Tre libri dell'educatione christiana dei figliuoli/Libro II/Capitolo 36
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Della riverenza verso l’angelo custode. Cap. XXXVI.
Si deve anchora instruir il fanciullo, à portar riverenza a i santi Angeli, et spetialmente al suo Angelo custode, riconoscendo la cura grande che Iddio hà di noi, et quanto all’anima, et quanto al corpo anchora, poi che a ciascuno di noi quantunque di bassissimo stato, hà dato per guardia un Angelo, creatura nobilissima, che sempre vede la faccia di Dio, et nondimeno non manca di haver sempre cura dell’huomo. Et però avvezzisi il fanciullo à raccomandarsi al suo angelo custode, per cui la santa Chiesa hà fatto una breve, et particular oratione; creda che l’Angelo suo non l’abandona mai che lo difende da infiniti pericoli per voluntà di Dio, et per lo amor che gli porta, che rappresenta le sue orationi à Dio, et che prega per lui, che si rallegra quando egli è virtuoso, et buono, et per contrario si attrista, quando egli è disobediente, et meno sollecito nelle opere della virtù. Et che l’Angelo essendo beatissimo in Cielo, altro non desidera che condurre anchor lui a quella beata gloria. Con queste, et altre simili eshortationi, et esempii anchora, che facilmente si ritrovano, et nelle divine scritture, et nelle vite de i santi, di grandissimi benefitii che Iddio ci fa per mezzo de gli angeli si riduca il fanciullo a riamar l’angelo suo, et a riverirlo, per modo tale, che quando è anco solo, et nascosto à gli occhi humani, habbia verecundia, et rispetto de la presenza dell’angelo suo custode.
Et per dar fine à questa materia, diciamo che oltra l’honore debito verso tutti i santi è anchor molto bene haverne alcuno in particulare divotione, et specialmente quello di cui il fanciullo porta il nome, che se la prudenza humana pur troppo ci insegna, à procurar mezzi idonei, per haver entratura nella gratia di alcun gran Prencipe, et meritamente honoriamo, et ci raccomandiamo a i suoi favoriti, molto più debbiamo far questo verso i santi, acciò ci introduchino à Dio, et ci riportino co’l favore, et con la gratia che ottengono appresso sua Maestà, l’effetto delle nostre petitioni.