Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Ideale: differenze tra le versioni

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<poem>
Poi che un sereno vapor d'ambrosiad’ambrosia
da la tua coppa diffuso avvolsemi,
o Ebe con passo di dea
trasvolata sorridendo via;{{r|4}}
 
non piú del tempo l'ombral’ombra o de l'algidel’algide
cure su 'l’l capo mi sento; sentomi,
o Ebe, l'ellenical’ellenica vita
tranquilla ne le vene fluire.{{r|8}}
 
E i ruinati giú pe 'l’l declivio
de l'etàl’età mesta giorni risursero,
o Ebe, nel tuo dolce lume
agognanti di rinnovellare;{{r|12}}
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A gli uni e gli altri tu ridi, nitida
stella, da l'altol’alto. Tale ne i gotici
delúbri, tra candide e nere
cuspidi rapide salïenti{{r|20}}
 
con doppia al cielo fila marmorea,
sta su l'estremol’estremo pinnacol placida
la dolce fanciulla di Jesse
tutta avvolta di faville d'orod’oro.{{r|24}}
 
Le ville e il verde piano d'argenteid’argentei
fiumi rigato contempla aerea,
le messi ondeggianti ne'ne’ campi,
le raggianti sopra l'alpel’alpe nevi:{{r|28}}
 
a lei d'intornod’intorno le nubi volano;
fuor de le nubi ride ella fulgida
a l'albel’albe di maggio fiorenti,
a gli occasi di novembre mesti.{{r|32}}
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