Teatro Historico di Velletri/Persone Insigni della Fameglia Ottavia

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Antichi Frammenti ritrovati in Velletri Arme della Città
Persone Insigni della Fameglia Ottavia.
Cap. XII.


Hò à sufficienza di sopra provata la descendenza della nobilissima, et Imperial Fameglia Ottavia da Velletri, perciò in questo luogo non intendo di registrare, che quelle persone, quali originate da Prosapia cosi degna hanno apportato splendore al Mondo et alla Patria con li loro chiari gesti, e con le Cariche honorevoli ottenute, et eggregiamente essercitate.

Trà primi, e principali di questa Fameglia (perche non si puol havere distinto raguaglio di quelli, che, prima, e doppo di Tarquinio Prisco V. Rè de' Romani fin'à Tarquinio Superbo furono di preggio, e stima) registrarò Mamilio Ottavio, che dal medesimo Rè Superbo fù così stimato, che riputò cosa honorevole apparentar seco, e li diede la sua figlia per moglie. Questo fù huomo di tanta autorità, e così potente, che, oltre alla guerra de' Latini, e de' Sabini, concitò contro Romani trenta Popoli, come di sopra si è detto per parere di Fenestella; fù poi in guerra, in difesa del suo suocero Tarquinio ucciso da Tito Herminio vicino al Lago Regillo, così registra Livio.

Caio Rufo Ottavio, Principio, et Origine della divisione di questa Fameglia, in Geni, et in Caij, così riferisce Svetonio. Questo fù il primo eletto ad Officij di Magistrato, perche fù Questore, ne altro di lui si trova. Primus ex hac Magistratum, Populi suffragio, cœpit C. Rufus. Is Quæstorius Cn. et C. procreavit, à quibus duplex Octaviorum Familia defluxit, conditione diversa.

Un'Altro Ottavio registra l'istesso Tranquillo, ma di lui tace il nome, et il tempo, narrando solamente il suo alto valore, che sacrificando nel Tempio di Marte, sentendo l'arrivo de' nemici à danno della nostra Città, lasciò imperfetto il Sacrificio, e la vittima, s'oppose all'essercito assalitore, e ne riportò gloriosa vittoria, Nunciata repentè hostis incursione, semicruda exta rapta foco prosecuit, atquè ita Prœlium ingressus victor rediit; per lo che fù decretato, che per sempre alla Fameglia Ottavia si dassero gl'avanzi delle vittime di Marte.

Gneo Ottavio Figliolo del sopradetto, fù Questore di Provincia con Marco Giunio nel DXLI. Anno della fondatione di Roma, fù Proquestore con Lucio Cornelio; Tribuno della Plebe con Quinto Luttatio; Edile della Plebe con Spurio Lucretio; Pretore della Sardegna; Propretore e Proquestore più Anni dell'istessa Provincia per la Squadra, che conduceva, della quale fù fatto Ammiraglio, se bene poi gionto in Sicilia consegnò la sua armata a Gneo Cornelio Console. Fece preda di ottanta Navi cariche di viveri, ch'andavano per servitio d'Anibale; fù Propretore in Africa assieme con Publio Cornelio.

Gneo Ottavio nel DLXXXV., fù Pretore della Macedonia, e Prefetto dell'Armata Navale, essendo Consoli Lucio Emilio Paolo, e C. Licinio Grasso; fù destinato ancora in Puglia, ma poi andò con L. Emilio in Grecia dove s'affatigò valorosamente con l'acquisto di molte vittorie; fù Questore di Provincia assieme con Lucio Anicio, e poco doppo dechiarato Propretore, e Proquestore in Puglia; fù Edile Qurule. Era intendente di Lingua Greca, onde, mentre il Console Emilio parlava con il Rè Perseo, egli era l'Interprete. Prima era stato Ambasciatore assieme con C. Popilio in Grecia, con ordine di publicare, che nesuna Città contribuir dovesse cosa alcuna à Ministri Romani in quelle parti per la guerra, se non quanto havesse deliberato il Senato. Trionfò finalmente per detto Rè Perseo, per la vittoria Navale, havendo pigliate molte Città principali, e particolarmente Melibea alle radici del Monte Ossa, verso la Tessaglia. Di quell'Ottavio, penso dicesse Giovenale,

