Orlando furioso (1928)/Canto 35: differenze tra le versioni

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{{opera
<small><<[[Autore:Ludovico Ariosto]]</small>
|NomeCognome=Ludovico Ariosto
{{Orlando Furioso}}
|TitoloOpera=Orlando Furioso
|NomePaginaOpera=Orlando Furioso
|AnnoPubblicazione=1532
|TitoloSezione=Canto 35
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{{capitolo
|CapitoloPrecedente=Canto 34
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<poem>
<span style="font-size:80%">1</span>&nbsp;&nbsp; Chi salirà per me, madonna, in cielo
a riportarne il mio perduto ingegno?
che, poi ch'uscì da' bei vostri occhi il telo
che 'l cor mi fisse, ognor perdendo vegno.
Né di tanta iattura mi querelo,
pur che non cresca, ma stia a questo segno;
ch'io dubito, se più si va scemando,
di venir tal, qual ho descritto Orlando.
 
<span style="font-size:80%">2</span>&nbsp;&nbsp; Per riaver l'ingegno mio m'è aviso
'''1'''<br />
che non bisogna che per l'aria io poggi
Chi salirà per me, madonna, in cielo<br />
nel cerchio de la luna o in paradiso;
a riportarne il mio perduto ingegno?<br />
che 'l mio non credo che tanto alto alloggi.
che, poi ch'uscì da' bei vostri occhi il telo<br />
Ne' bei vostri occhi e nel sereno viso,
che 'l cor mi fisse, ognor perdendo vegno.<br />
nel sen d'avorio e alabastrini poggi
Né di tanta iattura mi querelo,<br />
se ne va errando; ed io con queste labbia
pur che non cresca, ma stia a questo segno;<br />
lo corrò, se vi par ch'io lo riabbia.
ch'io dubito, se più si va scemando,<br />
 
di venir tal, qual ho descritto Orlando.<br />
<span style="font-size:80%">3</span>&nbsp;&nbsp; Per gli ampli tetti andava il paladino
'''2'''<br />
tutte mirando le future vite,
Per riaver l'ingegno mio m'è aviso<br />
poi ch'ebbe visto sul fatal molino
che non bisogna che per l'aria io poggi<br />
volgersi quelle ch'erano già ordite:
nel cerchio de la luna o in paradiso;<br />
e scorse un vello che più che d'or fino
che 'l mio non credo che tanto alto alloggi.<br />
splender parea; né sarian gemme trite,
Ne' bei vostri occhi e nel sereno viso,<br />
s'in filo si tirassero con arte,
nel sen d'avorio e alabastrini poggi<br />
da comparargli alla millesma parte.
se ne va errando; ed io con queste labbia<br />
 
lo corrò, se vi par ch'io lo riabbia.<br />
<span style="font-size:80%">4</span>&nbsp;&nbsp; Mirabilmente il bel vello gli piacque,
'''3'''<br />
che tra infiniti paragon non ebbe;
Per gli ampli tetti andava il paladino<br />
e di sapere alto disio gli nacque,
tutte mirando le future vite,<br />
quando sarà tal vita, e a chi si debbe.
poi ch'ebbe visto sul fatal molino<br />
L'evangelista nulla gliene tacque:
volgersi quelle ch'erano già ordite:<br />
e scorse un vello che piùventi cheanni d'orprincipio fino<brprima />avrebbe
che col .M. e col .D. fosse notato
splender parea; né sarian gemme trite,<br />
l'anno corrente dal Verbo incarnato,
s'in filo si tirassero con arte,<br />
 
da comparargli alla millesma parte.<br />
<span style="font-size:80%">5</span>&nbsp;&nbsp; E come di splendore e di beltade
'''4'''<br />
quel vello non avea simile o pare,
Mirabilmente il bel vello gli piacque,<br />
così saria la fortunata etade
che tra infiniti paragon non ebbe;<br />
che dovea uscirne al mondo singulare;
e di sapere alto disio gli nacque,<br />
perché tutte le grazie inclite e rade
quando sarà tal vita, e a chi si debbe.<br />
ch'alma Natura, o proprio studio dare,
L'evangelista nulla gliene tacque:<br />
o benigna Fortuna ad uomo puote,
che venti anni principio prima avrebbe<br />
avrà in perpetua ed infallibil dote.
che col .M. e col .D. fosse notato<br />
 
l'anno corrente dal Verbo incarnato,<br />
<span style="font-size:80%">6</span>&nbsp;&nbsp; - Del re de' fiumi tra l'altiere corna
'''5'''<br />
or siede umil (diceagli) e piccol borgo:
E come di splendore e di beltade<br />
dinanzi il Po, di dietro gli soggiorna
quel vello non avea simile o pare,<br />
d'alta palude un nebuloso gorgo;
così saria la fortunata etade<br />
che, volgendosi gli anni, la più adorna
che dovea uscirne al mondo singulare;<br />
di tutte le città d'Italia scorgo,
perché tutte le grazie inclite e rade<br />
non pur di mura e d'ampli tetti regi,
ch'alma Natura, o proprio studio dare,<br />
ma di bei studi e di costumi egregi.
o benigna Fortuna ad uomo puote,<br />
 
avrà in perpetua ed infallibil dote.<br />
<span style="font-size:80%">7</span>&nbsp;&nbsp; Tanta esaltazione e così presta,
'''6'''<br />
non fortuìta o d'aventura casca;
- Del re de' fiumi tra l'altiere corna<br />
ma l'ha ordinata il ciel, perché sia questa
or siede umil (diceagli) e piccol borgo:<br />
degna in che l'uom di ch'io ti parlo, nasca:
dinanzi il Po, di dietro gli soggiorna<br />
che, dove il frutto ha da venir, s'inesta
d'alta palude un nebuloso gorgo;<br />
e con studio si fa crescer la frasca;
che, volgendosi gli anni, la più adorna<br />
e l'artefice l'oro affinar suole,
di tutte le città d'Italia scorgo,<br />
in che legar gemma di pregio vuole.
non pur di mura e d'ampli tetti regi,<br />
 
ma di bei studi e di costumi egregi.<br />
<span style="font-size:80%">8</span>&nbsp;&nbsp; Né sì leggiadra né sì bella veste
'''7'''<br />
unque ebbe altr'alma in quel terrestre regno;
Tanta esaltazione e così presta,<br />
e raro è sceso e scenderà da queste
non fortuìta o d'aventura casca;<br />
sfere superne un spirito sì degno,
ma l'ha ordinata il ciel, perché sia questa<br />
come per farne Ippolito da Este
degna in che l'uom di ch'io ti parlo, nasca:<br />
n'have l'eterna mente alto disegno.
che, dove il frutto ha da venir, s'inesta<br />
Ippolito da Este sarà detto
e con studio si fa crescer la frasca;<br />
l'uom a chi Dio sì ricco dono ha eletto.
e l'artefice l'oro affinar suole,<br />
 
in che legar gemma di pregio vuole.<br />
<span style="font-size:80%">9</span>&nbsp;&nbsp; Quegli ornamenti che divisi in molti,
'''8'''<br />
a molti basterian per tutti ornarli,
Né sì leggiadra né sì bella veste<br />
in suo ornamento avrà tutti raccolti
unque ebbe altr'alma in quel terrestre regno;<br />
costui, di c'hai voluto ch'io ti parli.
e raro è sceso e scenderà da queste<br />
Le virtudi per lui, per lui soffolti
sfere superne un spirito sì degno,<br />
saran gli studi; e s'io vorrò narrar li
come per farne Ippolito da Este<br />
alti suoi merti, al fin son sì lontano,
n'have l'eterna mente alto disegno.<br />
ch'Orlando il senno aspetterebbe invano. -
Ippolito da Este sarà detto<br />
 
l'uom a chi Dio sì ricco dono ha eletto.<br />
<span style="font-size:80%">10</span> Così venìa l'imitator di Cristo
'''9'''<br />
ragionando col duca: e poi che tutte
Quegli ornamenti che divisi in molti,<br />
le stanze del gran luogo ebbono visto,
a molti basterian per tutti ornarli,<br />
onde l'umane vite eran condutte,
in suo ornamento avrà tutti raccolti<br />
sul fiume usciro, che d'arena misto
costui, di c'hai voluto ch'io ti parli.<br />
con l'onde discorrea turbide e brutte;
Le virtudi per lui, per lui soffolti<br />
e vi trovar quel vecchio in su la riva,
saran gli studi; e s'io vorrò narrar li<br />
che con gl'impressi nomi vi veniva.
alti suoi merti, al fin son sì lontano,<br />
 
