Opere di scultura e di plastica di Antonio Canova/XXX: differenze tra le versioni

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<center>'''SOCRATE NELL'ATTONELL’ATTO DI BER LA CICUTA'''</center>
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<center>'''SOCRATE NELL'ATTO DI BER LA CICUTA'''</center>
<center>'''Basso rilievo in gesso'''</center>
<br>
<center>'''XXX'''.</center>
 
Ma se questa scena commove, ed ammollisce l'animol’animo tuo, osservane una del tutto diversa; Socrate nell'attonell’atto di ber la cicuta. Egli già tiene il fatal nappo nella mano sinistra, e rialzando dignitosamente verso il Cielo la destra, pare che rialzar voglia, con quel movimento al limoso, l'abbattutol’abbattuto animo degli amici e dei discepoli che lo circondano. Egli è nel mezzo ad essi, e fra d'essid’essi grandeggia, malgrado la picciola sua statura; e quel movimento generoso del braccio ci palesa tutta l'l’ eroica fermezza ed elevatezza da cui essere doveva in quel momento
compresa la grande anima sua: ed è pure con questa semplice mossa che lo Scultore ce lo fa comparire e principale, e maggiore fra i nove personaggi che gli stanno d'intornod’intorno, nell'attitudinenell’attitudine del più profondo dolóre. Il carceriere medesimo sembra colpito d'ammirazioned’ammirazione. Fra tutti però si distingue l'affettuosol’affettuoso Critone dal nascondersi che fa la faccia, e dal rivolgerla, non potendo sostenere tanta sciagura. Ma Socrate, eh via! par che dica loro, eh via! amici, che fate? Avrò io dunque in vano , e per non essere testimonio di simili debolezze,
allontanate le donne PHichiamate tutti il vostro coraggio; la morte dev'esseredev’essere accompagnata da felici augurj, siccome quella che ci apre la via a più fortunati destini. Tanta fermezza, tanta grandezza, non so se renda maggiore il delitto dei giudici che lo sacrificarono, o la magnanimità della vittima.
 
 
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