Thessaliæ Campis Octavius abstulit udo
Cædibus assiduis gladio

Questo hebbe l'honore delle Cose Sacre, perche fù uno de' dieci deputati à tal ministero. Gli fù alzata la statua, per lo che disse Cicerone, Cn. Octavii clari, et magnifici viri, qui primus in eam Familiam, quæ postea viris fortissimis floruit, attulit Consulatum, Statuam vidimus in Rostris. Fù Console con Tito Manlio, e di lui narra l'istesso Cicerone, ch'edificasse un superbo Palazzo, che poi li fù dimolito, et abbrugiato da Scauro, Cn. Ocatvio, qui primus ex illa Familia Consul factus est, honori fuisse accepimus, quod præclarum ædificasset sibi in Palatio, et plenam dignitatis Domum, hanc Scaurus demolitus, accensionem adiunxit Ædibus. Sesto Pompeo da' nome à detto edificio di Portico, fabricato vicino al Teatro di Pompeo, ch'essendo stato abbrugiato, fù ristaurato da Ottaviano Augusto, Fecit Porticum iuxta Theatrum Pompei, quam combustam resiciendam curavit Cæsar Augustus. Questo Octavio introdusse lo Squaro Marino in questi nostri mari vicini, portandolo di lontane parti, così scrive Macrobio, Nam Octavius Præfectus Classis sciens Sebarum adeò Italicis Litibus ignotum, ut nec nomen latinum eius Piscis habemus, incredibilem Sebarorum multitudinem, in variis Navibus huc aduectam, inter Hostiam, et Campania Litus in mare sparsit.

Gneo Ottavio figlio dell'accennato Console, fù nell'Anno DCIX. Questore di Provincia con Tito Annio; Tribuno della Plebe insieme con Spurio Lucretio; Pretore Urbano con Lucio Anconio; Pretore di Provincia con Caio Antonio; Propretore con l'istesso; Propretore in Francia, e finalmente fù Console con Tito Annio.

Gneo Ottavio con soprannome di Rufo, figlio del detto Gneo, nel DCXLVI. fù Questore con Lucio Cornelio; Tribuno della Plebe con Lucio Rubino; Edile della Plebe con Tito Cicereio; di nuovo Questore con Lucio Vslerio; Pretore di Provincia con Sesto Giulio; Pretore con Marco Portio; Pretore con Aulo Plautio; e finalmente Console con Cornelio Cinna. Questo Ottavio viene stimato da Velleio Patercolo per persona d'animo piacevole, benche acerrimo propugnatore contro il suo Collega, che lo scacciò di Roma, non che dal suo officio. Lucio Floro apporta di ciò la raggione, e dice, Cornelius Cinna, cum perniciosas Leges per vim ferret, pulsus Urbe à Gneo Octavio Collega1. Fù questa una grandissima contesa, perchè Ottavio come persona più saggia haveva il seguito de' Nobili Vecchi, e Cinna de' Giovani; succede' in luogo di Cinna nel Consolato Lucio Merula Flemendiale, et egli se n'andò à ritrovar Mario, dal quale aiutato con molti della fattione contraria entrò in Roma per far vendetta d'Ottavio, il quale, benche consigliato da' suoi più cari, à fuggir sollecito l'impeto de' nemici volse protervo star saldo alla difesa, ma alla fine fù crudelmente ucciso, e da Censorino parteggiano di Cinna gli fù levato il Capo dal busto, et appeso ne' Rostri, tanto registra Appiano Alessandrino, Is autem professus numquam se Urbem deferturum, dum Consul esset, in medio Ianiculi constipatus, perstans cum illustrioribus, etc. Tunc Censorinus, Capite abscisso, ad Cinnam detulit, quod in Foro, ante Rostra affixum pependit. Quanto fosse valoroso il nostro Ottavio, lo notò Lucio Floro, che nel libro 80 scrive ch'egli scacciasse dal Gianicolo Mario, Cinna, Carbone e Sertorio con tutti li loro seguaci; e perciò dalli medesimi fù saccheggiato Anzo, Aricia, e Lavinio; sicome per la morte di lui, e di molti altri Nobili, Roma fù data in preda in quella guisa appunto, che se fosse stata presa per guerra da' crudi nemici. Non posso fare in questo luogo di non maravigliarmi di Giulio Essuperantio, che chiamò questo nostro Ottavio con nome di Satellite di Silla, dicendo, Atquè Octavium Sillæ satellitem suspensum necaverunt2; mentre il Paterculo lo chiamò d'animo benigno, e piacevole, dicendo, Octavius vir lenissimi animi iussit Cinnæ interfedtus est3. E se l'Essuperantio havesse considerata la caggione della resistenza, e costanza d'Ottavio, ch'era per la Giustitia, e per la Republica, forse non haverebbe senza raggione macchiato il nome d'una persona cosi illustre.