ch'Orlando il senno aspetterebbe invano. -<br />
<span style="font-size:80%">11</span> Non so se vi sia a mente, io dico quello
'''10'''<br />
ch'al fin de l'altro canto vi lasciai,
Così venìa l'imitator di Cristo<br />
vecchio di faccia, e sì di membra snello,
ragionando col duca: e poi che tutte<br />
che d'ogni cervio è più veloce assai.
le stanze del gran luogo ebbono visto,<br />
Degli altrui nomi egli si empìa il mantello;
onde l'umane vite eran condutte,<br />
scemava il monte, e non finiva mai:
sul fiume usciro, che d'arena misto<br />
ed in quel fiume che Lete si noma,
con l'onde discorrea turbide e brutte;<br />
scarcava, anzi perdea la ricca soma.
e vi trovar quel vecchio in su la riva,<br />
 
che con gl'impressi nomi vi veniva.<br />
<span style="font-size:80%">12</span> Dico che, come arriva in su la sponda
'''11'''<br />
del fiume, quel prodigo vecchio scuote
Non so se vi sia a mente, io dico quello<br />
il lembo pieno, e ne la turbida onda
ch'al fin de l'altro canto vi lasciai,<br />
tutte lascia cader l'impresse note.
vecchio di faccia, e sì di membra snello,<br />
Un numer senza fin se ne profonda,
che d'ogni cervio è più veloce assai.<br />
ch'un minimo uso aver non se ne puote;
Degli altrui nomi egli si empìa il mantello;<br />
e di cento migliaia che l'arena
scemava il monte, e non finiva mai:<br />
sul fondo involve, un se ne serva a pena.
ed in quel fiume che Lete si noma,<br />
 
scarcava, anzi perdea la ricca soma.<br />
<span style="font-size:80%">13</span> Lungo e d'intorno quel fiume volando
'''12'''<br />
givano corvi ed avidi avoltori,
Dico che, come arriva in su la sponda<br />
mulacchie e vari augelli, che gridando
del fiume, quel prodigo vecchio scuote<br />
facean discordi strepiti e romori;
il lembo pieno, e ne la turbida onda<br />
ed alla preda correan tutti, quando
tutte lascia cader l'impresse note.<br />
sparger vedean gli amplissimi tesori:
Un numer senza fin se ne profonda,<br />
e chi nel becco, e chi ne l'ugna torta
ch'un minimo uso aver non se ne puote;<br />
ne prende; ma lontan poco li porta.
e di cento migliaia che l'arena<br />
 
sul fondo involve, un se ne serva a pena.<br />
<span style="font-size:80%">14</span> Come vogliono alzar per l'aria i voli,
'''13'''<br />
non han poi forza che 'l peso sostegna;
Lungo e d'intorno quel fiume volando<br />
sì che convien che Lete pur involi
givano corvi ed avidi avoltori,<br />
de' ricchi nomi la memoria degna.
mulacchie e vari augelli, che gridando<br />
Fra tanti augelli son duo cigni soli,
facean discordi strepiti e romori;<br />
bianchi, Signor, come è la vostra insegna,
ed alla preda correan tutti, quando<br />
che vengon lieti riportando in bocca
sparger vedean gli amplissimi tesori:<br />
sicuramente il nome che lor tocca.
e chi nel becco, e chi ne l'ugna torta<br />
 
ne prende; ma lontan poco li porta.<br />
<span style="font-size:80%">15</span> Così contra i pensieri empi e maligni
'''14'''<br />
del vecchio che donar li vorria al fiume,
Come vogliono alzar per l'aria i voli,<br />
alcuno ne salvan gli augelli benigni:
non han poi forza che 'l peso sostegna;<br />
tutto l'avanzo oblivion consume.
sì che convien che Lete pur involi<br />
Or se ne van notando i sacri cigni,
de' ricchi nomi la memoria degna.<br />
ed or per l'aria battendo le piume,
Fra tanti augelli son duo cigni soli,<br />
fin che presso alla ripa del fiume empio
bianchi, Signor, come è la vostra insegna,<br />
trovano un colle, e sopra il colle un tempio.
che vengon lieti riportando in bocca<br />
 
sicuramente il nome che lor tocca.<br />
<span style="font-size:80%">16</span> All'Inmmortalitade il luogo è sacro,
'''15'''<br />
ove una bella ninfa giù del colle
Così contra i pensieri empi e maligni<br />
viene alla ripa del leteo lavacro,
del vecchio che donar li vorria al fiume,<br />
e di bocca dei cigni i nomi tolle;
alcuno ne salvan gli augelli benigni:<br />
e quelli affige intorno al simulacro
tutto l'avanzo oblivion consume.<br />
ch'in mezzo il tempio una colonna estolle,
Or se ne van notando i sacri cigni,<br />
quivi li sacra, e ne fa tal governo,
ed or per l'aria battendo le piume,<br />
fin che pressovi allasi ripapôn delveder fiumetutti empio<brin />eterno.
 
trovano un colle, e sopra il colle un tempio.<br />
<span style="font-size:80%">17</span> Chi sia quel vecchio, e perché tutti al rio
'''16'''<br />
senza alcun frutto i bei nomi dispensi,
All'Inmmortalitade il luogo è sacro,<br />
e degli augelli, e di quel luogo pio
ove una bella ninfa giù del colle<br />
onde la bella ninfa al fiume viensi,
viene alla ripa del leteo lavacro,<br />
aveva Astolfo di saper desio
e di bocca dei cigni i nomi tolle;<br />
i gran misteri e gl'incogniti sensi;
e quelli affige intorno al simulacro<br />
e domandò di tutte queste cose
ch'in mezzo il tempio una colonna estolle,<br />
l'uomo di Dio, che così gli rispose:
quivi li sacra, e ne fa tal governo,<br />
 
che vi si pôn veder tutti in eterno.<br />
<span style="font-size:80%">18</span> - Tu déi saper che non si muove fronda
'''17'''<br />
là giù che segno qui non se ne faccia.
Chi sia quel vecchio, e perché tutti al rio<br />
Ogni effetto convien che corrisponda
senza alcun frutto i bei nomi dispensi,<br />
in terra e in ciel, ma con diversa faccia.
e degli augelli, e di quel luogo pio<br />
Quel vecchio, la cui barba il petto inonda,
onde la bella ninfa al fiume viensi,<br />
veloce sì che mai nulla l'impaccia,
aveva Astolfo di saper desio<br />
gli effetti pari e la medesima opra
i gran misteri e gl'incogniti sensi;<br />
che 'l Tempo fa là giù, fa qui di sopra.
e domandò di tutte queste cose<br />
 
l'uomo di Dio, che così gli rispose:<br />
<span style="font-size:80%">19</span> Volte che son le fila in su la ruota,
'''18'''<br />
là giù la vita umana arriva al fine.
- Tu déi saper che non si muove fronda<br />
La fama là, qui ne riman la nota;
là giù che segno qui non se ne faccia.<br />
ch'immortali sariano ambe e divine,
Ogni effetto convien che corrisponda<br />
se non che qui quel da la irsuta gota,
in terra e in ciel, ma con diversa faccia.<br />
e là giù il Tempo ognor ne fa rapine.
Quel vecchio, la cui barba il petto inonda,<br />
Questi le getta, come vedi, al rio;
veloce sì che mai nulla l'impaccia,<br />
e quel l'immerge ne l'eterno oblio.
gli effetti pari e la medesima opra<br />
 
che 'l Tempo fa là giù, fa qui di sopra.<br />
<span style="font-size:80%">20</span> E come qua su i corvi e gli avoltori
'''19'''<br />
e le mulacchie e gli altri varii augelli
Volte che son le fila in su la ruota,<br />
s'affaticano tutti per trar fuori
là giù la vita umana arriva al fine.<br />
de l'acqua i nomi che veggion più belli:
La fama là, qui ne riman la nota;<br />
così là giù ruffiani, adulatori,
ch'immortali sariano ambe e divine,<br />
buffon, cinedi, accusatori, e quelli
se non che qui quel da la irsuta gota,<br />
che viveno alle corti e che vi sono
e là giù il Tempo ognor ne fa rapine.<br />
più grati assai che 'l virtuoso e 'l buono,
Questi le getta, come vedi, al rio;<br />
 
