Pagina:Il Principe.djvu/30: differenze tra le versioni

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<section begin=s1/>verità non ci è modo sicuro a possederle altro che la ruina. E chi diviene patrone di una città consueta a vivere libera e non la disfaccia, aspetti di essere disfatto da quella; perché sempre ha per refugio nella rebellione el nome della libertà e gli ordini antiqui suoi; li quali né per la lunghezza de’ tempi né per benefizii mai si dimenticano. E per cosa che si faccia o si provegga, se non si disuniscano o dissipano gli abitatori, e’ non sdimenticano quel nome né quelli ordini, e subito in ogni accidente vi ricorrono: come fe’ Pisa dopo cento anni che l’era suta posta in servitù da’ Fiorentini.
<section begin=s1/>verità non ci è modo sicuro a possederle, altro che la rovina. E chi diviene padrone di una città consueta a vivere libera, e non la disfaccia, aspetti di essere disfatto da quella; perché sempre ha per refugio nella ribellione il nome della libertà, e gli ordini antichi suoi, li quali né per lunghezza di tempo, né per beneficii mai si scordano; e per cosa che si faccia o si provvegga, se non si disuniscono o dissipano gli abitatori, non si dimentica quel nome, né quelli ordini, ma subito in ogni accidente vi si ricorre, come fe’ Pisa dopo tanti anni che ella era stata posta in servitù da’ Fiorentini. Ma quando le città o le provincie sono use a vivere sotto un Principe, e quel sangue sia spento, essendo da una parte use ad ubbedire, dall’altra non avendo il Principe vecchio, farne uno intra loro non si accordano, vivere libere non sanno; dimodochè sono più tarde a pigliare le armi, e con più facilità se li può un Principe guadagnare, e assicurarsi di loro. Ma nelle Republiche è maggior odio, più desiderio di vendetta, né le lascia né può lasciare riposare la memoria dell'antica libertà; talchè la più sicura via è spegnerle, o abitarvi.<span class="SAL">30,3,Chupyboy</span><section end=s1/>

Ma quando le città o le provincie sono use a vivere sotto uno principe, e quel sangue sia spento, sendo da uno canto usi ad obedire, dall’altro non avendo el principe vecchio, farne uno infra loro non si accordono, vivere liberi non sanno: di modo che sono più tardi a pigliare le armi, e con più facilità se li può uno principe guadagnare e assicurarsi di loro. Ma nelle republiche è maggiore vita, maggiore odio, più desiderio di vendetta; né li lascia, né può lasciare riposare la memoria della antiqua libertà: tale che la più secura via è spegnerle o abitarvi.<section end=s1/>
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''De’ principati nuovi, che con le proprie armi e virtù si acquistano.''
DE PRINCIPATIBUS NOVIS QUI ARMIS PROPRIIS ET VIRTUTE ACQUIRUNTUR<br />
''De’ principati nuovi che s’acquistano con l’arme proprie virtuosamente''
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Non si maravigli alcuno se, nel parlare che io farò de’ principati al tutto nuovi e di principe e di stato, io addurrò grandissimi esempli; perché, camminando gli uomini quasi sempre per le vie battute da altri, e procedendo nelle azioni loro con le<section end=s2/>
Non si maravigli alcuno se nel parlare che io farò de’ Principati al tutto nuovi, e di Principe e di Stato, io addurrò grandissimi esempi; perché, camminando gli uomini quasi sempre per le vie battute da altri, e procedendo nelle azioni loro con le<span class="SAL">30,3,Chupyboy</span><section end=s2/>