Marco Ottavio Cecinna fù Tribuno della Plebe con Tiberio Gracco nel DC.XIV. per tre Anni continovi; fù Edile della Plebe con C.Fannio; Questore con Gn.Domitio; Questore di Provincia con l'istesso Fannio, e Propretore con Tito Iuventio. Questo, perche s'oppose al Gracco suo Collega nel publicar la Legge Agraria; fù deposto dall'officio di Tribuno, onde vedendo tutta la Plebe concitata contro di se, secretamente se ne fuggi di Roma, Octavius igitur quamprimum Tribunatu eiectus, clanculum aufugit, dice Appiano. Se bene Gracco poco doppo, perche si concitò addosso l'ira de' Nobili, fù ucciso nel Capitolio.

Gneo Ottavio, questo nel Cons. DCLI. fù Proquestore con Lucio Giunio; Tribuno della Plebe con C.Geminio, e poi Edile della Plebe con Marco Portio. Mi persuado, che sia quello, che fù Capo degl'Ambasciatori destinati per la Grecia, e furono Tito Quintio, Gn. Servilio, e Publio Giulio, così dice Appiano Alessandrino; e Plinio narra, che havendo Ottavio esposta l'Ambasciata ad Anthioco Rè, lo costrinse in un Circolo à dar la resposta, prima, che da quel luogo partisse. Fù finalmente questo Ottavio da un tal Leptino in Laodicea, dentro un Ginnasio miserabilmente ucciso, e poi sepolto da Lisia, per l'uccisione, che fù fatta, degl'Elefanti4. Quo spectaculo commotus quidam in Laodici Urbe Leptinus Cn. Octavium Legatorum Principem deprehensum instra Gymnasium occidit, quem deindè Lysias sepulchro dedit. Giulio Ossequente è di senso, che Lisia fosse stata la caggione di tanta crudeltà, dicendo, Cn. Octavius Legatus in Siria per Lysiam Tutorem Anthiochi puer in Gymnasio occisus, P. Scipione, et Cn. Marcio Consulibus; per il che risolverono li Romani di farne crudelissima vendetta.

Marco Ottavio Figliuolo di Gneo, fù nel DCXXX. Proquestore; credo di questo volesse intendere Marco Celio, quando scrisse à Cicerone per la pretensione d'un Officio in Magistrato, chiamandola Persona Nobile, dicendo, Incidi in competitorem nobilem.

Marco Ottavio, cognominato Ligure, di cui parlando Cicerone, lo chiamò Senator ornatisimus. Fù Pretore, e Questore di Provincia con Lucio Giunio; Tribuno della Plebe con C.Licinio; e Proquestore con Lucio Ottavio Balbo nell'Anno di Roma DCLXVIII. Un'altro Marco Ottavio nipote del primo, fù Questore di Provincia; Edile Curule, e nel DCLXXII fù Tribuno della Plebe con Lucio Ottavio Ligure.

Gn. Ottavio Figlio del primo Marco, che contendè con Tiberio Gracco; fù nel DCLXI. Questore di Provincia con Lucio Domitio, Proquestore con l'stesso; Tribuno della Plebe con Aulo Sempronio; Pretore di Provincia con Marco Minutio, e finalmente fù Console nel DCLXXVII. con Caio Scribonio. Questo Ottavio fù Nipote d'un Caio, ma non hò potuto trovare, che gradi egli habbia havuto, cosi registra il Grellio5 per parer di Verrio Flacco, Verrius Flaccus Consules edit Cn. Octavium M. Fil. C.Nep. et C.Scribonium Curionem; l'istesso dicono altri Autori ancora. Di questo disse Cicerone Illum mallem levares, quo optimum, atquè humanissimum virum Cn. Octavium Marci Filium familiarem meum confici vidi.

