Ad Elena (Poe-Ragazzoni 1956): differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Alebot (discussione | contributi)
m Conversione intestazione / correzione capitolo by Alebot
Alebot (discussione | contributi)
Correzione pagina via bot
Riga 1:
{{Qualità|avz=75%|data=13 agosto 2009|arg=raccolte di poesie}}
{{IncludiIntestazione|sottotitolo=[[Poesie (Ragazzoni)/Parte quarta|Parte quarta]] - Ad Elena|prec=../Ulalume|succ=../Annabel Lee}}
 
{{capitolo
|CapitoloPrecedente= Ulalume
|NomePaginaCapitoloPrecedente= ../Ulalume
|CapitoloSuccessivo= Annabel Lee
|NomePaginaCapitoloSuccessivo= ../Annabel Lee
}}
 
<poem>
T'hoT’ho veduta una volta, una, una sola,
anni son, non rammento ben più quanti,
ma non molti, e quell'orequell’ore, quegl'istantiquegl’istanti
{{R|4}}non mi sono al pensier più che una fola.
 
Fu una notte di luglio, e dalla luna
piena, che, come l'animol’animo tuo anelo,
si cercava una via traverso il cielo,
{{R|8}}cadea, nel sogno e nel mister, com'unacom’una
 
fascia di seta diafana, d'argentod’argento,
sui volti aperti e attoniti di mille
e mille rose, in linea, tranquille
Line 25 ⟶ 20:
 
non osava passar che sulle punte
de'de’ piè: cadea sul volto delle rose
che esalavan le loro alme odorose,
{{R|16}}in cambio di que'que’ rai, quasi consunte
 
in una morte estatica; cadea
Line 34 ⟶ 29:
{{R|20}}dal tuo sguardo, dal tuo sguardo di dea.
 
Là ti vid'iovid’io seduta, tutta in bianco,
mentre cadea la luna sulle cose
tutte e sul volto assorto delle rose
{{R|24}}e sovra il tuo, composto in atto stanco!
 
Oh! a que'que’ viali, laggiù, in su quella mezza
notte di luglio non fu già un destino
arcano che mi trasse al tuo giardino
{{R|28}}a respirare l'intimal’intima dolcezza
 
di quelle rose addormentate? Oh aiuole!
Line 54 ⟶ 49:
{{R|36}}mi traeva a quel parco), ti guardai,
 
e i fior, l'acquel’acque, le piante gaudïose
più non furono, e l'erbal’erba si fe'fe’ bruna,
e la luce perlacea della luna
{{R|40}}si spense... l'odorl’odor stesso delle rose
 
morì in grembo all'aüreall’aüre tranquille!
Tutto, tutto svanì, salvo te, salvo
il tuo sguardo, il tuo spirito nell'alvonell’alvo
{{R|44}}misterïoso delle tue pupille!
 
Line 72 ⟶ 67:
ignoto parea farli anche più buoni,
quante carezze, quante visïoni
{{R|52}}e quale — oh quale! — oceano d'amored’amore!
 
..................................
Line 84 ⟶ 79:
io li vedo (oh! prodigio senza nome!)
io li vedo! ogni dove e sempre come
{{R|60}}due veneri in fulgor, pria dell'auroradell’aurora.
</poem>
 
Line 93 ⟶ 88:
Le circostanze accennate nel poema sono reali e tutta la fantasmagoria del plenilunio, delle rose, del parco addormentato dipinta dal vero.
Nel 1845 Poë, una notte, in cammino per Boston, ove era aspettato per una lettura, vide per la cancellata di un giardino una bellissima signora passeggiare solitaria, al chiaro di luna. L'oraL’ora, il scenario, i particolari tutti lasciarono in lui un'indelebileun’indelebile impressione e quando il caso l'avvicinòl’avvicinò a quella donna, un anno, circa, più tardi, egli che aveva già tanto fantasticato su quell'incontroquell’incontro, le indirizzò questa elegia che il Bourget non esita a chiamare una delle più ammirabili che siano mai state scritte.
{{A_destra|E. R.}}
 
 
{{capitolo
|CapitoloPrecedente= Ulalume
|NomePaginaCapitoloPrecedente= ../Ulalume
|CapitoloSuccessivo= Annabel Lee
|NomePaginaCapitoloSuccessivo= ../Annabel Lee
}}
 
[[cs:Havran a jiné básně/Heleně]]