Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo I.djvu/131: differenze tra le versioni
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innanzi alla solennità della Pasqua, in un giorno cioè, in cui non è permesso augurar nè salute nè pace ad alcuno. Poco dopo Giustino morì di malattia, avendo regnato nove anni; e indi Giustiniano solo con Teodora regnò. Nella condizione che si è detta, nata allevata educata, Teodora senza alcuna fatica ascese al trono imperiale, non essendosi del matrimonio con lei Giustiniano vergognato, quando avrebbe potuto nella universa ampiezza del romano Imperio scegliersi in moglie una donna nobilissimamente nata sopra tutte, in alta famiglia educata, abituata al pudore, insigne per pudicizia, elegantissima di forme, e vergine di corpo, e in ogni cosa compitissima. Ma volle piuttosto far suo il comune obbrobrio degli uomini, non avendo di tante infamie vergogna, non ribrezzo degli abbracciamenti di una donna macchiata d’altre scelleratezze, e rea di tanti parricidii, quanti erano gli aborti di fanciulli, ch’essa s’avea spontaneamente procurati. Nè per certo a far conoscere il carattere di Giustiniano penso io che manchi alcuna cosa, poichè questo matrimonio solo abbastanza dimostra i vili e pravi affetti dell’anima sua, e prova i suoi perversi costumi. Imperciocchè colui che non teme di coprirsi del disonore che viene dalle cattive opere, e non sente l’esecrazione, di cui è oggetto presso gli altri: un tal uomo certamente non si vede più impedita alcuna via alle scelleratezze: chè anzi con isfrontata audacia facilmente precipita ad ogni più detestabile iniquità. Niun senatore, che vedesse tanta macchia farsi alla repubblica, pensò ad impedire quella infamia; e stava già sul punto di |
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il itvzo di innanzi alia solennit^ della Pasqua ^ in un |
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con.Teodora regnd. Nella condizione che si h delta, |
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nata allevata educata, Teodora senza^alcuna fatica |
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ascese al trono imperiale, non essendbsi del matrimo-’ |
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nio con lei Giustiniano vergognato, quando ^vrebbe po« |
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Into nella universa ampiezza del romano Imperio see-’ |
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gliersi in moglie una donna nobilissimamente nata |
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sopra tutte, in alta famiglia educata, abituata al pudore j |
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insigne per pudlcizia, elegantissima di forme, e yergine |
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di corpo, e in ogni cosa compitissima. Ma voile |
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piuttosto far suo il comune obbrobrio degli uomini, non |
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ayendo di tante infamie yergogna, non ribrezzo degU |
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abbracciamenti di una donna macchiata d^altre |
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scelleratezze, e rea di tanti parricidii, quanti erano gli aborti |
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hi per certo a far conoscere il caraltere di Giustiniano |
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penso io che manchi alcuna cosa, poichi questo matri’ |
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monio solo abbastanza dimostra i yili e prayi affetti del« |
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Imperciocchd colui che non teme di coprirsi del disonore |
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scelleratezze: ch& anzi con isfrontata audacia facilmente |
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precipita ad ogni più detestabile iniquity. Niun senato’ |
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