Pagina:Sotto il velame.djvu/452: differenze tra le versioni

Alebot (discussione | contributi)
Correzione pagina via bot
Luigi62 (discussione | contributi)
Nessun oggetto della modifica
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 2: Riga 2:
bel monte? Dante è sceso in questo viaggio, come nell’altro, sino al basso loco; e poi è risalito. Nell’altro, è vero, non risalì. Le virtù che aveva seco, non bastarono; ma quelle virtù le aveva. Ora tra il
bel monte? Dante è sceso in questo viaggio, come nell’altro, sino al basso loco; e poi è risalito. Nell’altro, è vero, non risalì. Le virtù che aveva seco, non bastarono; ma quelle virtù le aveva. Ora tra il
corto andare e l’altro viaggio è differenza in ciò, che là non riuscì alla meta e qua, sì, giunse: altra differenza non c’è. Or tu dici, come molti dissero e dicono, che invece è tanta differenza quanta tra la vita attiva e la vita contemplativa. Come mai? „<br/>
corto andare e l’altro viaggio è differenza in ciò, che là non riuscì alla meta e qua, sì, giunse: altra differenza non c’è. Or tu dici, come molti dissero e dicono, che invece è tanta differenza quanta tra la vita attiva e la vita contemplativa. Come mai? „<br/>
Ecco: posso rispondere che la vita attiva dispone alla contemplativa; bisogna ricordare le quattro virtù che menano Dante a Beatrice, e le tre che aguzzano la sua vista;<ref>Summa aa 2ae 181, 1.</ref> e che le virtù morali “ essenzialmente non pertengono alla vita contemplativa, perchè il fine di questa è la considerazione della verità: ora per le virtù morali sapere quel che pertiene a considerazione di verità, è di poco memento, come il filosofo dice, in ''Eth. II 2, X cap. ult.''; e lo stesso in ''Eth. X 7 e 8'', afferma che le virtù morali pertengono alla felicità attiva e non alla contemplativa. Ma “ ''dispositivamente'' „ le virtù morali pertengono alla vita contemplativa: chè l’atto della contemplazione, in cui essenzialmente consiste la vita contemplativa, è impedito sì dalla veemenza delle passioni, per cui l’intenzione dell’anima è dalle cose intelligibili tratta alle sensibili; e si da tumulti esterni. Ora le virtù morali impediscono la veemenza delle
Ecco: posso rispondere che la vita attiva dispone alla contemplativa; bisogna ricordare le quattro virtù che menano Dante a Beatrice, e le tre che aguzzano la sua vista;<ref>Summa aa 2ae 181, 1.</ref> e che le virtù morali “ essenzialmente non pertengono alla vita contemplativa, perchè il fine di questa è la considerazione della verità: ora per le virtù morali sapere quel che pertiene a considerazione di verità, è di poco memento, come il filosofo dice, in ''Eth. II 2, X cap. ult.''; e lo stesso in ''Eth. X 7 e 8'', afferma che le virtù morali pertengono alla felicità attiva e non alla contemplativa. Ma “ ''dispositivamente'' „ le virtù morali pertengono alla vita contemplativa: chè l’atto della contemplazione, in cui essenzialmente consiste la vita contemplativa, è impedito sì dalla veemenza delle passioni, per cui l’intenzione dell’anima è dalle cose intelligibili tratta alle sensibili; e si da tumulti esterni. Ora le virtù morali impediscono la veemenza delle

{{Sezione note}}