e quel l'immerge ne l'eterno oblio.<br />
<span style="font-size:80%">21</span> e son chiamati cortigian gentili,
'''20'''<br />
perché sanno imitar l'asino e 'l ciacco;
E come qua su i corvi e gli avoltori<br />
de' lor signor, tratto che n'abbia i fili
e le mulacchie e gli altri varii augelli<br />
la giusta Parca, anzi Venere e Bacco,
s'affaticano tutti per trar fuori<br />
questi di ch'io ti dico, inerti e vili,
de l'acqua i nomi che veggion più belli:<br />
nati solo ad empir di cibo il sacco,
così là giù ruffiani, adulatori,<br />
portano in bocca qualche giorno il nome;
buffon, cinedi, accusatori, e quelli<br />
poi ne l'oblio lascian cader le some.
che viveno alle corti e che vi sono<br />
 
più grati assai che 'l virtuoso e 'l buono,<br />
<span style="font-size:80%">22</span> Ma come i cigni che cantando lieti
'''21'''<br />
rendeno salve le medaglie al tempio,
e son chiamati cortigian gentili,<br />
così gli uomini degni da' poeti
perché sanno imitar l'asino e 'l ciacco;<br />
son tolti da l'oblio, più che morte empio.
de' lor signor, tratto che n'abbia i fili<br />
Oh bene accorti principi e discreti,
la giusta Parca, anzi Venere e Bacco,<br />
che seguite di Cesare l'esempio,
questi di ch'io ti dico, inerti e vili,<br />
e gli scrittor vi fate amici, donde
nati solo ad empir di cibo il sacco,<br />
non avete a temer di Lete l'onde!
portano in bocca qualche giorno il nome;<br />
 
poi ne l'oblio lascian cader le some.<br />
<span style="font-size:80%">23</span> Son, come i cigni, anco i poeti rari,
'''22'''<br />
poeti che non sian del nome indegni;
Ma come i cigni che cantando lieti<br />
sì perché il ciel degli uomini preclari
rendeno salve le medaglie al tempio,<br />
non pate mai che troppa copia regni,
così gli uomini degni da' poeti<br />
sì per gran colpa dei signori avari
son tolti da l'oblio, più che morte empio.<br />
che lascian mendicare i sacri ingegni;
Oh bene accorti principi e discreti,<br />
che le virtù premendo, ed esaltando
che seguite di Cesare l'esempio,<br />
i vizi, caccian le buone arti in bando.
e gli scrittor vi fate amici, donde<br />
 
non avete a temer di Lete l'onde!<br />
<span style="font-size:80%">24</span> Credi che Dio questi ignoranti ha privi
'''23'''<br />
de lo 'ntelletto, e loro offusca i lumi;
Son, come i cigni, anco i poeti rari,<br />
che de la poesia gli ha fatto schivi,
poeti che non sian del nome indegni;<br />
acciò che morte il tutto ne consumi.
sì perché il ciel degli uomini preclari<br />
Oltre che del sepolcro uscirian vivi,
non pate mai che troppa copia regni,<br />
ancor ch'avesser tutti i rei costumi,
sì per gran colpa dei signori avari<br />
pur che sapesson farsi amica Cirra,
che lascian mendicare i sacri ingegni;<br />
più grato odore avrian che nardo o mirra.
che le virtù premendo, ed esaltando<br />
 
i vizi, caccian le buone arti in bando.<br />
<span style="font-size:80%">25</span> Non sì pietoso Enea, né forte Achille
'''24'''<br />
fu, come è fama, né sì fiero Ettorre;
Credi che Dio questi ignoranti ha privi<br />
e ne son stati e mille a mille e mille
de lo 'ntelletto, e loro offusca i lumi;<br />
che lor si puon con verità anteporre:
che de la poesia gli ha fatto schivi,<br />
ma i donati palazzi e le gran ville
acciò che morte il tutto ne consumi.<br />
dai descendenti lor, gli ha fatto porre
Oltre che del sepolcro uscirian vivi,<br />
in questi senza fin sublimi onori
ancor ch'avesser tutti i rei costumi,<br />
da l'onorate man degli scrittori.
pur che sapesson farsi amica Cirra,<br />
 
più grato odore avrian che nardo o mirra.<br />
<span style="font-size:80%">26</span> Non fu sì santo né benigno Augusto
'''25'''<br />
come la tuba di Virgilio suona.
Non sì pietoso Enea, né forte Achille<br />
L'aver avuto in poesia buon gusto
fu, come è fama, né sì fiero Ettorre;<br />
la proscrizion iniqua gli perdona.
e ne son stati e mille a mille e mille<br />
Nessun sapria se Neron fosse ingiusto,
che lor si puon con verità anteporre:<br />
né sua fama saria forse men buona,
ma i donati palazzi e le gran ville<br />
avesse avuto e terra e ciel nimici,
dai descendenti lor, gli ha fatto porre<br />
se gli scrittor sapea tenersi amici.
in questi senza fin sublimi onori<br />
 
da l'onorate man degli scrittori.<br />
<span style="font-size:80%">27</span> Omero Agamennòn vittorioso,
'''26'''<br />
e fe' i Troian parer vili ed inerti;
Non fu sì santo né benigno Augusto<br />
e che Penelopea fida al suo sposo
come la tuba di Virgilio suona.<br />
dai Prochi mille oltraggi avea sofferti.
L'aver avuto in poesia buon gusto<br />
E se tu vuoi che 'l ver non ti sia ascoso,
la proscrizion iniqua gli perdona.<br />
tutta al contrario l'istoria converti:
Nessun sapria se Neron fosse ingiusto,<br />
che i Greci rotti, e che Troia vittrice,
né sua fama saria forse men buona,<br />
e che Penelopea fu meretrice.
avesse avuto e terra e ciel nimici,<br />
 
se gli scrittor sapea tenersi amici.<br />
<span style="font-size:80%">28</span> Da l'altra parte odi che fama lascia
'''27'''<br />
Elissa, ch'ebbe il cor tanto pudico;
Omero Agamennòn vittorioso,<br />
che riputata viene una bagascia,
e fe' i Troian parer vili ed inerti;<br />
solo perché Maron non le fu amico.
e che Penelopea fida al suo sposo<br />
Non ti maravigliar ch'io n'abbia ambascia,
dai Prochi mille oltraggi avea sofferti.<br />
e se di ciò diffusamente io dico.
E se tu vuoi che 'l ver non ti sia ascoso,<br />
Gli scrittori amo, e fo il debito mio;
tutta al contrario l'istoria converti:<br />
ch'al vostro mondo fui scrittore anch'io.
che i Greci rotti, e che Troia vittrice,<br />
 
e che Penelopea fu meretrice.<br />
<span style="font-size:80%">29</span> E sopra tutti gli altri io feci acquisto
'''28'''<br />
che non mi può levar tempo né morte:
Da l'altra parte odi che fama lascia<br />
e ben convenne al mio lodato Cristo
Elissa, ch'ebbe il cor tanto pudico;<br />
rendermi guidardon di sì gran sorte.
che riputata viene una bagascia,<br />
Duolmi di quei che sono al tempo tristo,
solo perché Maron non le fu amico.<br />
quando la cortesia chiuso ha le porte;
Non ti maravigliar ch'io n'abbia ambascia,<br />
che con pallido viso e macro e asciutto
e se di ciò diffusamente io dico.<br />
la notte e 'l dì vi picchian senza frutto.
Gli scrittori amo, e fo il debito mio;<br />
 
ch'al vostro mondo fui scrittore anch'io.<br />
<span style="font-size:80%">30</span> Sì che continuando il primo detto,
'''29'''<br />
sono i poeti e gli studiosi pochi;
E sopra tutti gli altri io feci acquisto<br />
che dove non han pasco né ricetto,
che non mi può levar tempo né morte:<br />
insin le fere abbandonano i lochi. -
e ben convenne al mio lodato Cristo<br />
Così dicendo il vecchio benedetto
rendermi guidardon di sì gran sorte.<br />
gli occhi infiammò, che parveno duo fuochi;
Duolmi di quei che sono al tempo tristo,<br />
poi volto al duca con un saggio riso
quando la cortesia chiuso ha le porte;<br />
tornò sereno il conturbato viso.
che con pallido viso e macro e asciutto<br />
 
