Rime (Stampa)/Rime varie/CCLXXVII: differenze tra le versioni

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Porgi man, Febo, a l'erbel’erbe, e con quell'artequell’arte,
che suol render altrui salute e vita,
il mio buon Emo e 'l’l Tiepol nostro aita,
due che tengon di noi la miglior parte;
e l'empial’empia febre e le reliquie sparte,
onde han la faccia pallida e smarrita,
sia da lor, tua mercé, tosto bandita,
se disii presso noi famoso farte.
Sì vedrai poi d'incensid’incensi e d'odord’odor vari
e di votive tavole e di segni
carco il tuo tempio e'e’ tuoi sacrati altari;
et udrai mille e mille chiari ingegni
dir le tue lode e i fatti egregi e chiari,
onde fra gli altri dèi lodato regni.
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