Italia - 18 settembre 1943, Discorso per la fondazione della R.S.I.: differenze tra le versioni
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II colloquio che io ebbi col Re a Villa Savoia durò venti minuti e forse meno. Trovai un uomo col quale ogni ragionamento era impossibile, poiché egli aveva già preso le sue decisioni. Lo scoppio della crisi era imminente.
Ebbi subito l'impressione che la protezione non era in realtà che un fermo. Tale impressione crebbe, quando da Roma fui condotto a Ponza e successivamente mi convinsi, attraverso le peregrinazioni da Ponza alla Maddalena e dalla Maddalena al Gran Sasso, che il piano progettato contemplava la consegna della mia persona al nemico.
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Mentre rivendichiamo in pieno la nostra responsabilità, vogliamo precisare quelle degli altri a cominciare dal Capo dello Stato, essendosi scoperto che, non avendo abdicato, come la maggioranza degli italiani si attendeva, può e deve essere chiamato direttamente in causa.
Sono ora più che mai convinto che casa Savoia ha voluto, preparato, organizzato anche nei minimi dettagli il colpo di stato, complice ed esecutore Badoglio, complici taluni generali imbelli ed imboscati e taluni invigliacchiti elementi del fascismo. Non può esistere alcun dubbio che il Re ha autorizzato, subito dopo la mia cattura, le trattative dell'armistizio, trattative che forse erano già incominciate tra le due dinastie di Roma e di Londra.
Gli stessi nemici, ora che abbiamo accettata la vergognosa capitolazione, non ci nascondono il loro disprezzo, né potrebbe accadere diversamente. L'Inghilterra, ad esempio, che nessuno pensava di attaccare e specialmente il Fuhrer non pensava di farlo è scesa in campo, secondo le affermazioni di Churchill, per la parola data alla Polonia.
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