Lucio Ottavio Fratello di Gneo Ottavio Console ucciso da Cinna, questo nel DCLXII. fù Questore di Provincia con C. Calpurnio; Tribuno della Plebe con Marco Minutio; e doppo Questore di nuovo con l'istesso Calpurnio. Lucio Ottavio Figlio di Gneo, Nipote di Gneo, cognominato Balbo, Cicerone dice, che fosse Senatore, e perito nelle Leggi, fù nel DCLXVII. Questore di Provincia con Marco Canuleio, Proquestore con Marco Ottavio, Tribuno della Plebe con Marco Giunio; Edile della Plebe con Marco Cestio; e finalmente fù Console nel DCLXXVII. con C.Aurelio Cotta. Questo fù Nipote di quello Gneo, che fù Console con Tito Annio.
Un'altro Lucio Ottavio cognominato Ligure (credo sia Figlio di quel Marco, detto ancor'egli Ligure) fù Tribuno della Plebe con Marco Ottavio nel DCLXXII. fù Pretore Urbano con Lucio Furio. Di questo penso che fosse Figlio quel Lucio Ottavio, di cui Fulvio Orsino registra la seguente Memoria:

C. RVSTIVS C.V. FLAVVS ITER
L. OCTAVIVS L.F. VITVLVS
IIIIVIR. D.S.S.
VIAM INTEGENDAM
CVRAVER


Un'Altro Marco Ottavio io trovo in Dione, che seguitando le parti di Pompeo, si portò valorosamente contro Cornelio Dolobella; perchè essendo Ottavio Prefetto della Squadra assieme con Lucio Scribonio, lo disfece nella Dalmatia, Marcus Octavius, et Lucius Scribonius Libo P. Cornelium Dolobellam Cæsaris Administratorem, in qua tunc fortè erat, profligaverunt Classe Pompei usi; et il Sabellico lo conferma, dicendo, Circa Illiricum ab Octavio Dolobella Navali Prœlio superatus in hostium potestatem venit. Finita poi la guerra di Farsaglia, s'uni con Catone; ne più hò trovato di lui. Trovo un'altro Gneo Ottavio, che nell'Ann. DCXCVI. fù Questore con Caio Salustio; questo fù figliuolo di Lucio Ottavio; non sò però se del Balbo, ò del Ligure, che furono nelli medesimi tempi.

Caio Ottavio cognominato Rufo, Padre di Ottaviano Imperatore, fù nel DCXCII. Questore con Caio Toranio; Tribuno de' Soldati; Edile della Plebe; Giudice delle Questioni, Pretore e Proconsole della Macedonia, fù Persona di gran bontà, e valore; e per non discrivere à lungo la vita, e l'heroiche attioni di lui, recitarò solamente le parole di Tranquillo, che dice, Amplis enim innutritus opibus, honores ed adeptus est facilè, et egregiè administravit. Et Prætura Macedoniam sortitus fugitivos, residuam Spartati, et Catelinæ manum, Thurinum agrum tenentes, in itinere delevit, negotio sibi in Senatu extra ordinem dato. Provinciæ præfuit non minore iustitia, quàm fortitudine. Namquè Bellis, ac Thracibus magno prœlio fusis, ita socios tractavit, ut Epistolæ M.T. Cic. extent, quibus Quintum Fratrem eodem tempore, parum secunda fama, Proconsolatum Asiæ administrantem, hortatur, et monet imitetur in promerendis sociis vicinum suum Octavium6.

Morì Caio Ottavio in Nola, ritornando dalla Macedonia di morte repentina mentre doveva ricevere il Consolato, cosi dice Svetonio. Quanta fosse la virtù, et il merito di questuo huomo, lo spiegò Velleio con le seguenti parole degne veramente d'esser registrate da qualunque Autore, non che stampate da' suoi Cittadini; Fuit Caius Octavius, et non Patritia, ita admodum speciosa Equestri genitus Familia, gravis, sanctus, innocens, dives. Hic Prætor inter nobilissimos Viros creatus primo loco, cum ei dignatio Iulia genitam Actiam conciliasse uxorem, ex eo honore sortitus est Macedonim, appellatusq. in ea Imperator, decedens ad petitionem Consulatus obiit. Fù di più Senatore, come s'è detto di sopra, per parere di Sesto Aurelio Vittore7; e dal Figlio Augusto li fù doppo morte alzato un'Arco molto sontuoso, dice Plinio. Tutte le sopra accennate honorevolezze, e cariche ritenute, vengono espresse nella seguente Memoria registrata da Giano Grutero8 nelle sue Descrittioni Auguste

C. OCTAVIVS C. F. C. N. C. PR.
PATER AUGUSTI
TR. MIL. BISQ. ÆD . PL. CUM
C. TORANIO IVDEX QÆSTIONVM
PR. PRO. COS. IMPERATOR APPELLATUS
EX PROVINCIA MACEDONIA

Hebbe Ottavio un Fratello chiamato Lucio Filippo, à cui (oltre alla Madre) lasciò in cura Ottaviano, dice Dione: hebbe due Mogli, una chiamata Ancaria, e di questa nacque Ottavia maggiore, che fù Moglie prima Marcello, e poi di Marco Antonio.

