Storia dei fatti de' Langobardi/Capo IV

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CAPO IV.

Digressione sopra sette uomini prodigiosamente addormentati.

Non credo fuor di proposito il differire un istante il seguito della narrazione; e (poichè il mio stile s’aggira ancora sulla Germania) un miracolo ivi celebratissimo con alcune altre cose brevemente manifestare. Negli estremi confini della Germania verso tramontana, sulla riva dell’Oceano, sotto altissima rupe vedesi una spelonca, dove sette uomini (non si sa fin da qual tempo) [p. 10 modifica]giacciono immersi in lungo sopore, non solamente illesi nei corpi, ma eziandio nelle vesti, talmentechè serbandosi questi per tanto corso di anni affatto incorrotti 1, da quelle indomite e barbare nazioni sono tenuti in venerazione. Costoro, per quanto si può dedurre dall’abito, si direbbon Romani. Mentre cert’uomo fu stimolato dall’avidità a spogliare uno di questi, si narra che sul fatto gli si seccaron le braccia, onde il castigo di lui spaventò gli altri di modo, che alcuno non ardì più toccarli. Chi sa per qual benefizio la Providenza per tante età li conservi? Forse che (non potendo altro che cristiani stimarsi) per la loro predicazione saranno un giorno quelle genti chiamate a salvamento.

  1. L’opinione de’ Barbari dee aver avuto per fondamento la verità; poichè non è raro l’esempio che siensi trovati corpi umani incorrotti. In Friuli, nella terra di Venzone, al confine meridionale della Carnia i corpi sepolti nel cimitero si cavano fuori pochi anni dopo tali che pajono vivi; e posti in una stanza, sono più soggetti alla putrefazione. Ivi se ne veggono alcuni di parecchi secoli cogli stessi abiti indosso, con cui furono seppelliti. Sarebbe prezzo dell’opera che i naturalisti indagassero la natura del sito, e analizzassero le sostanze che cooperano a questa conservazione. Si sa che l’ultimo Governo Italico aveva il divisamento di stabilire a Venzone le tombe dei re d’Italia.