Storia della geografia e delle scoperte geografiche (parte seconda)/Capitolo VII/Giovanni da Montecorvino

Giovanni da Montecorvino

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[p. 127 modifica]40. Giovanni da Montecorvino. — Che le cortesi accoglienze fatte dagli imperatori Mongoli ai primi missionari cattolici nell’Asia Centrale e nella Cina fossero dovute in parte al rispetto che colà si aveva per la memoria dei Polo, non è improbabile. Ad ogni modo, il numero grande delle missioni compiate durante il secolo XIV dimostra luminosamente quanto attivo fosse l’impulso che spingeva l’Europa verso le regioni, poco prima quasi ignote, del Mondo Orientale. Di tutte le relazioni lasciateci dai missionari, non una ve ne ha, la quale non presenti qualche interesse per la storia della geografia in quel memorabile periodo, e non abbia contribuito, quantunque in diversa misura, ad aumentare le nostre cognizioni sull’Asia. Ma, come bene osserva il Vivien de Saint-Martin1, esse la cedono di gran lunga, in importanza, al Libro di Marco Polo, e se tutte concorsero, più o meno, ad ingrandire e a rettificare, in questa o in quell’altra particolarità, le nozioni degli Occidentali sui paesi asiatici, nessuna di esse si distacca però, in modo evidente e spiccato, sul fondo alquanto monotono che ne forma il principale carattere. La lista di questi pii missionari si apre con Giovanni da Montecorvino (nella provincia di Foggia), minore osservante, il quale, dopo essere stato dieci anni (1279-1289) in Persia, recavasi alle Indie nel 1291 in compagnia del negoziante genovese Pietro di Lucalongo e di Niccolò da Pistoia dell’Ordine dei Predicatori, e quindi a Peking, ove fondava la prima chiesa e parecchie comunità religiose. Quantunque fieramente osteggiato dai Nestoriani, molta gente egli convertì al cristianesimo; per suo mezzo sempre più intime si fecero le relazioni tra la Santa [p. 128 modifica]Sede ed i Cinesi; un arcivescovado venne creato in Peking, di cui fu primo titolare lo stesso Fra Giovanni, e ad esso furono aggiunti, come suffraganei, sei vescovadi, uno dei quali nella famosa città di Zaiton.

Di Giovanni da Montecorvino si hanno due lettere, scritte da Kanbalù (Peking), l’una nel 1305, l’altra nel 1306. Nella prima egli dice di essere pienamente famigliare coll’idioma tataro o mongolo; che aveva tradotto i Salmi e il Nuovo Testamento in quella lingua, facendoli accuratamente trascrivere nel carattere proprio; che leggeva, scriveva e predicava nel linguaggio mongolo. Nella seconda parla della bontà colla quale lo trattava il Gran Can, degli onori fattigli come inviato del Pontefice, e di una novella prova del favore imperiale colla concessione di edificare una seconda chiesa nelle vicinanze del palazzo. Nell’una e nell’altra si contengono non poche notizie intorno alle cose vedute in quelle regioni.


Note

  1. 'Histoire de la géographie, pag. 281.