Pagina:L'aes grave del Museo Kircheriano.djvu/132: differenze tra le versioni

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Lucera ubbidiva a' romani. Cade qui in acconcio il ripetere agli studiosi un avviso ohe ci viene dallo stesso [[Autore:Pierre Philippe Bourlier|Barone d’Ailly]]. Ci attesta egli che nel ricchissimo medagliere d'un tra' più nobili Signori che abbia Napoli conservasi un asse a noi sconosciuto, di grandezza e di peso primitivo, con le imagini d'Ercole nel diritto e d'un busto di cavallo nel rovescio. Non sarebbe per noi inverisimile, che se in questa moneta vi concorresse lo stile e la forma molto convessa della primitiva fabrica lucerese, l'asse appartenesse a questa antica serie. Converrebbe tuttavia imaginare che al tempo della prima diminuzione il busto di cavallo venisse in Lucera trasformato in quel cavallo medesimo che è nel triente de' rutuli.
Lucerà ubbidiva a^ romani. Cade qui in acconcio il ripetere agli studiosi un

avviso ohe ci viene dallo stesso Barone d’ Ailly. Ci attesta egli che nel ric-
Tornando per poco alle monete coniate di questa officina, ne giova dire il perchè da noi si riportino a' tempi delle prime conquiste de' romani su quella parte della Puglia. Noi lo deduciamo dalla medesima mancanza di asse che abbiamo già osservata in Tivoli e in Todi ed abbiamo attribuita al romano orgoglio, ''pentoboli'', ''tetroboli'', ''trioboli'', ''dioboli'' ed ''oboli'' coniati in questa zecca, sono ovvj: e perchè mai l'asse coniato ci si tien tuttora
chissimo medagliere d"* un tra^ più nobili Signori che abbia Napoli conserva-
nascosto? Anzi invece di crederlo nascosto, noi sospettiamo che forse affatto non esista: mercechè se esistesse aver dovrebbe per sua prima impronta l'Ercole dell'asse fuso. Ma in questa serie acefala l'Ercole è invece effigiato nel ''tetrobolo'': come nel semisse i tudertini costretti furono a rapresentare l'aquila e il corno d'abbondanza, che nell'epoca della loro indipendenza aveano sempre effigiati nell'asse.
si un asse a noi sconosciuto, di grandezza e di peso primitivo , con le ima*

gini d** Ercole nel diritto e d"* un busto di cavallo nel rovescio. Non sarebbe
L'altra differenza che appare tra le sette monete fuse e le cinque coniate di Lucera, consiste in questo, che nel ''pentobolo'' una delle ruote ha ceduto il luogo ad una testa di Minerva, la ruota rimastavi s'è fornita di otto raggi, in luogo de' quattro primitivi. Il ''tetrobolo'' ha sostituita la testa d'Ercole al fulmine, e alla clava ha aggiunta la faretra e l'arco. Il ''triobolo'' ov’era l'astro, ha la testa di Nettuno e sotto al delfino porta scolpito un tridente: il ''diobolo'' ha la testa di Venere nel luogo dell'astragalo ch'era pure un simbolo di Venere: la conchiglia è rimasta qual era. Finalmente alla spiga dell’''obolo'' vedesi sostituita una testa d’Apollo, il quale ritiene nel rovescio la sua rana senza mutazione né aggiunte.
per noi ìnverisimile , che se in questa moneta vi concorresse lo stile e la

forma molto convessa della primitiva fabrica lucerese, Tasse appartenesse a
L’arte de’ luceresi in tutte tre le epoche della loro moneta non si leva al di sopra d'una discreta mediocrità. I caratteri che adoperano per la loro lingua sono quelli de' popoli cistiberini, da cui son nati al modo medesimo de'' piceni e de' vestini.
questa antica serie. Converrebbe tuttavia imaginare che al tempo della pri«
ma diminuzione il busto di cavallo venisse in Lucerà trasformato in quei
Nel metter termine a questi preliminari, co' quali non intendiamo che ad appianar la via ad un più serio e lungo trattato su la scienza dell’''aes grave'', avvisiamo gli studiosi che il fautore amorevolissimo di questi nostri studj [[Autore:Pierre Philippe Bourlier|Signor Barone D’ Ailly]] tra le altre buone cose recateci nel sua ritorno dal viaggio di Napoli e Sicilia, ci ha donato il quadrante dal {{Pt
cavallo medesimo che è nel triente de** rutuli.
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Tornando per poco alle monete coniate di questa officina , ne giova dire
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il perchè da noi si riportino a** tempi delle prime conquiste de^ romani su
quella parte della Puglia. Noi lo deduciamo dalla medesima mancanza di
asse che abbiamo già osservata in Tivoli e in Todi ed abbiamo attribuita al
romano orgoglio, pentoboli. tetroholi ^ trioboli^ dioboli ed oboli coniati
in questa zecca , sono ovvj : e perchè mai V asse conialo ci si tien tuttora
nascosto? Anzi invece di crederlo nascosto, noi sospettiamo che forse afTat*
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figiato nel tetroholo : come nel semisse i tudertini costretti furono a rapreseo*
tare T aquila e il corno d*" abbondanza , che nelT epoca della loro indipendenza
aveano sempre effigiati nelTasse.
L*" altra differenza che appare tra le sette monete fuse e le cinque co-
niate di Lucerà, consiste in questo, che nel pentoholo una delle ruote ha
ceduto il luogo ad una testa di Minerva, la ruota rimastavi s*è fornita di
otto raggi, in luogo de*^ quattro primitivi. Il tetroboìo ha sostituita la testa
d* Ercole al fulmine , e alla clava ha aggiunta la faretra e T arco. Il triobolo
ov’ era T astro, ha la testa di Nettuno e sotto al delfino porta scolpito un tri-
dente : il diobolo ha la testa di Venere nel luogo dell* astragalo eh* era pure
un simbolo di Tenere : la conchiglia è rimasta qual era. Finalmente alla spi*
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scio la sua rana senza mutazione né a^iunte.
L’arte de’luceresi in tutte tre le epoche della loro moneta non si leva
al di sopra d^ una discreta mediocrità. I caratteri che adoperano per la lo-
ro lingua sono quelli de^ popoli cistiberini, da cui son nati al modo me*
desimo de'' piceni e de* vestini*
Nel metter termine a questi preliminari , co^ quali non intendiamo che
ad appianar la via ad un più serio e lungo trattato su la scienza dell’* oe^
grave ^ avvisiamo gli studiosi che il fautore amorevolissimo di quésti no-
stri studj Signor Barone D’ Ailly tra le altre buone cose recateci nel sua
ritorno dal viaggio di Napoli e Sicilia , ci ha donato il quadrante dal deU