la notte e 'l dì vi picchian senza frutto.<br />
<span style="font-size:80%">31</span> Resti con lo scrittor de l'evangelo
'''30'''<br />
Astolfo ormai, ch'io voglio far un salto,
Sì che continuando il primo detto,<br />
quanto sia in terra a venir fin dal cielo;
sono i poeti e gli studiosi pochi;<br />
ch'io non posso più star su l'ali in alto.
che dove non han pasco né ricetto,<br />
Torno alla donna a cui con grave telo
insin le fere abbandonano i lochi. -<br />
mosso avea gelosia crudele assalto.
Così dicendo il vecchio benedetto<br />
Io la lasciai ch'avea con breve guerra
gli occhi infiammò, che parveno duo fuochi;<br />
tre re gittati, un dopo l'altro, in terra;
poi volto al duca con un saggio riso<br />
 
tornò sereno il conturbato viso.<br />
<span style="font-size:80%">32</span> e che giunta la sera ad un castello
'''31'''<br />
ch'alla via di Parigi si ritrova,
Resti con lo scrittor de l'evangelo<br />
d'Agramante, che rotto dal fratello
Astolfo ormai, ch'io voglio far un salto,<br />
s'era ridotto in Arli, ebbe la nuova.
quanto sia in terra a venir fin dal cielo;<br />
Certa che 'l suo Ruggier fosse con quello,
ch'io non posso più star su l'ali in alto.<br />
tosto ch'apparve in ciel la luce nuova,
Torno alla donna a cui con grave telo<br />
verso Provenza, dove ancora intese
mosso avea gelosia crudele assalto.<br />
che Carlo lo seguia, la strada prese.
Io la lasciai ch'avea con breve guerra<br />
 
tre re gittati, un dopo l'altro, in terra;<br />
<span style="font-size:80%">33</span> Verso Provenza per la via più dritta
'''32'''<br />
andando, s'incontrò in una donzella,
e che giunta la sera ad un castello<br />
ancor che fosse lacrimosa e afflitta,
ch'alla via di Parigi si ritrova,<br />
bella di faccia e di maniere bella.
d'Agramante, che rotto dal fratello<br />
Questa era quella sì d'amor traffitta
s'era ridotto in Arli, ebbe la nuova.<br />
per lo figliuol di Monodante, quella
Certa che 'l suo Ruggier fosse con quello,<br />
donna gentil ch'avea lasciato al ponte
tosto ch'apparve in ciel la luce nuova,<br />
l'amante suo prigion di Rodomonte.
verso Provenza, dove ancora intese<br />
 
che Carlo lo seguia, la strada prese.<br />
<span style="font-size:80%">34</span> Ella venìa cercando un cavalliero,
'''33'''<br />
ch'a far battaglia usato, come lontra,
Verso Provenza per la via più dritta<br />
in acqua e in terra fosse, e così fiero,
andando, s'incontrò in una donzella,<br />
che lo potesse al pagan porre incontra.
ancor che fosse lacrimosa e afflitta,<br />
La sconsolata amica di Ruggiero,
bella di faccia e di maniere bella.<br />
come quest'altra sconsolata incontra,
Questa era quella sì d'amor traffitta<br />
cortesemente la saluta, e poi
per lo figliuol di Monodante, quella<br />
le chiede la cagion dei dolor suoi.
donna gentil ch'avea lasciato al ponte<br />
 
l'amante suo prigion di Rodomonte.<br />
<span style="font-size:80%">35</span> Fiordiligi lei mira, e veder parle
'''34'''<br />
un cavallier ch'al suo bisogno fia;
Ella venìa cercando un cavalliero,<br />
e comincia del ponte a ricontarle,
ch'a far battaglia usato, come lontra,<br />
ove impedisce il re d'Algier la via;
in acqua e in terra fosse, e così fiero,<br />
e ch'era stato appresso di levarle
che lo potesse al pagan porre incontra.<br />
l'amante suo: non che più forte sia;
La sconsolata amica di Ruggiero,<br />
ma sapea darsi il Saracino astuto
come quest'altra sconsolata incontra,<br />
col ponte stretto e con quel fiume aiuto.
cortesemente la saluta, e poi<br />
 
le chiede la cagion dei dolor suoi.<br />
<span style="font-size:80%">36</span> - Se sei (dicea) sì ardito e sì cortese,
'''35'''<br />
come ben mostri l'uno e l'altro in vista,
Fiordiligi lei mira, e veder parle<br />
mi vendica, per Dio, di chi mi prese
un cavallier ch'al suo bisogno fia;<br />
il mio signore, e mi fa gir sì trista;
e comincia del ponte a ricontarle,<br />
o consigliami almeno in che paese
ove impedisce il re d'Algier la via;<br />
possa io trovare un ch'a colui resista,
e ch'era stato appresso di levarle<br />
e sappia tanto d'arme e di battaglia,
l'amante suo: non che più forte sia;<br />
che 'l fiume e 'l ponte al pagan poco vaglia.
ma sapea darsi il Saracino astuto<br />
 
col ponte stretto e con quel fiume aiuto.<br />
<span style="font-size:80%">37</span> Oltre che tu farai quel che conviensi
'''36'''<br />
ad uom cortese e a cavalliero errante,
- Se sei (dicea) sì ardito e sì cortese,<br />
in beneficio il tuo valor dispensi
come ben mostri l'uno e l'altro in vista,<br />
del più fedel d'ogni fedele amante.
mi vendica, per Dio, di chi mi prese<br />
De l'altre sue virtù non appertiensi
il mio signore, e mi fa gir sì trista;<br />
a me narrar; che sono tante e tante,
o consigliami almeno in che paese<br />
che chi non n'ha notizia, si può dire
possa io trovare un ch'a colui resista,<br />
che sia del veder privo e de l'udire. -
e sappia tanto d'arme e di battaglia,<br />
 
che 'l fiume e 'l ponte al pagan poco vaglia.<br />
<span style="font-size:80%">38</span> La magnanima donna, a cui fu grata
'''37'''<br />
sempre ogni impresa che può farla degna
Oltre che tu farai quel che conviensi<br />
d'esser con laude e gloria nominata,
ad uom cortese e a cavalliero errante,<br />
subito al ponte di venir disegna:
in beneficio il tuo valor dispensi<br />
ed ora tanto più, ch'è disperata,
del più fedel d'ogni fedele amante.<br />
vien volentier, quando anco a morir vegna;
De l'altre sue virtù non appertiensi<br />
che credendosi, misera! esser priva
a me narrar; che sono tante e tante,<br />
del suo Ruggiero, ha in odio d'esser viva.
che chi non n'ha notizia, si può dire<br />
 
che sia del veder privo e de l'udire. -<br />
<span style="font-size:80%">39</span> - Per quel ch'io vaglio, giovane amorosa
'''38'''<br />
(rispose Bradamante), io m'offerisco
La magnanima donna, a cui fu grata<br />
di far l'impresa dura e perigliosa,
sempre ogni impresa che può farla degna<br />
per altre cause ancor, ch'io preterisco;
d'esser con laude e gloria nominata,<br />
ma più, che del tuo amante narri cosa
subito al ponte di venir disegna:<br />
che narrar di pochi uomini avvertisco,
ed ora tanto più, ch'è disperata,<br />
che sia in amor fedel; ch'a fé ti giuro
vien volentier, quando anco a morir vegna;<br />
ch'in ciò pensai ch'ognun fosse pergiuro. -
che credendosi, misera! esser priva<br />
 
del suo Ruggiero, ha in odio d'esser viva.<br />
<span style="font-size:80%">40</span> Con un sospir quest'ultime parole
'''39'''<br />
finì, con un sospir ch'uscì dal core;
- Per quel ch'io vaglio, giovane amorosa<br />
poi disse: - Andiamo; - e nel seguente sole
(rispose Bradamante), io m'offerisco<br />
giunsero al fiume, al passo pien d'orrore.
di far l'impresa dura e perigliosa,<br />
Scoperte da la guardia che vi suole
per altre cause ancor, ch'io preterisco;<br />
farne segno col corno al suo signore,
ma più, che del tuo amante narri cosa<br />
il pagan s'arma; e quale è 'l suo costume,
che narrar di pochi uomini avvertisco,<br />
sul ponte s'apparecchia in ripa al fiume:
che sia in amor fedel; ch'a fé ti giuro<br />
 
ch'in ciò pensai ch'ognun fosse pergiuro. -<br />
<span style="font-size:80%">41</span> e come vi compar quella guerriera,
'''40'''<br />
di porla a morte subito minaccia,
Con un sospir quest'ultime parole<br />
quando de l'arme e del destrier su ch'era,
finì, con un sospir ch'uscì dal core;<br />
al gran sepolcro oblazion non faccia.
poi disse: - Andiamo; - e nel seguente sole<br />
Bradamante che sa l'istoria vera,
giunsero al fiume, al passo pien d'orrore.<br />
come per lui morta Issabella giaccia,
Scoperte da la guardia che vi suole<br />
che Fiordiligi detto le l'avea,
farne segno col corno al suo signore,<br />
al Saracin superbo rispondea:
il pagan s'arma; e quale è 'l suo costume,<br />
 