Questa Ottavia fù Donna di grandissima prudenza, e valore, che bramosa di rimediare in qualche modo alle discordie, che passavano trà Ottaviano suo fratello, e Marco Antonio suo Marito, andò in Atene con molta pompa, con denari, suppellettili, e donativi, ma fece poco profitto, perche per amor di Cleopatra, e per altri rispetti, Antonio la rimandò in dietro, senza haverli usato quelle accoglienze maritali, che se le convenivano. Dispiacquero grandemente ad Ottaviano li portamenti fatti à sua Sorella, e perciò la consegliò, ch'ella dalla Casa del Marito si partisse, ed habitasse sola in altra Stanza; ma ella sagace, per non dare à divedere al Mondo esser ella caggione, e fomento di nuova discordia, non solamente volse restar'in Casa, ma con grandissima Carità, ugualmente, e li suoi proprij Parti, e li figliastri nati di Fulvia prima Moglie d'Antonio allevava. Perche di lui hebbe solamente due figlie femine, ambedue chiamate Antonie, una detta Maggiore, la quale fù maritata à Lucio Domitio Enobarbo, e l'altra Minore, che fù Moglie di Nerone Claudio Druso cognominato Germanico. Octavius Sorori ex Athenis reversa, quoniam ab Antonio sperneretur, author erat, ut mariti Domo relicta, seorsum habitaret; quod negavit illa se facturam, ne materia novæ discordiæ, civiliumq. bellorum extitisse videretur, quin Antonii domo esse perseveravit, fovebatq. interim, non tantùm communes Liberos, sed eos etiam, quos ex Fulvia extulerat, incredibili charitate, dice il Sabellico. Non fù ricompensato, nè conosciuto dall'ingrato Marito amore tanto singolare, ma con il contrario cambiato, perche da Atene mandò uno à posta in Roma, che la scacciasse di casa, come fece; et ella accompagnata da tutti li figlioli se ridusse à stare in una Casa privata; nè d'altro piangeva, e s'affliggeva, che per la stima, che si poteva far di lei, d'essere stata caggione di quella discordia Civile tanto grande, e pure altro non haveva procurato, che unione, e pace. Mœsta, et lamentabunda quod civilis discordia causu haberetur, cuius tollenda sempre author fuisset, dice l'istesso.


Note

  1. Cornelio Cinna, avendo fatto promulgare diverse leggi con la violenza, fu scacciato dalla Città dal Collega Gneo Ottavio.
  2. ed uccisero Ottavio satellite dipendente da Silla.
  3. Ottavio uomo d'animo estremamente mite, venne assassinato per ordine di Cinna.
  4. La delegazione romana si recò presso la corte di Antioco V Eupatore, sovrano dell'Impero Seleucide, per chiedere che venissero rispettati i vincoli della pace di Apamea. Vedendosi ricevere un rifiuto, come rappresaglia i Romani affondarono tutte le navi da guerra siriane e tagliarono i tendini ai loro elefanti da guerra.
  5. Joachim Grellius, autore di una Chronologia in Titi Livii Historiam pubblicata nel 1588, a cui fa riferimento il Teoli.
  6. allevato infatti nell'agiatezza, ottenne facilmente le cariche pubbliche e le svolse abilmente. Dopo la pretura, ebbe in sorte la Macedonia e mentre vi si recava, sconfisse, grazie ad un incarico speciale affidatogli dal Senato, quello che restava delle bande di Spartaco e di Catilina che spadroneggiavano nel territorio di Turi. Governò la provincia non meno con giustizia che con coraggio: sconfisse infatti in battaglia Bessi e Traci e tratto con benevolenza gli alleati tanto che, Marco Tullio Cicerone in una sua lettera al fratello Quinto, a quel tempo proconsole con scarso successo in Asia, raccomanda di seguire l'esempio del suo vicino Ottavio per essere benvoluto dagli alleati.
  7. Politico ed autore di opere storiche, vissuto tra il 320 ed il 389, scrisse nel 361 il trattato storico De Caesaribus, a cui probabilmente si riferisce il Teoli.
  8. Jan Gruter (1560 - 1627), filologo e antiquario olandese, autore dell'opera Inscriptiones antiquae totius orbis Romani pubblicata nel 1603 in due volumi.