Divina Commedia/Paradiso/Canto XII: differenze tra le versioni

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{{Qualità|avz=75%|data=13 febbraio 2008|arg=Poemi}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=[[Divina Commedia/Paradiso|Paradiso]]<br /><br />Canto dodicesimo|prec=../Canto XI|succ=../Canto XIII}}
 
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''Canto XII, nel quale frate Bonaventura da Bagnoregio in gloria di santo Dominico parla e brevemente la sua vita narra.''
 
<poem>
Sì tosto come l'ultimal’ultima parola
la benedetta fiamma per dir tolse,
a rotar cominciò la santa mola; {{r|3}}
 
e nel suo giro tutta non si volse
prima ch'un'altrach’un’altra di cerchio la chiuse,
e moto a moto e canto a canto colse; {{r|6}}
 
canto che tanto vince nostre muse,
nostre serene in quelle dolci tube,
quanto primo splendor quel ch'e'ch’e’ refuse. {{r|9}}
 
Come si volgon per tenera nube
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quando Iunone a sua ancella iube, {{r|12}}
 
nascendo di quel d'entrod’entro quel di fori,
a guisa del parlar di quella vaga
ch'amorch’amor consunse come sol vapori, {{r|15}}
 
e fanno qui la gente esser presaga,
per lo patto che Dio con Noè puose,
del mondo che già mai più non s'allagas’allaga: {{r|18}}
 
così di quelle sempiterne rose
volgiensi circa noi le due ghirlande,
e sì l'estremal’estrema a l'intimal’intima rispuose. {{r|21}}
 
Poi che 'l’l tripudio e l'altral’altra festa grande,
sì del cantare e sì del fiammeggiarsi
luce con luce gaudïose e blande, {{r|24}}
 
insieme a punto e a voler quetarsi,
pur come li occhi ch'alch’al piacer che i move
conviene insieme chiudere e levarsi; {{r|27}}
 
del cor de l'unal’una de le luci nove
si mosse voce, che l'agol’ago a la stella
parer mi fece in volgermi al suo dove; {{r|30}}
 
e cominciò: «L'amorL’amor che mi fa bella
mi tragge a ragionar de l'altrol’altro duca
per cui del mio sì ben ci si favella. {{r|33}}
 
Degno è che, dov'dov’ è l'unl’un, l'altrol’altro s'inducas’induca:
sì che, com'com’ elli ad una militaro,
così la gloria loro insieme luca. {{r|36}}
 
L'essercitoL’essercito di Cristo, che sì caro
costò a rïarmar, dietro a la 'nsegna’nsegna
si movea tardo, sospeccioso e raro, {{r|39}}
 
quando lo 'mperador’mperador che sempre regna
provide a la milizia, ch'erach’era in forse,
per sola grazia, non per esser degna; {{r|42}}
 
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di che si vede Europa rivestire, {{r|48}}
 
non molto lungi al percuoter de l'ondel’onde
dietro a le quali, per la lunga foga,
lo sol talvolta ad ogne uom si nasconde, {{r|51}}
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in che soggiace il leone e soggioga: {{r|54}}
 
dentro vi nacque l'amorosol’amoroso drudo
de la fede cristiana, il santo atleta
benigno a'a’ suoi e a'a’ nemici crudo; {{r|57}}
 
e come fu creata, fu repleta
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Poi che le sponsalizie fuor compiute
al sacro fonte intra lui e la Fede,
u'u’ si dotar di mutüa salute, {{r|63}}
 
la donna che per lui l'assensol’assenso diede,
vide nel sonno il mirabile frutto
ch'uscirch’uscir dovea di lui e de le rede; {{r|66}}
 
e perché fosse qual era in costrutto,
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Domenico fu detto; e io ne parlo
sì come de l'agricolal’agricola che Cristo
elesse a l'ortol’orto suo per aiutarlo. {{r|72}}
 
Ben parve messo e famigliar di Cristo:
ché 'l’l primo amor che 'n’n lui fu manifesto,
fu al primo consiglio che diè Cristo. {{r|75}}
 
Spesse fïate fu tacito e desto
trovato in terra da la sua nutrice,
come dicesse: 'Io’Io son venuto a questo'questo’. {{r|78}}
 
Oh padre suo veramente Felice!
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se, interpretata, val come si dice! {{r|81}}
 
Non per lo mondo, per cui mo s'affannas’affanna
di retro ad Ostïense e a Taddeo,
ma per amor de la verace manna {{r|84}}
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in picciol tempo gran dottor si feo;
tal che si mise a circüir la vigna
che tosto imbianca, se 'l’l vignaio è reo. {{r|87}}
 
E a la sedia che fu già benigna
più a'a’ poveri giusti, non per lei,
ma per colui che siede, che traligna, {{r|90}}
 
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Poi, con dottrina e con volere insieme,
con l'officiol’officio appostolico si mosse
quasi torrente ch'altach’alta vena preme; {{r|99}}
 
e ne li sterpi eretici percosse
l'impetol’impeto suo, più vivamente quivi
dove le resistenze eran più grosse. {{r|102}}
 
Di lui si fecer poi diversi rivi
onde l'ortol’orto catolico si riga,
sì che i suoi arbuscelli stan più vivi. {{r|105}}
 
Se tal fu l'unal’una rota de la biga
in che la Santa Chiesa si difese
e vinse in campo la sua civil briga, {{r|108}}
 
ben ti dovrebbe assai esser palese
l'eccellenzal’eccellenza de l'altral’altra, di cui Tomma
dinanzi al mio venir fu sì cortese. {{r|111}}
 
Ma l'orbital’orbita che fé la parte somma
di sua circunferenza, è derelitta,
ch'èch’è la muffa dov'dov’ era la gromma. {{r|114}}
 
La sua famiglia, che si mosse dritta
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e tosto si vedrà de la ricolta
de la mala coltura, quando il loglio
si lagnerà che l'arcal’arca li sia tolta. {{r|120}}
 
Ben dico, chi cercasse a foglio a foglio
nostro volume, ancor troveria carta
u'u’ leggerebbe "I'I’ mi son quel ch'i'ch’i’ soglio"; {{r|123}}
 
ma non fia da Casal né d'Acquaspartad’Acquasparta,
là onde vegnon tali a la scrittura,
ch'unoch’uno la fugge e altro la coarta. {{r|126}}
 
Io son la vita di Bonaventura
da Bagnoregio, che ne'ne’ grandi offici
sempre pospuosi la sinistra cura. {{r|129}}
 
Illuminato e Augustin son quici,
che fuor de'de’ primi scalzi poverelli
che nel capestro a Dio si fero amici. {{r|132}}
 
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lo qual giù luce in dodici libelli; {{r|135}}
 
Natàn profeta e 'l’l metropolitano
Crisostomo e Anselmo e quel Donato
ch'ach’a la prim'prim’ arte degnò porre mano. {{r|138}}
 
Rabano è qui, e lucemi dallato
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Ad inveggiar cotanto paladino
mi mosse l'infiammatal’infiammata cortesia
di fra Tommaso e 'l’l discreto latino; {{r|144}}
 
e mosse meco questa compagnia».
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===== Altri progetti =====
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[[en:The Divine Comedy/Paradiso/Canto XII]]