Tre libri dell'educatione christiana dei figliuoli/Libro II/Capitolo 56

Libro II - Capitolo 56

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COME SI DEBBINO CELEBRAR CHRISTIANAMENTE I GIORNI DI FESTA.

Chi considerarà bene le parole del precetto divino, intenderà per se stesso come si debbia osservar il giorno di festa, et in quali attioni debbia esrecitarsi l’huomo christiano in quel tempo. Dice Iddio, ricordati di santificare il giorno del sabato; nellaqual voce santificare si dimostra apertamente che la festa è tempo consecrato à Dio, et che in esso ogni nostro studio deve essere principalmente nelle operationi di santità, et di religione, acciò Iddio ci santifichi con la sua santissima gratia, per questo ha ordinato Iddio che il giorno festivo non si lavori, non perche ciò sia male di sua natura, anzi egli stesso ha detto, sei giorni lavorarai, et farai tutte le opere tue, il settimo è festa del Signore Iddio tuo, ma perche la cultura della terra, et gli artifitii mecanici, et le altre occupationi terrene, ci distraggono dall’unirci perfettamente con Dio, et dal sollevar la mente alla consideratione et all’amore delle cose celesti, per tanto nel precetto della santificatione del Sabato, ha prohibito l’operare à gli huomini, et a i giumenti, che sono come instrumenti delle operationi dell’huomo, acciò quel giorno almeno, si potesse dedicare totalmente al culto, et servitio di Dio. Adunque il buon padre inserisca nel tenero animo del fanciullo, et con l’accrescimento de gli anni imprima più saldamente questa opinione, che il tempo del vero guadagno, è il tempo della festa, quando si guadagna la divina gratia, la quale benedice, et prospera tutti i negocii, et tutte le operationi de gli altri giorni, et che per contrario miseri, et infelici guadagni sono quelli, che si fanno contra la legge di Dio, et contra gli ordini della santa Chiesa, per tanto il giorno di festa non astringa giamai i suoi servitori à lavorare, se non forse in alcun caso di necessità permesso da i sacri Canoni. Dimostri anchora, come il giorno della Domenica, et il medesimo intendiamo de gli altri giorni festivi, ci presentiamo avanti à Dio, come à padre, et Signor nostro, che ci ha creati, et redenti, et ci governa continuamente dandoci la vita, la sanità, le sostanze, et ogni bene del corpo, et dell’anima, et per tanto andiamo al tempio santo per eshibirci come servi, et figliuoli obedientissimi, pronti ad ogni suo commandamento, et per ringratiarlo de gli innumerabili benefitii, che ci fa a tutte le hore, et all’incontro per dimandar perdono à sua Maestà, delle molte colpe, et negligenze nostre, che se bene non deve passar giorno alcuno, che non si rendano gratie à Dio, ilquale non cessa mai di farci bene, et similmente ogni giorno debbiamo chiederli perdono de i nostri cotidiani mancamenti, tuttavia con maggior attentione, et affetto, et più di proposito, debbiamo farlo il giorno consecrato al Signore con lo spirito della santa Chiesa madre nostra, la quale all’hora particularmente ci invita, raccogliendoci tutti insieme in uno spirito di carità, et senza dubbio l’unione de i fideli, congregati nel nome di Dio nel tempio santo, ha non mediocre efficacia di riscaldar gli animi nostri alla divotione, mentre il sacerdote santo, come ministro publico, offerisce in nome di tutto il popolo il sacrifitio della messa.

Et perche l’udir la Messa è uno de gli oblighi principali della festa, il quale molti adempiono tepidamente, et stanno in modo presenti à quella gravissima operatione che poco, ò niente pare che intendano quello che quivi si tratti, per tanto reputo necessario il trattenermi alquanto in questo proposito, acciò che il nostro fanciullo sia bene instrutto della creanza christiana, con la quale si deve entrare, et stare nella Chiesa Santa, et assistere alla Messa, et à gli altri divini offitii. Et ricordandomi di quello che ho promesso in altro luogo, non mi guardarò di descendere a cose minute, purche io pensi che possino recar giovamento, alla educatione christiana de i nostri fanciulli.