sul ponte s'apparecchia in ripa al fiume:<br />
<span style="font-size:80%">42</span> - Perché vuoi tu, bestial, che gli innocenti
'''41'''<br />
facciano penitenza del tuo fallo?
e come vi compar quella guerriera,<br />
Del sangue tuo placar costei convienti:
di porla a morte subito minaccia,<br />
tu l'uccidesti, e tutto 'l mondo sallo.
quando de l'arme e del destrier su ch'era,<br />
Sì che di tutte l'arme e guernimenti
al gran sepolcro oblazion non faccia.<br />
di tanti che gittati hai da cavallo,
Bradamante che sa l'istoria vera,<br />
oblazione e vittima più accetta
come per lui morta Issabella giaccia,<br />
avrà, ch'io te l'uccida in sua vendetta.
che Fiordiligi detto le l'avea,<br />
 
al Saracin superbo rispondea:<br />
<span style="font-size:80%">43</span> E di mia man le fia più grato il dono,
'''42'''<br />
quando, come ella fu, son donna anch'io:
- Perché vuoi tu, bestial, che gli innocenti<br />
né qui venuta ad altro effetto sono,
facciano penitenza del tuo fallo?<br />
ch'a vendicarla; e questo sol disio.
Del sangue tuo placar costei convienti:<br />
Ma far tra noi prima alcun patto è buono,
tu l'uccidesti, e tutto 'l mondo sallo.<br />
che 'l tuo valor si compari col mio.
Sì che di tutte l'arme e guernimenti<br />
S'abbattuta sarò, di me farai
di tanti che gittati hai da cavallo,<br />
quel che degli altri tuoi prigion fatt'hai:
oblazione e vittima più accetta<br />
 
avrà, ch'io te l'uccida in sua vendetta.<br />
<span style="font-size:80%">44</span> ma s'io t'abbatto, come io credo e spero,
'''43'''<br />
guadagnar voglio il tuo cavallo e l'armi,
E di mia man le fia più grato il dono,<br />
e quelle offerir sole al cimitero,
quando, come ella fu, son donna anch'io:<br />
e tutte l'altre distaccar da' marmi;
né qui venuta ad altro effetto sono,<br />
e voglio che tu lasci ogni guerriero. -
ch'a vendicarla; e questo sol disio.<br />
Rispose Rodomonte: - Giusto parmi
Ma far tra noi prima alcun patto è buono,<br />
che 'lsia tuocome valortu sidi'; comparima coli mio.<brprigion />darti
già non potrei, ch'io non gli ho in queste parti.
S'abbattuta sarò, di me farai<br />
 
quel che degli altri tuoi prigion fatt'hai:<br />
<span style="font-size:80%">45</span> Io gli ho al mio regno in Africa mandati:
'''44'''<br />
ma ti prometto, e ti do ben la fede,
ma s'io t'abbatto, come io credo e spero,<br />
che se m'avvien per casi inopinati
guadagnar voglio il tuo cavallo e l'armi,<br />
che tu stia in sella e ch'io rimanga a piede,
e quelle offerir sole al cimitero,<br />
farò che saran tutti liberati
e tutte l'altre distaccar da' marmi;<br />
in tanto tempo quanto si richiede
e voglio che tu lasci ogni guerriero. -<br />
di dare a un messo ch'in fretta si mandi
Rispose Rodomonte: - Giusto parmi<br />
e far quel che, s'io perdo, mi commandi.
che sia come tu di'; ma i prigion darti<br />
 
già non potrei, ch'io non gli ho in queste parti.<br />
<span style="font-size:80%">46</span> Ma s'a te tocca star di sotto, come
'''45'''<br />
piu si conviene, e certo so che fia,
Io gli ho al mio regno in Africa mandati:<br />
non vo' che lasci l'arme, né il tuo nome,
ma ti prometto, e ti do ben la fede,<br />
come di vinta, sottoscritto sia:
che se m'avvien per casi inopinati<br />
al tuo bel viso, a' begli occhi, alle chiome,
che tu stia in sella e ch'io rimanga a piede,<br />
farò che saranspiran tutti liberati<bramore e />leggiadria,
voglio donar la mia vittoria; e basti
in tanto tempo quanto si richiede<br />
che ti disponga amarmi, ove m'odiasti.
di dare a un messo ch'in fretta si mandi<br />
 
e far quel che, s'io perdo, mi commandi.<br />
<span style="font-size:80%">47</span> Io son di tal valor, son di tal nerbo,
'''46'''<br />
Ma s ch'aaver tenon toccadéi stard'andar di sotto, come<bra sdegno. />-
Sorrise alquanto, ma d'un riso acerbo
piu si conviene, e certo so che fia,<br />
non vo' che lascifece ld'armeira, più ilche tuo nomed'altro,<br />segno,
la donna, né rispose a quel superbo;
come di vinta, sottoscritto sia:<br />
ma tornò in capo al ponticel di legno,
al tuo bel viso, a' begli occhi, alle chiome,<br />
spronò il cavallo, e con la lancia d'oro
che spiran tutti amore e leggiadria,<br />
venne a trovar quell'orgoglioso Moro.
voglio donar la mia vittoria; e basti<br />
 
che ti disponga amarmi, ove m'odiasti.<br />
<span style="font-size:80%">48</span> Rodomonte alla giostra s'apparecchia:
'''47'''<br />
viene a gran corso; ed è sì grande il suono
Io son di tal valor, son di tal nerbo,<br />
che rende il ponte, ch'intronar l'orecchia
ch'aver non déi d'andar di sotto a sdegno. -<br />
può forse a molti che lontan ne sono.
Sorrise alquanto, ma d'un riso acerbo<br />
La lancia d'oro fe' l'usanza vecchia;
che fece d'ira, più che d'altro, segno,<br />
che quel pagan, sì dianzi in giostra buono,
la donna, né rispose a quel superbo;<br />
levò di sella, e in aria lo sospese,
ma tornò in capo al ponticel di legno,<br />
indi sul ponte a capo in giù lo stese.
spronò il cavallo, e con la lancia d'oro<br />
 
venne a trovar quell'orgoglioso Moro.<br />
<span style="font-size:80%">49</span> Nel trapassar ritrovò a pena loco
'''48'''<br />
ove entrar col destrier quella guerriera;
Rodomonte alla giostra s'apparecchia:<br />
e fu a gran risco, e ben vi mancò poco,
viene a gran corso; ed è sì grande il suono<br />
ch'ella non traboccò ne la riviera:
che rende il ponte, ch'intronar l'orecchia<br />
ma Rabicano, il quale il vento e 'l fuoco
può forse a molti che lontan ne sono.<br />
concetto avean, sì destro ed agil era,
La lancia d'oro fe' l'usanza vecchia;<br />
che nel margine estremo trovò strada;
che quel pagan, sì dianzi in giostra buono,<br />
e sarebbe ito anco su 'n fil di spada.
levò di sella, e in aria lo sospese,<br />
 
indi sul ponte a capo in giù lo stese.<br />
<span style="font-size:80%">50</span> Ella si volta, e contra l'abbattuto
'''49'''<br />
pagan ritorna; e con leggiadro motto:
Nel trapassar ritrovò a pena loco<br />
- Or puoi (disse) veder chi abbia perduto,
ove entrar col destrier quella guerriera;<br />
e a chi di noi tocchi di star di sotto. -
e fu a gran risco, e ben vi mancò poco,<br />
Di maraviglia il pagan resta muto,
ch'ella non traboccò ne la riviera:<br />
ch'una donna a cader l'abbia condotto;
ma Rabicano, il quale il vento e 'l fuoco<br />
e far risposta non poté o non volle,
concetto avean, sì destro ed agil era,<br />
e fu come uom pien di stupore e folle.
che nel margine estremo trovò strada;<br />
 
