Le cene ed altre prose/Prima cena/Novella prima: differenze tra le versioni

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''SILVESTRO RISDOMINI credendosi portare al Maestro l’orina della moglie ammalata, gli porta quella della fante sana; e per commestione del medico, usando seco il matrimonio, guarisce; e alla serva, che bisogno ne aveva, da marito''.
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In questo mentre, venutone il carnovale, accadde che una sera dopo cena, sendo Silvestro e la moglie al fuoco, lieti e pien di festa cianciando e ridendo, la Sandra veduto che lo scambio dell’orina era stato la salvezza della padrona ed il conforto del marito, ogni cosa, come era seguito, particolarmente raccontò loro; di che meravigliandosi, tanto risero la sera, intorno a ciò pensando, che dolevano loro gli occhi. E Salvestro, non fu prima giorno, che ne andò a casa il medico, e gli narrò ordinatamente il tutto; il quale, stupito e quasi fuori di sè, considerava il bel caso che era nato; e come non volendo, anzi quasi per nuocere alla donna, colei fosse stata cagione di giovarle, e veramente della sanità sua; e avendo riso un pezzo anch’egli, a ognuno che a casa gli capitava, come per un miracolo raccontava quella piacevolezza: e nelle sue ricette scrisse che a tutte le malattie delle donne, che fossero da’ sedici infino a’ cinquanta anni, quando non si trovasse altro rimedio, e che da’ medici fossero state disfidate, il coito essere atto e potentissimo a renderle in breve tempo sane, adducendo questo per esempio, che nelle sue cure gli era intervenuto. E a Salvestro fece intendere che la sua fante, che di tanto bene gli era stata cagione, bisogno aveva grandissimo di marito; e che senza, potrebbe agevolmente incorrere in qualche strana e pericolosa infermità. Onde Salvestro, per ristorarla del benefizio ricevuto, la diede per moglie a uno figliastro di un suo lavoratore da San Masrtin la Palma, giovane di prima barba, vi so dire, che le scosse la polvere, e le ritrovò le congiunture.
 
 
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