Traduzioni e riduzioni/Dall'Iliade/Il cavallo che parla
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il cavallo che parla
Di sotto il giogo gli disse il cavallo dai piedi di nembo,
Sauro, e la testa chinò, cosicchè scivolandogli tutta
dal sottogola pel giogo alla terra giungea la criniera:
Hera gli diede il parlare, la dea dalle braccia di luce:
“Sì, questa volta puranco te salvo trarremo, o feroce,
ma t’è da presso già il dì della morte; nè in colpa noi teco
siamo ma un dio ch’è grande, e la dea del destino, ch’è forte.
Nè per la nostra lentezza nè fu per la nostra gravezza,
ch’alle due spalle di Patroclo presero l’armi i Troiani;
ma quel miglior degli dei, ma quel figlio di Leto chiomata
fuor della fila l’uccise e ad Ettore il pregio ne diede.
Oh! che noi due correremo col soffio di Zefiro a prova,
cui il più rapido dicono sia! ma te pure, te pure
è destinato che un dio con un uomo ti dòmini a forza„.
Mentre diceva, l’Erinni gli rupper l’umana parola.