e sarebbe ito anco su 'n fil di spada.<br />
<span style="font-size:80%">51</span> Di terra si levò tacito e mesto;
'''50'''<br />
e poi ch'andato fu quattro o sei passi,
Ella si volta, e contra l'abbattuto<br />
lo scudo e l'elmo, e de l'altre arme il resto
pagan ritorna; e con leggiadro motto:<br />
tutto si trasse, e gittò contra i sassi;
- Or puoi (disse) veder chi abbia perduto,<br />
e solo e a piè fu a dileguarsi presto:
e a chi di noi tocchi di star di sotto. -<br />
non che commission prima non lassi
Di maraviglia il pagan resta muto,<br />
a un suo scudier, che vada a far l'effetto
ch'una donna a cader l'abbia condotto;<br />
dei prigion suoi, secondo che fu detto.
e far risposta non poté o non volle,<br />
 
e fu come uom pien di stupore e folle.<br />
<span style="font-size:80%">52</span> Partissi; e nulla poi più se n'intese,
'''51'''<br />
se non che stava in una grotta scura.
Di terra si levò tacito e mesto;<br />
Intanto Bradamante avea sospese
e poi ch'andato fu quattro o sei passi,<br />
lo scudo e l'elmo, e dedi costui l'altre arme ilall'alta resto<br />sepoltura,
e fattone levar tutto l'arnese,
tutto si trasse, e gittò contra i sassi;<br />
il qual dei cavallieri, alla scrittura,
e solo e a piè fu a dileguarsi presto:<br />
conobbe de la corte esser di Carlo;
non che commission prima non lassi<br />
non levò il resto, e non lasciò levarlo.
a un suo scudier, che vada a far l'effetto<br />
 
dei prigion suoi, secondo che fu detto.<br />
<span style="font-size:80%">53</span> Oltr'a quel del figliuol di Monodante,
'''52'''<br />
v'è quel di Sansonetto e d'Oliviero,
Partissi; e nulla poi più se n'intese,<br />
che per trovare il principe d'Anglante,
se non che stava in una grotta scura.<br />
quivi condusse il più dritto sentiero.
Intanto Bradamante avea sospese<br />
Quivi fur presi, e furo il giorno inante
di costui l'arme all'alta sepoltura,<br />
mandati via dal Saracino altiero.
e fattone levar tutto l'arnese,<br />
Di questi l'arme fe' la donna torre
il qual dei cavallieri, alla scrittura,<br />
da l'alta mole, e chiuder ne la torre.
conobbe de la corte esser di Carlo;<br />
 
non levò il resto, e non lasciò levarlo.<br />
<span style="font-size:80%">54</span> Tutte l'altre lasciò pender dai sassi,
'''53'''<br />
che fur spogliate ai cavallier pagani.
Oltr'a quel del figliuol di Monodante,<br />
V'eran l'arme d'un re, del quale i passi
v'è quel di Sansonetto e d'Oliviero,<br />
per Frontalatte mal fur spesi e vani:
che per trovare il principe d'Anglante,<br />
io dico l'arme del re de' Circassi,
quivi condusse il più dritto sentiero.<br />
che dopo lungo errar per colli e piani,
Quivi fur presi, e furo il giorno inante<br />
venne quivi a lasciar l'altro destriero;
mandati via dal Saracino altiero.<br />
e poi senz'arme andossene leggiero.
Di questi l'arme fe' la donna torre<br />
 
da l'alta mole, e chiuder ne la torre.<br />
<span style="font-size:80%">55</span> S'era partito disarmato e a piede
'''54'''<br />
quel re pagan dal periglioso ponte,
Tutte l'altre lasciò pender dai sassi,<br />
sì come gli altri ch'eran di sua fede,
che fur spogliate ai cavallier pagani.<br />
partir da sé lasciava Rodomonte.
V'eran l'arme d'un re, del quale i passi<br />
Ma di tornar più al campo non gli diede
per Frontalatte mal fur spesi e vani:<br />
il cor; ch'ivi apparir non avria fronte:
io dico l'arme del re de' Circassi,<br />
che per quel che vantossi, troppo scorno
che dopo lungo errar per colli e piani,<br />
gli saria farvi in tal guisa ritorno.
venne quivi a lasciar l'altro destriero;<br />
 
e poi senz'arme andossene leggiero.<br />
<span style="font-size:80%">56</span> Di pur cercar nuovo desir lo prese
'''55'''<br />
colei che sol avea fissa nel core.
S'era partito disarmato e a piede<br />
Fu l'aventura sua, che tosto intese
quel re pagan dal periglioso ponte,<br />
(io non vi saprei dir chi ne fu autore)
sì come gli altri ch'eran di sua fede,<br />
ch'ella tornava verso il suo paese:
partir da sé lasciava Rodomonte.<br />
onde esso, come il punge e sprona Amore,
Ma di tornar più al campo non gli diede<br />
dietro alla pesta subito si pone.
il cor; ch'ivi apparir non avria fronte:<br />
Ma tornar voglio alla figlia d'Amone.
che per quel che vantossi, troppo scorno<br />
 
gli saria farvi in tal guisa ritorno.<br />
<span style="font-size:80%">57</span> Poi che narrato ebbe con altro scritto
'''56'''<br />
come da lei fu liberato il passo;
Di pur cercar nuovo desir lo prese<br />
a Fiordiligi ch'avea il core afflitto,
colei che sol avea fissa nel core.<br />
e tenea il viso lacrimoso e basso,
Fu l'aventura sua, che tosto intese<br />
domandò umanamente ov'ella dritto
(io non vi saprei dir chi ne fu autore)<br />
volea che fosse, indi partendo, il passo.
ch'ella tornava verso il suo paese:<br />
Rispose Fiordiligi: - Il mio camino
onde esso, come il punge e sprona Amore,<br />
vo' che sia in Arli al campo saracino,
dietro alla pesta subito si pone.<br />
 
Ma tornar voglio alla figlia d'Amone.<br />
<span style="font-size:80%">58</span> ove navilio e buona compagnia
'''57'''<br />
spero trovar da gir ne l'altro lito.
Poi che narrato ebbe con altro scritto<br />
Mai non mi fermerò fin ch'io non sia
come da lei fu liberato il passo;<br />
venuta al mio signore e mio marito.
a Fiordiligi ch'avea il core afflitto,<br />
Voglio tentar, perché in prigion non stia,
e tenea il viso lacrimoso e basso,<br />
più modi e più; che se mi vien fallito
domandò umanamente ov'ella dritto<br />
questo che Rodomonte t'ha promesso,
volea che fosse, indi partendo, il passo.<br />
ne voglio avere uno ed un altro appresso. -
Rispose Fiordiligi: - Il mio camino<br />
 
vo' che sia in Arli al campo saracino,<br />
<span style="font-size:80%">59</span> - Io m'offerisco (disse Bradamante)
'''58'''<br />
d'accompagnarti un pezzo de la strada,
ove navilio e buona compagnia<br />
tanto che tu ti vegga Arli davante,
spero trovar da gir ne l'altro lito.<br />
ove per amor mio vo' che tu vada
Mai non mi fermerò fin ch'io non sia<br />
a trovar quel Ruggier del re Agramante,
venuta al mio signore e mio marito.<br />
che del suo nome ha piena ogni contrada;
Voglio tentar, perché in prigion non stia,<br />
e che gli rendi questo buon destriero,
più modi e più; che se mi vien fallito<br />
onde abbattuto ho il Saracino altiero.
questo che Rodomonte t'ha promesso,<br />
 
ne voglio avere uno ed un altro appresso. -<br />
<span style="font-size:80%">60</span> Voglio ch'a punto tu gli dica questo:
'''59'''<br />
- Un cavallier che di provar si crede,
- Io m'offerisco (disse Bradamante)<br />
e fare a tutto 'l mondo manifesto
d'accompagnarti un pezzo de la strada,<br />
che contra lui sei mancator di fede;
tanto che tu ti vegga Arli davante,<br />
acciò ti trovi apparecchiato e presto,
ove per amor mio vo' che tu vada<br />
questo destrier, perch'io tel dia, mi diede.
a trovar quel Ruggier del re Agramante,<br />
Dice che trovi tua piastra e tua maglia,
che del suo nome ha piena ogni contrada;<br />
e che l'aspetti a far teco battaglia. -
e che gli rendi questo buon destriero,<br />
 
onde abbattuto ho il Saracino altiero.<br />
<span style="font-size:80%">61</span> Digli questo, e non altro; e se quel vuole
'''60'''<br />
saper da te ch'io son, di' che nol sai. -
Voglio ch'a punto tu gli dica questo:<br />
Quella rispose umana come suole:
- Un cavallier che di provar si crede,<br />
- Non sarò stanca in tuo servizio mai,
e fare a tutto 'l mondo manifesto<br />
spender la vita, non che le parole;
che contra lui sei mancator di fede;<br />
che tu ancora per me così fatto hai. -
acciò ti trovi apparecchiato e presto,<br />
Grazie le rende Bradamante, e piglia
questo destrier, perch'io tel dia, mi diede.<br />
Frontino, e le lo porge per la briglia.
Dice che trovi tua piastra e tua maglia,<br />
 
e che l'aspetti a far teco battaglia. -<br />
<span style="font-size:80%">62</span> Lungo il fiume le belle e pellegrine
'''61'''<br />
giovani vanno a gran giornate insieme,
Digli questo, e non altro; e se quel vuole<br />
saper da te ch'io son, di'tanto che nolveggono Arli, sai.e -<brle />vicine
rive odon risonar del mar che freme.
Quella rispose umana come suole:<br />
Bradamante si ferma alle confine
- Non sarò stanca in tuo servizio mai,<br />
quasi de' borghi ed alle sbarre estreme,
spender la vita, non che le parole;<br />
per dare a Fiordiligi atto intervallo,
che tu ancora per me così fatto hai. -<br />
che condurre a Ruggier possa il cavallo.
Grazie le rende Bradamante, e piglia<br />
 
