Teatro Historico di Velletri/Del Regno del Latio: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 5:
Chi diede di Latio il nome à quella Regione di quà dal Tevere; dove, come piace à Fabio Pittore nel sopracitato luogo, hebbe i suoi primi natali la Trionfante Roma, fù Saturno Caspio, chiamato per altro Nome Sabatio Saga, Figliolo di Cuso, Nipote di Camo, Pronepote di Noe, che dal Sacro Cronista vien detto Sabatcha, che perseguitato dall'empio Giove Belo, Padre di Nino, e Figlio di Nembrotte, se ne fuggì in queste nostre Contrade, e perciò in questo mi dilungo dal Bardi, il cui intendimento è, che questo Saturno sia figlio di Noe; se però non intendesse di Saturno Egittio, dico Camo, che allhora sarei seco. Che il detto Sabatio sia il nostro Saturno, lo dice Beroso, quando narra la prima fuga di lui ne monti Caspi, e trà li Battriani, & Armeni più remoti, per schivar la Tirannia del crudo Belo, ''Sabatius'' (egli dice) ''delitescebat in Battrianis Sagis'', Torello Sarayne conferma l'istesso con le seguenti parole, ''Postquam paulo post, & Saturnus, qui, & Sabatius Saga dictus est, frater Nembrot Saturni Babilonici, & Patruus Iovis Beli, in Italiam concessit fugiens arma Iovis''. Leandro Alberti, l'Annio, Gio. Christostomo Zanco, & il dottissimo Padre Maestro Felice Ciatti chiaro splendore della mia Francisca Religione con altri molti gravi Autori sono del medesimo parere, e trà viventi, Pompeo Angelotti fondato nell'Autorità di Monsignor Vittorij in un Sonetto dell'Istoria di lui manoscritta.
 
Se ne stava il patiente Sabatio nascosto ne' sopr'accennati Monti perseguitato dall'ambitioso Nipote, che non poteva adempire la vorace brama di solo regnare, se non prima estinto il nostro Saturno; cercava perciò d'ucciderlo; ma perchè fù la fuga di lui repentina, e segreta, non commise tanta sceleragginesceleragine. Dovendo poi egli render il debito alla Natura, col far passaggio all'altra vita, doppo haver regnato nella Babilonia <small>XLIII</small> Anni, lasciò per precetto testamentario à Nino suo figliolo soccessore del Regno, e della crudeltà paterna, ch'in esterminio mandar dovesse Sabatio Saga, ''Iussit filio Nino, ut Sabatium Sagam funditus deleret'', dice Beroso. Aspettava tempo più opportuno l'afflitto Sabatio, ò per la recuperatione del Regno, ò per più sicuro scampo della sua persona, ma non vedendovi piega; lasciando al governo de gli Armeni Barzane suo figlio, s'imbarcò per la Sarmatia, Regno così chiamato da Sarmata nipote di Semo.