Testamento di Pasquale Paoli

Pasquale Paoli

1805 Testamenti letteratura Testamento di Pasquale Paoli Intestazione 30 luglio 2019 75% Da definire


Avanzato assai negli anni, ma in buona salute e in mente chiara, ho risoluto in dichiarare in lingua italiana l'ultima mia volontà, per la più sicura intelligenza de'miei eredi, da servire da testamento o codicillo di quello che dettai in lingua inglese, nell'ultima mia malattia, li tre aprile mille otto cento quattro, apr. 3.1804, nel quale nominai per miei legataj ed esecutori testamentarj S. Carlo Pierponts, Lord Visconti Newark, il Rev. dottor Burnaby di Gienwal... quale testamento conformo anullandone ogn'altro antecedentemente fatto, e confermo altresì la nomina delli sudetti miei esecutori testamentari.

Accadendo la mia morte in Londra, desidero che il mio cadavere sia depositato nella chiesa o cappella di S.Pancrazio, dove perlo più sono queo stranieri della mia comunione seppelliti. Ivi desidero che sia condotto decentemente, ma senza ostentazione di spesa o apparato, all'imbrunir della notte, in una ersa seguita dalla mia carrozza e da quella di alcuno de'miei esecutori testamentarj. La cassa nella quale sarò posto sia semplice, e vorrei che fosse conservata in qualche volta per evitare la curiosità di qualche chirurgo non la facesse rubare per farne anatomia.

Lascio miei eredi di quel ch'io possedei in Corsica in beni stabiliti, lasciati per connivenza in mano di altri e d'ogni pretenzione per crediti e somme devutemi, li discendenti delle mie nipoti ex sorore Felice Antonia Leonetti, Maddalena e Maria di lei sorella, questa che fu moglie del sig. Pasquale Fondacci di Santa Riparata, l'altra che fu moglie del fù Giov. Batt. Leoni di Palasca, ambi della provincia di Balagna da dividersi, fra loro a porizioni eguali, per stirpe e non per capita:

Ricevendo essi li stabili in buona fede stabiliti da altri, e li crediti e somme dovutemi, non dovranno recarsi nè frutti nè interessi decorsi. Tutti il danaro che alla mia morte sarà ritrovato presso di me o in mano de'miei banchieri, li signori Drumonds de Charwing Croze, o nel banco o in alcun altro de'fondi pubblici di questa nazione, sarà confidato alli miei amministratori legatarj, perchè dopo le spese del mio interramento e la soddisfazione di qualche debito che vi fosse, e la confermazione del mio testamento, ne facciono la distribuzione nel modo seguente - Lascio al capitan Filippo Masseria ducento lire sterline; alle figlie del sig. Poggi, Maria Luisa e Elisabetta cinquanta lire per ciascheduna. Voglio che sia restituito al sig. Francesco Sacres la polizza che mi fece per cinque cinto lire sterline che gli prestai; anzi in contrasegno di gratitudine per le attenzioni che ci ha sempre avute per me, lascio al sig. Tiberio Cavallo, cinquanta lire sterline, e alli signori Polidori Passanti...

La mia mobiglia di casa e di vini saranno divisi per egual porzione fra i miei domestici corsi: Giacomo Orsi, Giov. Battista Grazianie Giuseppe Ciaccaldi, eccetto dodici cocchiare d'argento ed altrettanti coltelli e forchette compagne a richiesta e scelta del sig. Francesco Pietri, il quale potrà anche scegliere fra i miei libri che piaceranno. Lascio a Giacom'Orsi cinque cento lire sterline: esso per venire al mio servizio, lasciò il commercio nel quale profittava ed una professione nella quale si avvantaggiava; lascio a Giov. Bat. Graziani ducento cinquanta lire sterline per l'affezzione e fedeltà colla quale mi ha servito, e cento ne saranno date a Giuseppe Ciaccaldi, cinquanta le ha avute per accomodarsi nella casa che prese in affitto: agli altri domestici che saranno al mio servizio al tempo della mia morte, lascio un'annata intiera de'loro salarj respettivi per ciascheduno.

