Pagina:Versi di Giacomo Zanella.djvu/214: differenze tra le versioni

Federicor (discussione | contributi)
(Nessuna differenza)

Versione delle 15:05, 20 set 2011

200

IL CANTICO DI DEBORA. Signore, quel dì che alle spalle Di Seìr ti lasciasti la valle, E d’Edòme per V ampia contrada A’ tuoi servi segnasti la strada. Spaventata die un balzo la terra Che ti vide discendere in guerra; Cieli e nubi si sciolsero in fonti; Come cera si strussero i monti; Tocche al vampo dell’ira divina Dileguaro le balze del Sina. Ma nell’età di Sangaro, Ne’ giorni di laele Le vie maestre tacquero Deserte in Israele: Tremando i passeggeri Battean torti sentieri, Finché terribil sorse Debora in guerra, e madre Impavida soccorse Air invilite squadre. Dio nove pugne elesse, Dio gli orgogliosi oppresse. Quarantamila in campo Trasse Israel: ma nudi D’aste venian, ne scampo Avean d’usberghi e scudi.

214,2,Federicor