Trattato della neve e del bere fresco/Dedica

Trattato della neve e del bere fresco

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Trattato della neve e del bere fresco
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ALLA SANTITA

DI NOSTRO SIGNORE



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NCORCHE BEAtiſsimo Padre, l’origine, la qualità, & gl’effetti della Neue, paino eſſere di coſa nota, & chiara ad ognuno, non perciò tutti s’accordano, che l’vſo d’eſſa per bere freſco, & adoperarla ſopra le frutte, ſia di giouamento, ó nocumento, a’ corpi noſtri. Di che hauendon’io raccolto vn trattato del Medico Monardo di Siuiglia, & ridottolo dalla lingua Spagnuola nella noſtra Italiana, dove deſcriuendoſi ogni circunſtanza neceſſaria à tal propoſito, ho ſperanza non le debbia esser diſcaro, anzi che tanto piu lo habbia da gradire, quanto che glie l’appreſento per conſiglio dell’Arciueſcouo Marini Bo. Me. il quale nel viaggio ch’io feci ſeco di Spagna, & di Portogallo, doue andò per comandamento di V. Beatitudine

[p. vi modifica] m’eſortò, & m’impoſe à ridurlo in queſta lingua, & porlo ſi come faccio a ſuoi Santiſsimi Piedi: Supplicandola à riceuere non il dono per ſe, ma l’affetto del cuor mio, che N. S. Iddio li doni lunghiſsima vita. Di Roma alli XV. d’Agosto MDLXXIIII.


Di V. Santità


Humiliß. & Deuotiß. Ser.


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ALLA SANTITA

DI NOSTRO SIGNORE



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NCORCHE BEAtissimo Padre, l’origine, la qualità, et gl’effetti della Neve, paino essere di cosa nota, et chiara ad ognuno, non perciò tutti s’accordano, che l’uso d’essa per bere fresco, et adoperarla sopra le frutte, sia di giovamento, ó nocumento, a’ corpi nostri. Di che havendon’io raccolto un trattato del Medico Monardo di Siviglia, et ridottolo dalla lingua Spagnuola nella nostra Italiana, dove descrivendosi ogni circunstanza necessaria à tal proposito, ho speranza non le debbia esser discaro, anzi che tanto piu lo habbia da gradire, quanto che glie l’appresento per consiglio dell’Arcivescovo Marini Bo. Me. il quale nel viaggio ch’io feci seco di Spagna, et di Portogallo, dove andò per comandamento di V. Beatitudine

[p. vi modifica] m’esortò, et m’impose à ridurlo in questa lingua, et porlo si come faccio a suoi Santissimi Piedi: Supplicandola à ricevere non il dono per se, ma l’affetto del cuor mio, che N. S. Iddio li doni lunghissima vita. Di Roma alli XV. d’Agosto MDLXXIIII.


Di V. Santità


Humiliss. et Devotiss. Ser.