Frontino, e le lo porge per la briglia.<br />
<span style="font-size:80%">63</span> Vien Fiordiligi, ed entra nel rastrello,
'''62'''<br />
nel ponte e ne la porta; e seco prende
Lungo il fiume le belle e pellegrine<br />
chi le fa compagnia fin all'ostello
giovani vanno a gran giornate insieme,<br />
ove abita Ruggiero, e quivi scende;
tanto che veggono Arli, e le vicine<br />
e, secondo il mandato, al damigello
rive odon risonar del mar che freme.<br />
fa l'imbasciata, e il buon Frontin gli rende:
Bradamante si ferma alle confine<br />
indi va, che risposta non aspetta,
quasi de' borghi ed alle sbarre estreme,<br />
ad eseguire il suo bisogno in fretta.
per dare a Fiordiligi atto intervallo,<br />
 
che condurre a Ruggier possa il cavallo.<br />
<span style="font-size:80%">64</span> Ruggier riman confuso e in pensier grande,
'''63'''<br />
e non sa ritrovar capo né via
Vien Fiordiligi, ed entra nel rastrello,<br />
di saper chi lo sfide, e chi gli mande
nel ponte e ne la porta; e seco prende<br />
a dire oltraggio e a fargli cortesia.
chi le fa compagnia fin all'ostello<br />
Che costui senza fede lo domande,
ove abita Ruggiero, e quivi scende;<br />
o possa domandar uomo che sia,
e, secondo il mandato, al damigello<br />
non sa veder né imaginare; e prima,
fa l'imbasciata, e il buon Frontin gli rende:<br />
ch'ogn'altro sia che Bradamante, istima.
indi va, che risposta non aspetta,<br />
 
ad eseguire il suo bisogno in fretta.<br />
<span style="font-size:80%">65</span> Che fosse Rodomonte, era più presto
'''64'''<br />
ad aver, che fosse altri, opinione;
Ruggier riman confuso e in pensier grande,<br />
e perché ancor da lui debba udir questo,
e non sa ritrovar capo né via<br />
pensa, né imaginar può la cagione.
di saper chi lo sfide, e chi gli mande<br />
Fuor che con lui, non sa di tutto 'l resto
a dire oltraggio e a fargli cortesia.<br />
del mondo, con chi lite abbia e tenzone.
Che costui senza fede lo domande,<br />
Intanto la donzella di Dordona
o possa domandar uomo che sia,<br />
chiede battaglia, e forte il corno suona.
non sa veder né imaginare; e prima,<br />
 
ch'ogn'altro sia che Bradamante, istima.<br />
<span style="font-size:80%">66</span> Vien la nuova a Marsilio e ad Agramante,
'''65'''<br />
ch'un cavallier di fuor chiede battaglia.
Che fosse Rodomonte, era più presto<br />
A caso Serpentin loro era avante,
ad aver, che fosse altri, opinione;<br />
ed impetrò di vestir piastra e maglia,
e perché ancor da lui debba udir questo,<br />
e promesse pigliar questo arrogante.
pensa, né imaginar può la cagione.<br />
Il popul venne sopra la muraglia;
Fuor che con lui, non sa di tutto 'l resto<br />
né fanciullo restò, né restò veglio,
del mondo, con chi lite abbia e tenzone.<br />
che non fosse a veder chi fêsse meglio.
Intanto la donzella di Dordona<br />
 
chiede battaglia, e forte il corno suona.<br />
<span style="font-size:80%">67</span> Con ricca sopravesta e bello arnese
'''66'''<br />
Serpentin da la Stella in giostra venne.
Vien la nuova a Marsilio e ad Agramante,<br />
Al primo scontro in terra si distese:
ch'un cavallier di fuor chiede battaglia.<br />
il destrier aver parve a fuggir penne.
A caso Serpentin loro era avante,<br />
Dietro gli corse la donna cortese,
ed impetrò di vestir piastra e maglia,<br />
e per la briglia al Saracin lo tenne,
e promesse pigliar questo arrogante.<br />
e disse: - Monta, e fa che 'l tuo signore
Il popul venne sopra la muraglia;<br />
mi mandi un cavallier di te migliore. -
né fanciullo restò, né restò veglio,<br />
 
che non fosse a veder chi fêsse meglio.<br />
<span style="font-size:80%">68</span> Il re african, ch'era con gran famiglia
'''67'''<br />
sopra le mura alla giostra vicino,
Con ricca sopravesta e bello arnese<br />
del cortese atto assai si maraviglia,
Serpentin da la Stella in giostra venne.<br />
ch'usato ha la donzella a Serpentino.
Al primo scontro in terra si distese:<br />
- Di ragion può pigliarlo, e non lo piglia, -
il destrier aver parve a fuggir penne.<br />
diceva, udendo il popul saracino.
Dietro gli corse la donna cortese,<br />
Serpentin giunge, e come ella commanda,
e per la briglia al Saracin lo tenne,<br />
un miglior da sua parte al re domanda.
e disse: - Monta, e fa che 'l tuo signore<br />
 
mi mandi un cavallier di te migliore. -<br />
<span style="font-size:80%">69</span> Grandonio di Volterna furibondo,
'''68'''<br />
il più superbo cavallier di Spagna,
Il re african, ch'era con gran famiglia<br />
pregando fece sì, che fu il secondo,
sopra le mura alla giostra vicino,<br />
ed uscì con minacce alla campagna.
del cortese atto assai si maraviglia,<br />
- Tua cortesia nulla ti vaglia al mondo;
ch'usato ha la donzella a Serpentino.<br />
che, quando da me vinto tu rimagna,
- Di ragion può pigliarlo, e non lo piglia, -<br />
al mio signor menar preso ti voglio:
diceva, udendo il popul saracino.<br />
ma qui morrai, s'io posso, come soglio. -
Serpentin giunge, e come ella commanda,<br />
 
un miglior da sua parte al re domanda.<br />
<span style="font-size:80%">70</span> La donna disse lui: - Tua villania
'''69'''<br />
non vo' che men cortese far mi possa,
Grandonio di Volterna furibondo,<br />
ch'io non ti dica che tu torni pria
il più superbo cavallier di Spagna,<br />
che sul duro terren ti doglian l'ossa.
pregando fece sì, che fu il secondo,<br />
Ritorna, e di' al tuo re da parte mia,
ed uscì con minacce alla campagna.<br />
che per simile a te non mi son mossa;
- Tua cortesia nulla ti vaglia al mondo;<br />
ma per trovar guerrier che 'l pregio vaglia,
che, quando da me vinto tu rimagna,<br />
son qui venuta a domandar battaglia. -
al mio signor menar preso ti voglio:<br />
 
ma qui morrai, s'io posso, come soglio. -<br />
<span style="font-size:80%">71</span> Il mordace parlare, acre ed acerbo,
'''70'''<br />
gran fuoco al cor del Saracino attizza;
La donna disse lui: - Tua villania<br />
sì che senza poter replicar verbo,
non vo' che men cortese far mi possa,<br />
volta il destrier con colera e con stizza.
ch'io non ti dica che tu torni pria<br />
Volta la donna, e contra quel superbo
che sul duro terren ti doglian l'ossa.<br />
la lancia d'oro e Rabicano drizza.
Ritorna, e di' al tuo re da parte mia,<br />
Come l'asta fatal lo scudo tocca,
che per simile a te non mi son mossa;<br />
coi piedi al cielo il Saracin trabocca.
ma per trovar guerrier che 'l pregio vaglia,<br />
 
