Tre libri dell'educatione christiana dei figliuoli/Libro II/Capitolo 24
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Della penitenza overo confessione. Cap. XXIV.
Molte sono le infirmità, allequali come ciascun sa per esperienza, questo nostro corpo fragile, et corruttibile è sottoposto, ma molte più, et molto più gravi sono quelle dell’anima, la cui sustanza è troppo più nobile, et delicata. Sono le malattie dell’anima le disordinate passioni, et gli affetti nostri sfrenati, et in somma i molti peccati, ne i quali à tutte le hore in mille maniere trabocchiamo. Per tanto se siamo diligenti, et solleciti circa la cura di questo caduco corpo, che irreparabilmente va di continuo morendo, molto maggior sollecitudine dovremo usar per l’anima, la quale è di natura eterna, et è la più eccellente, et la più importante portione di noi medesimi.
Hora la medicina spirituale dell’anima, è il sacramento santo della penitenza, overo confessione, dove la virtù et efficacia del sangue di Christo, ci è applicata talmente, che l’anima la qual prima era morta per il peccato, ricupera la vita della gratia; cosa che niuna medicina humana può fare nella morte del corpo. Et se pur l’anima non fosse morta per il peccato mortale, che è quello che spiritualmente l’uccide, ma solamente si ritrovasse languida, et debole, per le spesse punture delle colpe minori, et cotidiane, che veniali si chiamano, riceve in questo sacramento sanità, et acquista insieme vigore, et fortezza di spirito, per poter fare maggior resistenza alle tentationi, et esser più lontana da i pericoli di peccar mortalmente; conciosia che la confessione santa, non solamente è medicina curativa, che ci rende la perduta sanità dell’huomo interiore, ma anchora ha virtù preservativa, per la quale l’anima si conserva, et persevera per la divina gratia a non cader facilmente nel peccato. Et per tanto cosi come a quelli che sono caduti nel peccato mortale, non ci è altro rimedio di salute, che il sacramento della penitenza, cosi a gli altri è sommamente utile, et fruttuosa; conciosia che i peccati veniali, anchor che non privino l’anima della vita della gratia, come i mortali fanno, nondimeno la indeboliscono, et raffreddano il fervore della divotione, et a poco a poco dopo molte piccole percosse, si viene a contrahere una tale indispositione, che sopravenendo una tentatione alquanto gagliarda, l’anima è gettata per terra miserabilmente; per il che poco prudenti sono coloro, che non fanno stima delle colpe, et cadute men gravi, a i quali avviene quello che il Savio dice, Chi disprezza le cose minime a poco, a poco fa gran caduta. Et è maraviglia il veder come questi medesimi nelle cose temporali, et di carne, sentono diversissimamente, conciosia cosa che quanto alla robba, non solo fuggono le grandi perdite, ma anchora le piccole; et quanto al corpo non solo si guardano dalle ferite mortali, ma da qual si voglia leggiera piaga, et è cosa naturale il fuggire non solo la total distruttione di questo composto, et l’esser privati d’un membro principale, come d’un occhio, ò d’un braccio, ma non è alcuno che volontariamente elegga di perdere pure l’estrema parte d’un dito piccolo, solo della salute, et integrità dell’anima sono gli huomini prodighi.