Ad Elena (Poe-Ragazzoni 1956): differenze tra le versioni
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{{IncludiIntestazione|sottotitolo=[[Poesie (Ragazzoni)/Parte quarta|Parte quarta]] - Ad Elena|prec=../Ulalume|succ=../Annabel Lee}}
<poem>
anni son, non rammento ben più quanti,
ma non molti, e
{{R|4}}non mi sono al pensier più che una fola.
Fu una notte di luglio, e dalla luna
piena, che, come
si cercava una via traverso il cielo,
{{R|8}}cadea, nel sogno e nel mister,
fascia di seta diafana,
sui volti aperti e attoniti di mille
e mille rose, in linea, tranquille
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non osava passar che sulle punte
che esalavan le loro alme odorose,
{{R|16}}in cambio di
in una morte estatica; cadea
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{{R|20}}dal tuo sguardo, dal tuo sguardo di dea.
Là ti
mentre cadea la luna sulle cose
tutte e sul volto assorto delle rose
{{R|24}}e sovra il tuo, composto in atto stanco!
Oh! a
notte di luglio non fu già un destino
arcano che mi trasse al tuo giardino
{{R|28}}a respirare
di quelle rose addormentate? Oh aiuole!
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{{R|36}}mi traeva a quel parco), ti guardai,
e i fior,
più non furono, e
e la luce perlacea della luna
{{R|40}}si spense...
morì in grembo
Tutto, tutto svanì, salvo te, salvo
il tuo sguardo, il tuo spirito
{{R|44}}misterïoso delle tue pupille!
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ignoto parea farli anche più buoni,
quante carezze, quante visïoni
{{R|52}}e quale — oh quale! — oceano
..................................
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io li vedo (oh! prodigio senza nome!)
io li vedo! ogni dove e sempre come
{{R|60}}due veneri in fulgor, pria
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Le circostanze accennate nel poema sono reali e tutta la fantasmagoria del plenilunio, delle rose, del parco addormentato dipinta dal vero.
Nel 1845 Poë, una notte, in cammino per Boston, ove era aspettato per una lettura, vide per la cancellata di un giardino una bellissima signora passeggiare solitaria, al chiaro di luna.
{{A_destra|E. R.}}
[[cs:Havran a jiné básně/Heleně]]
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