Nel pubblicare qualche mese fa sulla ’Spezia’ un sonetto in vernacolo, aggiunsi in nota, non so perché: da un volumetto di versi di prossima pubblicazione. In verità, non m’è mai girato sul serio per il capo di metter mano ad un tale lavoro. Ma la cosa era ormai nel dominio del pubblico, e molti aspettavano il libercolo, che non veniva. Per contentare gli amici, che me ne han fatto più volte preghiera, raccolgo adesso questi pochi rottami scavati fuori dai miei sferravecchi. Ma questo non è, lo sappiano gli amici e gli altri, il volumetto di cui m’ero lasciato scappar la promessa: quello non lo pubblicherò mai più. Intitolo il libretto Strufugi, come dire bagatelle, cianfrusaglie, cose da nulla. E altro davvero non sono; e io sarò più che contento se quelli che lo leggeranno non me lo stimeranno qualche cosa di meno. La Spezia, 24 decembre 1893.
