Tanto saggio e bon poi me somegli
Questo testo è incompleto. |
a cura di Guido Zaccagnini, Amos Parducci
XIII secolo
Questo testo fa parte della raccolta Rimatori siculo-toscani del Dugento
I
A Geri Giannini da Pisa.
Si compiace dell’amicizia offertagli da Geri.
Tanto saggio e bon poi me somegli,
me e ’l mio e ’l me’ piacer t’assegna,
non per merto di tu’ don (ch’i’ non quegli
son che ’l possa sodisfar, né s’avegna),
ma per lo tu’ valor, che m’ha pres’egli,
il faccio, ch’amor me far ciò si degna.
Deo! com’el tu’ don a me piac’egli,
che, fòr dimando, mel desti ’n insegna,
piena d’amor e senz’alcuna giostra.
Or qual è dunque l’om che ’l tuo conseglio
lassasse? Non so, sed elli ’n ben pesca.
Unde mi piace l’amistá, poi giostra
tanto con le du’ l’una per pareglio,
fresch’e veglia fra noi sia con bon’ésca.