Jolanda, la figlia del Corsaro Nero/CAPITOLO QUATTORDICESIMO: differenze tra le versioni
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Uno sgomento inenarrabile si era impadronito dei sessanta uomini che formavano l'equipaggio della fregata, all'annuncio dato dai gabbieri, che il temuto razzo di mare stava per montare ed irrompere contro la fregata.
L'incendio dell'attrezzatura dunque non era un pericolo abbastanza grave,
"Siamo perduti!" aveva esclamato involontariamente Carmaux, che si era precipitato verso il cassero, dove si trovavano Morgan e Pierre le Picard.
La fregata, investita da onde spaventevoli, che montavano sopra i bordi con muggiti assordanti, e quasi priva di vele, trabalzava allora disordinatamente, rovesciandosi ora sul babordo ed ora sul tribordo.
L'albero maestro,
Una vera pioggia di tizzoni ardenti rimbalzava in coperta, minacciando di dar fuoco al catrame, sparso fra le connessure delle tavole e di bruciare le imbarcazioni, che erano state levate dalle gru onde i cavalloni non le portassero via.
Morgan, che conservava il suo solito sangue freddo, aveva dato ordine di abbandonare le pompe, diventate ormai inutili. Non si preoccupava che del razzo di mare, che poteva subissare di colpo la fregata.
"Quattro uomini alla ribolla del timone!" aveva urlato. "Attenti, a virare!... Salvate la mezzana!"
Uno scroscio orribile aveva fatto seguito alle sue parole. l'albero maestro,
Il rimbombo era stato tale, che Morgan e Pierre le Picard, per un momento aveva temuto che anche i corbetti di tribordo avessero ceduto.
Fortunatamente sopraggiunse un'onda violenta era sopraggiunta che dopo aver spento, con mille sibili, le antenne fiammeggianti ed i rimasugli della velatura,
Era tempo. Il razzo di mare stava per rovesciarsi sulla fregata con impeto irresistibile.
Si era formato, o meglio, era apparso a cinque o sei gomene dalla prora e s'avanzava con mille muggiti, come una immensa muraglia liquida, la cui altezza non poteva misurarsi.
Sulla cima, una frangia di spuma che rifletteva i bagliori delle fiamme, avvolgenti ancora l'albero di trinchetto, s'arricciava e si rompeva sotto le incessanti e poderose sferzate del vento.
I marinai della fregata, vedendolo avanzarsi, si erano rifugiati precipitosamente sul cassero, che era la parte
"Aggrappatevi e tenetevi fermi!..."
Aveva appena pronunciate quelle parole ed i due filibustieri erano scomparsi nel quadro, chiudendo la porta, quando la mostruosa onda si
La nave, investita a prora da quell'enorme massa liquida, si
Un colpo di mare la avvolse da prora a poppa, tutto spezzando e, frantumando le murate,
Quando la fregata
Il cavallone, che si era rovesciato sulla tolda, aveva schiantato l'albero di trinchetto e l'aveva portato via, come fosse stato un fuscello di paglia, spegnendo contemporaneamente l'incendio.
Anche parecchi uomini, fra cui non pochi prigionieri spagnoli, erano pure scomparsi, travolti e spinti fuori dai bordi da quel torrente d'acqua, che si era infranto contro il cassero, dopo aver spazzato il castello e la tolda.
La nave era sfuggita al colpo datole dal razzo, ma in quali condizioni si trovava!... Si poteva ormai considerare come un rottame, destinato, presto o tardi, a diventare preda dei flutti.
Dei suoi alberi non rimaneva che quello di mezzana,
"
"Il disastro non poteva essere maggiore" rispose il filibustiere. "La nave
" Ti preoccupi per la figlia del Corsaro?"
"
"La salveremo a dispetto delle onde e dei venti" disse Pierre le Picard. "Dove supponi che siamo?"
"Il vento ci ha spinti sempre verso levante, e, tenendo conto della
"Che corsa!... Dove andremo a dar di cozzo noi, o dove cercheremo un rifugio?"
"Certo contro le isole della Nueva Esparta" rispose Morgan.
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"Faremo il possibile."
"Se potessimo cacciarci nel golfo di Paria?"
"
Pareva invece che la tempesta non avesse, almeno per il momento, alcun desiderio di andarsene altrove.
Il vento continuava ad infuriare sempre da ponente, trascinando la fregata verso levante, essendo rimasta spiegata la grande vela latina sull'albero di mezzana.
Anche il mare non accennava a calmarsi e le onde si seguivano, sempre altissime, scrollando incessantemente la povera nave e percuotendo poderosamente i malfermi fianchi.
L'equipaggio
Alcuni marinai tentarono di saldare alla meglio il timone, ma dovettero rinunciarvi, a causa dell'incessante irrompere delle onde.
Al mattino, quando la luce riapparve, i filibustieri si contarono. Quattordici dei loro e sei prigionieri spagnoli erano scomparsi durante la notte, strappati dal razzo di mare.
"Fosse stato almeno inghiottito anche il capitano Valera" disse Carmaux, che presenziava all'appello fatto da Pierre le Picard.
"Invece
"E don Raffaele?"
"
"Che batosta
"E delle altre navi che cosa
"Se il razzo le ha raggiunte in alto mare le
"Dovremo dunque lasciarci trasportare dall'uragano,
" Tu temi gli spagnoli che,
"Hanno grosse colonie nel Venezuela e potrebbero scorgerci, e darci la caccia. Che cosa ne dite, don Raffaele?" chiese, scorgendo presso di
"Se vi prendono vi impiccheranno e che vi ritoglieranno la figlia del Corsaro" rispose il piantatore con maligna compiacenza.