son qui venuta a domandar battaglia. -<br />
<span style="font-size:80%">72</span> Il destrier la magnanima guerriera
'''71'''<br />
gli prese, e disse: - Pur tel prediss'io,
Il mordace parlare, acre ed acerbo,<br />
che far la mia imbasciata meglio t'era,
gran fuoco al cor del Saracino attizza;<br />
che de la giostra aver tanto disio.
sì che senza poter replicar verbo,<br />
Di', al re, ti prego, che fuor de la schiera
volta il destrier con colera e con stizza.<br />
elegga un cavallier che sia par mio;
Volta la donna, e contra quel superbo<br />
né voglia con voi altri affaticarme,
la lancia d'oro e Rabicano drizza.<br />
ch'avete poca esperienza d'arme. -
Come l'asta fatal lo scudo tocca,<br />
 
coi piedi al cielo il Saracin trabocca.<br />
<span style="font-size:80%">73</span> Quei da le mura, che stimar non sanno
'''72'''<br />
chi sia il guerriero in su l'arcion sì saldo,
Il destrier la magnanima guerriera<br />
quei più famosi nominando vanno,
gli prese, e disse: - Pur tel prediss'io,<br />
che tremar li fan spesso al maggior caldo.
che far la mia imbasciata meglio t'era,<br />
Che Brandimarte sia, molti detto hanno:
che de la giostra aver tanto disio.<br />
la più parte s'accorda esser Rinaldo:
Di', al re, ti prego, che fuor de la schiera<br />
molti su Orlando avrian fatto disegno;
elegga un cavallier che sia par mio;<br />
ma il suo caso sapean di pietà degno.
né voglia con voi altri affaticarme,<br />
 
ch'avete poca esperienza d'arme. -<br />
<span style="font-size:80%">74</span> La terza giostra il figlio di Lanfusa
'''73'''<br />
chiedendo, disse: - Non che vincer speri,
Quei da le mura, che stimar non sanno<br />
ma perché di cader più degna scusa
chi sia il guerriero in su l'arcion sì saldo,<br />
abbian, cadendo anch'io, questi guerrieri. -
quei più famosi nominando vanno,<br />
E poi di tutto quel ch'in giostra s'usa
che tremar li fan spesso al maggior caldo.<br />
si messe in punto; e di cento destrieri
Che Brandimarte sia, molti detto hanno:<br />
che tenea in stalla, d'un tolse l'eletta,
la più parte s'accorda esser Rinaldo:<br />
ch'avea il correre acconcio, e di gran fretta.
molti su Orlando avrian fatto disegno;<br />
 
ma il suo caso sapean di pietà degno.<br />
<span style="font-size:80%">75</span> Contra la donna per giostrar si fece;
'''74'''<br />
ma prima salutolla, ed ella lui.
La terza giostra il figlio di Lanfusa<br />
Disse la donna: - Se saper mi lece,
chiedendo, disse: - Non che vincer speri,<br />
ditemi in cortesia che siate vui. -
ma perché di cader più degna scusa<br />
Di questo Ferraù le satisfece,
abbian, cadendo anch'io, questi guerrieri. -<br />
ch'usò di rado di celarsi altrui.
E poi di tutto quel ch'in giostra s'usa<br />
Ella soggiunse: - Voi già non rifiuto,
si messe in punto; e di cento destrieri<br />
ma avria più volentieri altri voluto. -
che tenea in stalla, d'un tolse l'eletta,<br />
 
ch'avea il correre acconcio, e di gran fretta.<br />
<span style="font-size:80%">76</span> - E chi? - Ferraù disse. Ella rispose:
'''75'''<br />
- Ruggiero; - e a pena il poté proferire,
Contra la donna per giostrar si fece;<br />
e sparse d'un color come di rose
ma prima salutolla, ed ella lui.<br />
la bellissima faccia in questo dire.
Disse la donna: - Se saper mi lece,<br />
Soggiunse al detto poi: - Le cui famose
ditemi in cortesia che siate vui. -<br />
lode a tal prova m'han fatto venire.
Di questo Ferraù le satisfece,<br />
Altro non bramo, e d'altro non mi cale,
ch'usò di rado di celarsi altrui.<br />
che di provar come egli in giostra vale. -
Ella soggiunse: - Voi già non rifiuto,<br />
 
ma avria più volentieri altri voluto. -<br />
<span style="font-size:80%">77</span> Semplicemente disse le parole
'''76'''<br />
che forse alcuno ha già prese a malizia.
- E chi? - Ferraù disse. Ella rispose:<br />
Rispose Ferraù: - Prima si vuole
- Ruggiero; - e a pena il poté proferire,<br />
provar tra noi chi sa più di milizia.
e sparse d'un color come di rose<br />
Se di me avvien quel che di molti suole,
la bellissima faccia in questo dire.<br />
poi verrà ad emendar la mia tristizia
Soggiunse al detto poi: - Le cui famose<br />
quel gentil cavallier che tu dimostri
lode a tal prova m'han fatto venire.<br />
aver tanto desio che teco giostri. -
Altro non bramo, e d'altro non mi cale,<br />
 
che di provar come egli in giostra vale. -<br />
<span style="font-size:80%">78</span> Parlando tuttavolta la donzella
'''77'''<br />
teneva la visiera alta dal viso.
Semplicemente disse le parole<br />
Mirando Ferraù la faccia bella,
che forse alcuno ha già prese a malizia.<br />
si sente rimaner mezzo conquiso,
Rispose Ferraù: - Prima si vuole<br />
e taciturno dentro a sé favella:
provar tra noi chi sa più di milizia.<br />
- Questo un angel mi par del paradiso;
Se di me avvien quel che di molti suole,<br />
e ancor che con la lancia non mi tocchi,
poi verrà ad emendar la mia tristizia<br />
abbattuto son già da' suoi begli occhi. -
quel gentil cavallier che tu dimostri<br />
 
aver tanto desio che teco giostri. -<br />
<span style="font-size:80%">79</span> Preson del campo; e come agli altri avvenne,
'''78'''<br />
Ferraù se n'uscì di sella netto.
Parlando tuttavolta la donzella<br />
Bradamante il destrier suo gli ritenne,
teneva la visiera alta dal viso.<br />
e disse: - Torna, e serva quel c'hai detto. -
Mirando Ferraù la faccia bella,<br />
Ferraù vergognoso se ne venne,
si sente rimaner mezzo conquiso,<br />
e ritrovò Ruggier ch'era al cospetto
e taciturno dentro a sé favella:<br />
del re Agramante; e gli fece sapere
- Questo un angel mi par del paradiso;<br />
ch'alla battaglia il cavallier lo chere.
e ancor che con la lancia non mi tocchi,<br />
 
abbattuto son già da' suoi begli occhi. -<br />
<span style="font-size:80%">80</span> Ruggier non conoscendo ancor chi fosse
'''79'''<br />
chi a sfidar lo mandava alla battaglia,
Preson del campo; e come agli altri avvenne,<br />
quasi certo di vincere, allegrosse;
Ferraù se n'uscì di sella netto.<br />
e le piastre arrecar fece e la maglia:
Bradamante il destrier suo gli ritenne,<br />
né l'aver visto alle gravi percosse,
e disse: - Torna, e serva quel c'hai detto. -<br />
che gli altri sian caduti, il cor gli smaglia.
Ferraù vergognoso se ne venne,<br />
Come s'armasse, e come uscisse, e quanto
e ritrovò Ruggier ch'era al cospetto<br />
poi ne seguì, lo serbo all'altro canto.
del re Agramante; e gli fece sapere<br />
</poem>{{capitolo
ch'alla battaglia il cavallier lo chere.<br />
|CapitoloPrecedente=Canto 34
'''80'''<br />
|NomePaginaCapitoloPrecedente=Orlando Furioso/Canto 34
Ruggier non conoscendo ancor chi fosse<br />
|CapitoloSuccessivo=Canto 36
chi a sfidar lo mandava alla battaglia,<br />
|NomePaginaCapitoloSuccessivo=Orlando Furioso/Canto 36
quasi certo di vincere, allegrosse;<br />
}}
e le piastre arrecar fece e la maglia:<br />
né l'aver visto alle gravi percosse,<br />
che gli altri sian caduti, il cor gli smaglia.<br />
Come s'armasse, e come uscisse, e quanto<br />
poi ne seguì, lo serbo all'altro canto.<br />