Arabella/Parte seconda/2: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Correzione pagina via bot |
Nessun oggetto della modifica |
||
Riga 1:
{{Qualità|avz=75%|data=31 agosto 2009|arg=Romanzi}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=Parte 2 sezione 2|prec=../../../Arabella parte2/1|succ=../../../Arabella parte2/3}}
__MATCH__:[[Pagina:Arabella.djvu/187]]
▲'''In casa delle due "beate"'''
Qualche giorno dopo quest’incontro, verso sera, la Colomba, la Nunziadina e Ferruccio finivano di desinare nella scarsa luce del crepuscolo - eravamo ai primi di aprile - colle finestre aperte sulla bella pianta di castagno amaro e sui giardini vestiti del bel verde tenero della primavera, quando a un tratto l’uscio sbatté e venne dentro il Berretta, colla faccia stravolta, cogli occhi fuori dalla testa, pallido come la morte.
Il vecchio portinaio venne avanti, si lasciò cadere sulla sedia, come un uomo che si sfascia, e disse:
Il Berretta con una mano tremante di paralitico fe’ segno a Ferruccio di chiudere l’uscio e le finestre. Mentre il ragazzo obbediva, alla zia Colomba non riusciva d’accendere lo zolfanello sulla pietra del camino. La Nunziadina nel correre da una parte all’altra in preda alla convulsione, fece sonare nel buio le gruccette sull’ammattonato.
Riga 19:
Finalmente la fiamma rischiarò quei quattro visi intorno al tavolo, tre dei quali si fissarono in uno come in un specchio.
—Chi?—
La luce livida del petrolio fece parere ancor più livido il disgraziato, che da sei o sette giorni non s’era toccata la barba.
Riga 29:
Ferruccio gli sedette vicino e col tono d’un uomo che ragiona, chiese:
E dopo un respiro seguitarono a vicenda incalzandosi:
Ferruccio, sottovoce, con pazienza, cercò di strappare di bocca a suo padre una confessione.
Riga 47:
Perché l’avevano denunciato? chi? il signor Tognino?
Ce ne volle della pazienza per tirare dalla bocca di quel mezzo inebetito una storia con un costrutto.
Riga 57:
Il vecchio Berretta non avrebbe voluto parlare in faccia al figliuolo, ma finalmente tira di qua, dàlli di là, la faccenda delle trenta bottiglie rubate alla vecchia Ratta venne fuori. Vennero in seguito le minacce che il sor Tognino aveva fatto quella tal notte, se il Berretta parlava.
O Signor benedetto! il sor Tognino era venuto a cercare una carta. Aveva un cappello molle in testa. Faceva freddo; lui stava vicino al fuoco. Lo chiamò a fargli lume, ma lui non voleva. Cercò anche nel letto, ma lui non aveva viste carte. Se osava parlare lo denunciava. Ma i preti avevan saputo la cosa e lo tirarono sotto il Crocifisso a giurare. C’era di mezzo il Mornigani, il mezzo avvocato, l’Olimpia e monsignor arcivescovo. Tutti lo volevano morto, cominciando da don Giosuè Pianelli. Egli non aveva visto niente, aveva detto niente a nessuno, nemmeno ad Aquilino; ma il sor Tognino aveva saputo tutto, fece la deposizione e mandò le guardie a prenderlo per menarlo al cellulare. Aveva veduto le guardie dalla bottega della sora Palmira, verso le tre e mezzo, e non tornò più a casa. Aveva fatto il giro di tutti i bastioni; al cellulare lui non voleva andare, no, no. Prima si gettava nel Naviglietto...
Mentre il Berretta raccontava a spizzico e a salti la dolorosa istoria, le donne e Ferruccio rimasero atterriti a sentire, scattando di tempo in tempo sui nervi, uscendo in parole monche di dolore, di meraviglia, di spavento, guardandosi in faccia senza voce e senza respiro.
E il ragazzo si prese la testa nelle mani, come se con quel gesto cercasse di tenerla ferma sulle spalle.
E il giovane, non potendo più resistere alla violenza della sua emozione, cominciò a singhiozzare e a contrastare coi suoi singhiozzi.
Riga 99:
La zia Nunziadina, non sapendo più stare a quella scena, scappò via saltellando e andò a nascondersi nello stanzino.
E nel nervoso parossismo il ragazzo si buttò sulla sedia, appoggiò i gomiti sulla tavola, strinse le tempie nei pugni, e stette coll’occhio infocato a guardare fisso mentre il Berretta, movendo il capo ora a destra ora a manca, pareva diventato scemo dallo spavento.
Riga 107:
La Colomba, soffocata anche lei dalla passione, cominciò col baciare la testa a Ferruccio, poi lo scosse, lo tirò a sé, inghiottendo con fatica quel gruppo di dolori che aveva in gola, gli disse a scatti, col fare d’una donna pratica di mondo:
La Colomba abbassò gli occhi, ma, sentendo che Ferruccio cominciava a tremare come una foglia, lo prese più forte per le due spalle e, scrollandolo, soggiunse con tono quasi di rimprovero:
E dopo aver smosse alcune robe per sbarazzare la strada andò in camera. La Nunziadina aveva acceso due lumini innanzi alla Madonna della Salette.
Le parole stentavano a uscir dalla bocca della povera donna, come stenta uscir l’acqua da una bottiglia capovolta. Tornò in cucina, cacciò il libretto nella tasca di Ferruccio, abbottonò la giacca, mise in testa al figliuolo il cappello e accompagnandolo fin sulla scala al buio, seguitò a dirgli:
|