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e MARCO ELIO AURELIO VERO CESARE per la seconda.
e MARCO ELIO AURELIO VERO CESARE per la seconda.


Si figura il padre Pagi1105, che Antonino Augusto prendesse questo consolato per solennizzare i quinquennali del suo imperio, avendo differita questa festa all'anno presente, che dovea farsi nel precedente. Ma cotal dilazione è immaginata da lui, nè fondata se non sopra le regole da esso ideate, che patiscono molte difficoltà. Credè egli parimente, che in quest'anno Lucio Vero suo figliuolo adottivo, per attestato di Capitolino1106, essendo in età di quindici anni, prendesse la toga virile: nella qual occasione solevano i Romani far festa. Credono altri, che Antonino in fatti la facesse con dedicare il tempio d'Augusto, da lui ristorato, siccome consta dalle medaglie1107. Ma Capitolino1108 scrive diversamente, con dire ch'egli in tal congiuntura dedicò il Tempio del Padre, cioè di Adriano, e non già di Augusto. Dal medesimo autore abbiamo, che Antonino Pio lasciò di belle memorie, tanto in Roma che altrove, con fabbriche sontuose, o fatte di pianta o ristorate durante il suo imperio. Cioè il tempio dedicato in onore di esso Adriano suo padre; il Grecostadio, o sia la Grecostasi, edificio, in cui si fermavano gli ambasciadori delle nazioni prima di essere introdotti nel senato. Questo, già rovinato da un incendio, fu da lui rifatto. Ristorò similmente l'anfiteatro di Tito, per quanto si crede; il sepolcro di Adriano; il tempio d'Agrippa, cioè oggidì la Rotonda; il ponte Sulpicio di legno sul Tevere; il Faro, forse di Pozzuolo o di Gaeta. Vedesi in Pozzuolo una iscrizione, testimonio di questo1109. Racconciò i porti di essa Gaeta e di Terracina. Lo stesso benefizio prestò alle Terme d'Ostia, all'acquidotto d'Anzio, e al tempio di Lanuvio, o sia di Lavinia. Del tempio d'Augusto, da lui risarcito, non parla Capitolino. Soggiugne bensì, aver egli aiutate con danaro molte città, acciocchè o facessero delle nuove fabbriche, o ristorassero le vecchie, ed aver contribuito molto del suo, affinchè i senatori ed altri magistrati potessero con decoro esercitar i loro impieghi. Pausania1110 fa menzione di varii altri edifizii attribuiti nella Grecia al medesimo Antonino Augusto. E da un'iscrizione rapportata dal marchese Maffei1111 si raccoglie ch'egli ristorò le Terme di Narbona nella Gallia. Anche di diverse pubbliche strade per ordin suo riselciate parlano altre iscrizioni.
Si figura il padre Pagi1105, che Antonino Augusto prendesse questo consolato per solennizzare i quinquennali del suo imperio, avendo differita questa festa all’anno presente, che dovea farsi nel precedente. Ma cotal dilazione è immaginata da lui, nè fondata se non sopra le regole da esso ideate, che patiscono molte difficoltà. Credè egli parimente, che in quest’anno Lucio Vero suo figliuolo adottivo, per attestato di Capitolino1106, essendo in età di quindici anni, prendesse la toga virile: nella qual occasione solevano i Romani far festa. Credono altri, che Antonino in fatti la facesse con dedicare il tempio d’Augusto, da lui ristorato, siccome consta dalle medaglie1107. Ma Capitolino1108 scrive diversamente, con dire ch’egli in tal congiuntura dedicò il Tempio del Padre, cioè di Adriano, e non già di Augusto. Dal medesimo autore abbiamo, che Antonino Pio lasciò di belle memorie, tanto in Roma che altrove, con fabbriche sontuose, o fatte di pianta o ristorate durante il suo imperio. Cioè il tempio dedicato in onore di esso Adriano suo padre; il Grecostadio, o sia la Grecostasi, edificio, in cui si fermavano gli ambasciadori delle nazioni prima di essere introdotti nel senato. Questo, già rovinato da un incendio, fu da lui rifatto. Ristorò similmente l’anfiteatro di Tito, per quanto si crede; il sepolcro di Adriano; il tempio d’Agrippa, cioè oggidì la Rotonda; il ponte Sulpicio di legno sul Tevere; il Faro, forse di Pozzuolo o di Gaeta. Vedesi in Pozzuolo una iscrizione, testimonio di questo1109. Racconciò i porti di essa Gaeta e di Terracina. Lo stesso benefizio prestò alle Terme d’Ostia, all’acquidotto d’Anzio, e al tempio di Lanuvio, o sia di Lavinia. Del tempio d’Augusto, da lui risarcito, non parla Capitolino. Soggiugne bensì, aver egli aiutate con danaro molte città, acciocchè o facessero delle nuove fabbriche, o ristorassero le vecchie, ed aver contribuito molto del suo, affinchè i senatori ed altri magistrati potessero con decoro esercitar i loro impieghi. Pausania1110 fa menzione di varii altri edifizii attribuiti nella Grecia al medesimo Antonino Augusto. E da un’iscrizione rapportata dal marchese Maffei1111 si raccoglie ch’egli ristorò le Terme di Narbona nella Gallia. Anche di diverse pubbliche strade per ordin suo riselciate parlano altre iscrizioni.




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SESTO ERUCIO CLARO per la seconda volta, e GNEO CLAUDIO SEVERO.
SESTO ERUCIO CLARO per la seconda volta, e GNEO CLAUDIO SEVERO.


Intanto si provava una mirabil tranquillità e un delizioso vivere, tanto in Roma che in tutto il romano imperio, pel savio governo di Antonino Pio, che si facea conoscere buon principe, e maggiormente padre a tutti i sudditi suoi. Marco Aurelio, imperador dopo lui, nello scrivere la vita propria1112, confessa d'aver molto imparato dagli esempli e dalla voce d'esso Antonino, padre suo per adozione, e ci dà un bel saggio della maniera da lui tenuta di vivere. Capitolino1113 anch'esso ce ne lasciò qualche memoria. L'altezza del grado, a cui era pervenuto Antonino, non gli fece punto<section end=s2/>
Intanto si provava una mirabil tranquillità e un delizioso vivere, tanto in Roma che in tutto il romano imperio, pel savio governo di Antonino Pio, che si facea conoscere buon principe, e maggiormente padre a tutti i sudditi suoi. Marco Aurelio, imperador dopo lui, nello scrivere la vita propria1112, confessa d’aver molto imparato dagli esempli e dalla voce d’esso Antonino, padre suo per adozione, e ci dà un bel saggio della maniera da lui tenuta di vivere. Capitolino1113 anch’esso ce ne lasciò qualche memoria. L’altezza del grado, a cui era pervenuto Antonino, non gli fece punto<section end=s2/>