Desidero che siano confidate a Giacomo Orsi trecento cinquanta lire sterline perchè ne consegni in Corsica cinquanta per una alle tre famiglie discendenti del fù Ludovico Giudicelli di Morosaglia, e cinquanta per una alle tre famiglie discendenti dalle due figlie della fù Maria Baldassarri di Pastoreccia di Rostino. Altre ducento lire gli saranno consegnate perchè al suo ritorno in Corsica o quanto più presto può, egli le rimetta al sig. Ambrogio Franceschetti, per ricordo alla sua affezzione alla memoria del padre che fu marito di mia sorella Maria Francesca. Li miei amministratori avranno altresì in deposito cento novanta lire sterline già in spettanza del V. Francesco Frediani, da me ricevuto in conto della sua pensione da questo Governo, per rimettergliele a di lei richiesta. Lascio parimenti in deposito alli miei amministratori settanta lire sterline da servire per mantenimento del figlio del fù Giacomo Pietro Ciavaldini alla scuola per due anni.

Lascio cinquanta lire annue per il mantenimento di un'abile maestro, che nel paese di Morosaglia, luoco di mezzo della pieve di Rostino, insegni a ben leggere e scrivere secondo il più approvato e normale e l'aritmetica alli giovanetti di detta pieve, ed agl'altri che vorranno profittare di tale stabilimento.

Avendo desiderato che fosse dal Governo riaperta una scuola pubblica in Corte, luogo di mezzo per la maggior parte della popolazione dell'isola, lascio ducento lire sterline annue per salario di quattro professori, il primo perchè insegni teologia naturale ed i principj di evidenza naturale della religione cristiana; il secondo la etica ed il dritto delle genti; il terzo i principj della filosofia naturale, ed il quarto, gli elementi della matematica.

In caso poi che questa scuola in Corte non potesse aver luogo, fermo nel proposito di contribuire all'istruzzione de'miei nazionali, lascio ducento cinquanta lire sterline annue per mantenimento di cinque allunni in alcuna delle migliori università del continente. Due dovranno essere scelti nel dipartimento di Golo, due di quello di Liamone e nei paesi dell'interiore, quelli de'luoghi di mare dove il commercio fornisce più commodi, non avendo bisogno di questo gratuito soccorso. Il quinto sarà della pieve di Rostino: questo sarà eletto a voto secreto de'parocchi e municipali della Pieve. Gli altri quattro saranno nominati nelle adunanze generali de'rispettivi Dipartimenti. Questi alunni da eleggersi non dovranno essere minori di quindici anni nè maggiori di sedici: resteranno cinque anni alla università, ed avranno per ciascheduno cinquanta lire all'anno.

Dopo di aver assicurato questi legati, li miei amministratori, rimetteranno alli miei eredi li sopra nominati, discendenti dalle mie nepoti ex sorore quel danaro che sarà trovato presso di me o in mano de mieie banchieri li signori Drumonds o in alcun altro de fondi pubblici di questa nazione da dividersi frà loro a porzione uguale per stirpe e non per capita. Sulla porzione che toccherà alli discendenti della fù Maddalena mia nepote, cinque mila franchi saranno prelevati per l'unica di lei figlia, se è vivente nella mia morte, ed altrettanti per ciascuna, se è sopravivente, delle due figlia di Maria Fondacci mia nopate.

Londra, li 23 Novembre 1804

Pasquale de Paoli


3° Memorandum per li miei esecutori testamentarj.
Del danaro che si troverà di mia spettanza alla mia morte, fra gli altri legati o donativi voglio che ducento lire sterline ne siano date al signor Ambroggio Franceschetti, figlio del fù mio cognato, come una grata memoria della generosità del Padre: cento cinquanta lire sterline alle tre famiglie discendenti del fù Lodovico Giudicelli da partirsi per ugual porzione e cento lire alli discendenti delle due figlie della Maria Baldassari, mai nepote, cinquanta lire per famiglia.

Londra, 16 Marzo 1805. Pasquale de Paoli