Annali d'Italia dal principio dell'era volgare sino all'anno 1750/298: differenze tra le versioni

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{{Anno di|{{Sc|Cristo}} CCXCVIII. Indizione I.|MARCELLINO papa 3.|DIOCLEZIANO imperadore 15.|MASSIMIANO imperadore 13.}}Consoli
 
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ANICIO FAUSTO e VIRIO GALLO.
 
Così ho io descritto i nomi di questi consoli, appoggiato a due iscrizioni che si leggono nella mia Raccolta2822, senza dare a Fausto il secondo consolato, come alcuno ha tenuto; e con chiamare il secondo console Virio, e non Severo, come fa la Cronica Alessandrina. Artorio Massimo, per attestato degli antichi cataloghi, fu prefetto di Roma in questo anno. Potrebbe essere che all'anno presente appartenesse la guerra fatta da Costanzo Cesare contra degli Alamanni. Eusebio2823 la riferisce circa questi tempi. Eutropio2824 e Zonara2825 ne parlano prima della guerra di Persia. Erano in armi gli Alamanni, e con poderoso esercito venuti alla volta di Langres nelle Gallie, sorpresero in maniera Costanzo, che fu forzato a ritirarsi precipitosamente colle sue genti. Pervenuto a quella città, vi trovò chiuse le porte, per timore che
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v'entrassero i nemici. Se volle salvarsi, gli convenne farsi tirar su per le mura con delle corde. Ma raccolte in meno di cinque ore tutte le sue milizie, coraggiosamente uscì addosso ai nemici, li sbaragliò, e ne fece restar freddi sul campo sessantamila, come ha il testo latino di Eusebio, Eutropio, Orosio2826 e Zonara. Ma chi è pratico delle guerre, e sa che d'ordinario troppo da' parziali s'ingrandiscono le vittorie, avrà ben ragionevolmente dubbio, che invece di sessantamila s'abbia a leggere sei mila, come appunto sta nel testo greco di Eusebio e di Teofane2827. In questa battaglia restò ferito Costanzo. Eutropio dopo sì gloriosa vittoria seguita a dire che Massimiano Augusto nell'Africa terminò la guerra contro ai Quinquegenziani con averli domati, e costretti a chieder pace, ch'egli loro non negò.
 
 
 
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