"In quanto all'impiccarci, credo che non abbiano delle funi abbastanza resistenti per noi" disse l'amburghese. "Siamo ancora in buon numero e abbiamo a bordo polvere e palle in abbondanza."
"Palle
"Che cosa dite, don Raffaele?" chiese Carmaux, corrugando la fronte.
"Io non so che cosa il razzo di mare abbia sfondato, vi posso solamente dire che ho veduto entrare dell'acqua nel frapponte, presso la santabarbara e che i depositi di polvere devono essere sommersi."
"Tuoni d'Amburgo!"
"Eppure qualcosa ha urtato e sfondato i madieri" disse lo spagnolo. "Andate un po' ad assicurarvi."
Carmaux e l'amburghese non l'ascoltavano
"
"Si direbbe che rotolino dei cannoni " rispose il francese, diventando pallido. "Che i pezzi della batteria abbiano spezzati i freni?"
"O che qualcuno li abbia invece tagliati?"
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Quattro pezzi della batteria, spezzate le funi che li trattenevano ai sabordi, correvano all'impazzata per il frapponte, a seconda che la fregata si piegava sul babordo o sul tribordo.
Quelle masse di bronzo, andavano e venivano con cupo fragore, che non si udiva sopra coperta a causa degli ululati del vento e dei muggiti delle onde, e investivano i fianchi del legno con foga irresistibile, schiantando i puntali e fracassando a poco a poco i bagli, i corbetti ed i madieri.
"Qui
"Da chi?"
"Da chi? Dai prigionieri spagnoli. Qualcuno deve aver approfittato dell'incendio dell'alberatura, per scendere qui inosservato e tagliare le funi. Hanno scelti i cannoni prossimi al deposito delle polveri per inondarci le munizioni."
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Si erano slanciati entrambi su per la scala, avvertendo Pierre le Picard del grave pericolo che correva la nave.
Una rauca imprecazione era sfuggita al filibustiere.
"Non bastavano la perdita dell'alberatura ed il razzo che ci ha sconquassati!..."
Quindici o venti corsari erano accorsi, muniti di aspe e di manovelle, e si erano introdotti con precauzione nel frapponte, portando parecchi fanali.
Quei quattro pezzi parevano dotati di vita. Si arrestavano un momento, mostrando le gole nere, poi riprendevano la corsa tutti insieme, scorrendo velocemente sopra le loro ruote massicce, con un fragore di ferraccio.
Di quando in quando, qualcuno andava a dare di cozzo contro uno dei pezzi collocati dietro i sabordi, girava su
"
"Coraggio, camerati! Ci va di mezzo la salvezza di tutti!... Cento piastre a chi ne ferma uno!..."
Poi, per incitare i suoi uomini che titubavano, temendo di venire travolti da quei pesantissimi pezzi,
L'impresa a cui si accingevano era
Un violento colpo di mare, che
Vedendoli indietreggiare all'impazzata verso il quadro, Pierre le Picard ed i suoi due compagni si slanciarono verso il
Il pezzo
Quasi nel medesimo istante un altro se ne staccava verso l'
Pierre le Picard, Carmaux e Wan Stiller avevano avuto appena il tempo di mettersi in salvo, verso la camera di prora, dove
I sei pezzi attraversarono con
"Siamo perduti!..." aveva esclamato Pierre le Picard. "Fra dieci minuti tutti i venti pezzi della batteria saranno in moto e sfonderanno i fanchi della fregata."
Volerli arrestare era ormai una
"Non possiamo far nulla dunque?" chiese Carmaux, che si strappava i capelli.
"Prepariamoci a colare a picco" rispose Pierre le Picard. "La fregata
Risalirono in coperta, cupi e scoraggiati.
"Morgan" disse Pierre le Picard, avvicinandosi al capitano. "Tutto
"Dunque,
"
"Maledizione!..."
I suoi sguardi si erano fissati sui prigionieri spagnoli che stavano raggruppati sul cassero.
"Sono stati loro!" disse con voce minacciosa.
"Impicchiamoli tutti" disse Pierre le Picard.
"
Morgan stava per aprire la bocca e dare forse quell'ordine crudele, quando una voce dolce, ma nel medesimo tempo ferma, si fece udire dietro di loro.
"Voi non lo farete, capitano Morgan. I filibustieri che hanno combattuto con mio padre, non devono mutarsi ora in carnefici."
Jolanda era comparsa dietro i due comandanti, facendosi largo fra i marinai, che si erano stretti attorno a loro e che
"Voi, signora?" disse Morgan, trasalendo.
"Giungo in tempo per impedire una inutile
"Hanno tagliati i freni dei pezzi, signora, e per colpa loro, noi fra poco forse affonderemo" disse Pierre le Picard.
"I filibustieri sono gente di guerra e non
"Avete ragione" disse Morgan. "Il luogotenente del Corsaro Nero non
"Grazie, capitano" rispose la fanciulla. "Fieri e prodi
Nessuno aveva osato ribattere parola, tanto ormai era l'ascendente che esercitava su quei ruvidi e battaglieri uomini del mare, la dolce figura della figlia del gentiluomo piemontese.
"Signor Morgan" disse la fanciulla. "
"Spero che
"Non dobbiamo essere lontani dalle isole della Nueva Esparta. Non vi nascondo, signora, che tuttavia non mi faccio soverchie illusioni e che la nave potrebbe affondare, prima di avvistare quelle terre. Non temete
"Ho piena fiducia in voi, capitano Morgan."
"Siete ammirabile, signora."
"
"Una
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