Teatro Historico di Velletri/Quali fossero le Città, e Terre de' Volsci: differenze tra le versioni

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<div align=center><big>''Quali fossero le Città, e Terre de' Volsci.''</big><br><small>''Cap. IV.''</small></div>
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Cominciando con ordine Alfabetico; prima Città de' Volsci si chiamava Amiela, differenta dalla Patria di Castore, e Polluce, posta vicino à Terracina, habitata già da Laconi; ma perchè seguitavano la Setta Pitagorica, il cui insegnamento era, che non s'uccidessero Animali di qualunque sorte: furono tanto stretti osservatori di così falsa dottrina, che si lasciarono da serpenti, che ve n'erano in grandissima copia moltiplicati, mordere, avvelenare, e uccidere, onde la Città ne restò destrutta, e Plinio disse, ''Amiela à serpentibus deleta''. Altri però dicono altramente, cioè, che il precetto di tacere lo strepito dell'armi nemiche, quale apportava spavento, e timore à Cittadini, fù caggione, che li nemici l'assalissero, e distruggessero: quindi Silio Italico disse, ''Evertere Silentia Amielæ'' e ne nacque quel Proverbio, ''Loqui volo, nam scio Amielas tacendo periisse''.
 
Ansure, per altro nome detta Terracina, e Trachina, per dove scorre il fiume Ufente, dice Vibio Sequestro, ''Ufens Terracinæ proximus''. Questa Città fù presa in giorno di festa da Fabio Ambusto per mancanza di Sentinella, ò Guardia; ma con molto fastidio, per la fortezza del sito: se ben poco doppo, ritrovandosi le Guardie de' Romani più intente à negotij mercantili, che ad esercitij militari, e ricettando liberamente i Mercanti Volsci, che certo à tal fine moltiplicavano, furono le Sentinelle ingannate, e li soldati oppressi. E' stata Città celebre, e come dice il {{AutoreCitato|Scipione Mazzella|Mazzella}}, edificata da Ansure figlio di Giove Belo, à cui si facevano sacrificij, anzi fù detta ''Anxur'', dall'istesso, che ivi fanciullo, e sbarbato si adorava.
 
Anzo, Città già distrutta, fù presa da Tito Quintio Console nel Cons. <small>XXXIX.</small> ma per assedio: perchè havendo li Volsci ricevuta una gran rotta, et essendosi ritirati in Anzo, furono subito assediati, et alla fine si resero à Romani, che la fecero Colonia. Fù presa un'altra volta da Camillo, li furono tolte le Navi, parte de' quali restarono abruggiate, e parte condotte in Roma, e de gli Rostri, ò vogliamo dire Speroni, se n'ardornarono le Loggie Capitoline, onde pigliarono il nome de Rostri. Se ne vedono le rovine lacrimevoli, et il famoso Porto ripieno, delle quali se ne fabricò un Castello, hoggi detto Nettuno, con Fortezza per impedimento à Corsari, e buona parte del sito è posseduto dal nostro Convento di S. Bartolomeo.