Tre libri dell'educatione christiana dei figliuoli/Libro II/Capitolo 80
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Del perdonare le ingiurie, et delle false regole chiamate d’honore. Cap. LXXX.
La perfettione della legge christiana, come altrove si è detto, consiste nella carità, et nello amore di Dio, et del prossimo, et chi ama ha adempito la legge, per tanto gravissimo peccato è l’odio che si porta al prossimo, et fratello nostro, et questa ostinata durezza di non voler rimettere, ne perdonare l’ingiuria ricevuta. Et veramente una delle più alte, et più eccellenti operationi della professione christiana è questa di perdonare a chi ti ha offeso, et amare per amor di Dio, i proprii nimici, talmente che questa virtù è cosa divina, et ci inalza sopra la conditione humana, et ci fa simili à Dio, si come il Salvator nostro diceva in san Matteo, dove lungamente, et con grande efficacia ci eshorta à salir con la sua gratia alla altezza di questo monte, che la nostra corrotta natura tanto abhorrisce, dico alla dilettione de gli inimici. La qual dottrina altissima sigillò in su la croce l’innocentissimo agnello, mentre era maggiormente trafitto da gli acerbissimi dolori, chiedendo perdono al padre eterno per i suoi crucifissori, et offerendo per la salute loro quello istesso immaculato sangue, ch’essi con somma crudeltà, et sceleratezza versavano. Ma il demonio antico, et irreconciliabile inimico di Dio, et dell’huomo, invidioso che l’huomo acquisti cosi nobile corona come esser simile à Dio, anzi desideroso di farlo simile a se medesimo, che quanto egli è, è tutto superbia, ira, odio, et vendetta, ha sopraseminato nel buon seme evangelico la sua pestifera zizania, et ha introdotte nel mondo alcune leggi falsamente chiamate d’honore, et con esse ha talmente inebriati gli animi di molti, che gli ha condotti miserabilmente come bestie al macello à offerire spontaneamente al demonio con la sanguinosa morte de i corpi la eterna perditione delle anime proprie. Hora guai di quei padri che sono ministri, et satelliti del diavolo in procurare la dannatione de i figliuoli, et come à pena sono svolti dalle fasce in vece di insegnar loro il timor di Dio, et la mansuetudine christiana, gli insegnano queste detestabli leggi. et pensano solo di lasciar loro per heredità l’odio implacabile, ch’essi hanno portato ad alcuni che chiamano suoi nemici; a questo fine gli impongono nomi ò sopranomi bizzarri, et conservano nelle case proprie per lungo tempo cose tali, che tenghino viva la memoria delle antiche et già sepulte offese, et con ogni maniera instigano i semplici et miserabili fanciulli a guisa di cagnoli destinati à cacciar lupi, et simili fiere, acciò siano avidi, et sitibondi della carne et del sangue humano. Non cosi farà il nostro buon padre et christiano educatore, ma sotrarrà da gli occhi, et dalle orecchie del fanciullo ogni incitamento d’odio, et di vendetta, non dirà giamai alla presenza del figliuolo quello che alcuni per parere cavalieri d’honore, inconsideratamente e senza esser molestati da alcuni, dicono per una certa vana bravura, io non mi lasciara già mai torcere un capello, se alcuno mi dicesse, o facesse, io gliene pagarei, il tale è un da poco à non risentirsi della tale ingiuria, se colui l’havesse fatta à me io non lo lascerei vivo, io gli cavarei il cuore, il tal’altro ha fatto molto bene à vendicarsi, cosi si deve fare. Queste et simili parole si dicono tutto giorno da alcuni, che si danno anco ad intendere di esser buoni christiani, et per loro diletto, standosi a mensa, ò passeggiando per camera, comettono bene spesso non piccoli peccati, proponendo tante volte di non voler ubidire alla legge di Dio, ma à quella del Diavolo. Et sentite da i figliuoli queste propositioni, come la scabbia del peccato si attacca facilmente, restano loro impresse nell’animo, et se ne ricordano dopo molti anni, et dicono, cosi udì io dire à mio padre; però il nostro padre non dirà egli, et non permetterà che il figliuolo conversi dove altri dica simile dottrina, ma et con fatti, et con parole gli insegnarà tutto il contrario.