tuo orrendo apparir si suda e trema,
è che ti crede ognun lontana ancora,
e giunta all’improvviso apporti téma.
Ognor t’ho avanti e penso ognor ch’io mora,
onde nel punto di quell’ora estrema
fia men duro il morir, se moro ogn’ora.