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ne elevarono molti, di fatto e di teoria, che la contraddicono. Essa conserva però tuttavia, nelle sue basi fondamentali, un alto grado di probabilità, benché il processo evolutivo della nebula solare non possa ritenersi conforme alla rappresentazione fattane dal Laplace, e sia tuttora un mistero; le uebule astronomiche ci conservano il modello dell’antica nebula solare. Bimane quindi assai probabile che anche la Terra rappresenti un prodotto di condensazione di una massa nebulare, ma troppo poco l’analisi spettrale ci ha rivelato della costituzione di queste per autorizzarci a dedurne il processo di tale condensazione e il suo risultato, cioè la condizione attuale della massa terrestre anche nel suo interno. Accennerò in seguito ad alcune costruzioni ipotetiche anche recenti, rappresentative di questo processo, non senza rilevarne i punti deboli.
110 elevarono molti, di fatto e di teoria, che la contraddicono.
Essa conserva però tuttavia, nelle sue basi fondamentali, un
alto grado di probabilità, benché il processo evolutivo della
nebula solare non possa ritenersi conforme alla rappresen-
tazione fattane dal Laplace, e sia tuttora un mistero; le ue-
bule astronomiche ci conservano il modello dell’antica nebula
solare. Bimane quindi assai probabile che anche la Terra
rappresenti un prodotto di condensazione di una massa
nebulare, ma troppo poco l’analisi spettrale ci ha rivelato
della costituzione di queste per autorizzarci a dedurne il pro-
cesso di tale condensazione e il suo risultato, cioè la condi-
zione attuale della massa terrestre anche nel suo interno.
Accennerò in seguito ad alcune costruzioni ipotetiche anche
recenti, rappresentative di questo processo, non senza ri-
levarne i punti deboli.


Ma l’Astronomia doveva portare per altra via argomenti ben più solidi contro ia rappresentazione, che chiamerò geologica, della Terra come massa fluida. Hopkins, studiando le leggi della precessione degli equinozi e della nutazione dell’asse terrestre, trovò che esse non si potevano spiegare nell’ ipotesi che la Terra fosse una massa liquida chiusa da un involucro rigido, e ne dedusse che essa doveva essere almeno in gran parte solida. {{Ac|William Thomson}} (Lord Kelvin) completò la dimostrazione di Hopkins, provando che le leggi accennate sarebbero verificate anche nell’ipotesi di una massa fluida chiusa in un guscio elastico, che cedesse facilmente alle fluttuazioni della massa interna; ma che in tal caso ncn potrebbe verificarsi il fenomeno delle maree oceaniche. Tutta la teoria delle maree che, nonostante molte incertezze dipendenti dalla grande complessità del problema, risponde assai bene alla realtà dei fatti, è basata sul supposto che la superficie solida della Terra non ceda alle forze di marea coll’istessa prontezza del mare sovrincombente; dobbiamo quindi ammettere nella crosta terrestre un grado piuttosto elevato di rigidità, grado di rigidità che, per l’argomento di Hopkins, deve allora estendersi a tutta la massa terrestre nel suo complesso. Il fenomeno della nutazione dell’asse terrestre ha fatto fare in questi ultimi anni un altro passo alla nostra conoscenza della costituzione interna della terra nel suo assieme. L’asse terrestre oscilla attorno a una posizione media, definita dai poli, come l’asse di una trottola nel principio
Ma l’Astronomia doveva portare per altra via argomenti
ben più solidi contro ia rappresentazione, che chiamerò geo-
logica, della Terra come massa fluida. Hopkins, studiando le
leggi della precessione degli equinozi e della nutazione del-
l’ asse terrestre, trovò che esse non si potevano spiegare
nell’ ipotesi che la Terra fosse una massa liquida chiusa da
un involucro rigido, e ne dedusse che essa doveva essere
almeno in gran parte solida. William Thomson (Lord Kelvin)
completò la dimostrazione di Hopkins, provando che le leggi
accennate sarebbero verificate anche nell’ipotesi di una massa
fluida chiusa in un guscio elastico, che cedesse facilmente alle
fluttuazioni della massa interna; ma che in tal caso ncn po-
trebbe verificarsi il fenomeno delle maree oceaniche. Tutta
la teoria delle maree che, nonostante molte incertezze dipen-
denti dalla grande complessità del problema, risponde assai
bene alla realtà dei fatti, è basata sul supposto che la su-
perficie solida della Terra non ceda alle forze di marea col-
1’¡stessa prontezza del mare sovrincombente; dobbiamo quindi
ammettere nella crosta terrestre un grado piuttosto elevato
di rigidità, grado di rigidità che, per l’argomento di Hopkins,
deve allora estendersi a tutta la massa terrestre nel suo
complesso. Il fenomeno della nutazione dell’ asse terrestre
ha fatto fare in questi ultimi anni un altro passo alla nostra
conoscenza della costituzione interna della terra nel suo as-
sieme. L’asse terrestre oscilla attorno a una posizione media,
definita dai poli, come l’asse di una trottola nel principio