I suicidi di Parigi/Episodio primo/II: differenze tra le versioni
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La luna navigava tranquillamente pel cielo. Il profumo degli alberi saturava l'aria infocata e voluttuosa. Le foglie alitavano appena, come il respiro di un fanciullo. Non una nuvola. Le stelle palpitavano di una luce azzurrognola. Si udì dunque nella berlina la parola: Grazie! pronunziata dal giovane, ed il rumore di un bacio lungo - protratto come la speranza! Il veicolo fendeva lo spazio a guisa di allodola. La parola magica: guida tripla, gli aveva dato le ali.▼
▲La luna navigava tranquillamente pel cielo. Il profumo degli alberi saturava
La sensazione che produce un coupè lanciato al galoppo à qualche cosa di elettrico e d'inebbriante. L'irradiazione delle forze animali che imprime il movimento alla vettura, si comunica al viaggiatore. L'immaginazione domina la mente. Gli oggetti esteriori perdono, nella rapidità della corsa, tutto ciò che ànno d'inarmonico e di angoloso. Una tiepid'aura avviluppa l'intera natura. Si può essere affranti e vaneggiatori in una diligenza o in un wagon; in una sedia di posta non lo si è mai.▼
▲La sensazione che produce un coupè lanciato al galoppo à qualche cosa di elettrico e
Che s'immagini cosa dovesse essere un viaggio simile per due persone che si amano - e per una vispa cameriera, il di cui bernoccolo di osservazione era messo in azione da due molle: la curiosità e l'interesse!▼
▲Che
Il dottor Gennaro di Nubo si svegliò l'indomani alla sua ora consueta e suonò pel suo valletto. Questi, secondo l'uso, entrò recandogli una tazza di caffè nero e dell'acqua calda per la toilette.▼
▲Il dottor Gennaro di Nubo si svegliò
Alle nove, il dottore uscì nel salone per la colazione. Non trovando sua nipote con cui aveva costume di asciolvere.
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- Lisa non è comparsa stamane - rispose Trust, più preoccupato, a quel che sembra, della soubrette che della padrona.
- Io ti parlo di Regina, messer
- Ah! sì, scusi, padrone, madamigella non è alzata ancora, e neppur Lisa.
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- Sarebbe ella indisposta?
- Ah! Dio mio! il signor conte à
- Odi, Trust, io sarò costretto a mandarti via, amico mio.
- Oh! dear me! E perchè il signore vorrebbe egli mandarmi<ref>
- Perchè tu ài completamente perduto lo spirito, dopo che quella sgualdrinella di Lisa è capitata qui.
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- Ah! padrone, vi assicuro che io non ò nulla perduto in fatto di spirito.
-
Forte di
Io non so cosa avrebbe fatto questa virtuosa donzella se la si fosse trovata lì dentro. Ma, galoppando sullo stradale
Il suo cuore batteva mettendo il piede in quella camera che sovente lo faceva vaneggiare. Ma
- Grande sventura, padrone, grande sventura - gridò egli entrando - Madamigella Lisa se
- Triplo idiota! - urlò il dottore, fulminando Trust di uno sguardo di collera ed allungandogli un calcio, per un resto di vivacità delle sue abitudini napolitane.
Poi salì egli stesso
Battè per un pezzo
A suo grande stupore,
Tutto di un guardo solo!
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Un leggiero rossore colorò tosto le sue guancie, quando, avanzando verso un guéridon vicino al letto, vi scorse su un foglio piegato a foggia di lettera.
Il dottore la disuggellò lentamente.
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Il dottore sorrise e borbottò, decifrando la lettera:
- Che roba infame questa scrittura
"Io mi ribello." Sta bene: lo si vede.
"Io scompiglio i vostri progetti.
- Diavolo! - sclamò il dottore - che logica!
"Se voi foste stato mio padre, o anche mio zio, voi avreste forse osservato, conducendomi nel mondo, ove i miei sguardi volgevansi, chi faceva arrossir le mie guancie, brillare i miei occhi, tuffandomi in quello stupore che lambe la sciocchezza. Ma voi andavate nel mondo per conto vostro: io era per voi un refrattore - perchè non oso dire, la vostra ipoteca
Il dottore passò la mano sulla sua fronte pallidissima e sospese per un istante la lettura. Aggrottava le sopracciglia.
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- Molto bene! - sclamò poscia - Vediamo la fine.
"Io feci la mia scelta dal lato mio; ma
- Ed io pure - mormorò il dottore.
"Al momento dunque in cui riceverete questa lettera, io sarò con la mia antitesi in una sedia di posta sullo stradale
- Ella mente - gridò il dottore. Ella è in via per
Ahimè! il miglior mezzo per metter fuori sella un diplomatico sarà mai sempre la verità!
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- Ella era civetta - pensò il dottore - si prepara a divenire sgualdrina.
"Ad ogni modo, ve lo ripeto, dottore: non rancori. Imperciocchè, se, al vostro punto di vista, io
"REGINA."
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Il dottore restò qualche tempo a meditar su quella lettera. Non la rilesse. La sapeva già a memoria.
La testa inclinata sul petto; lo sguardo fisso sui mazzi di rose del bianco tappeto; le ciglia irsute; il respiro precipitoso;
- Tu eri proprio innocente, conte Gennaro di Nubo, dottore della Facoltà e membro
E facendo un gesto di disprezzo contro sé stesso, ridiscese al salone, completamente freddo ed impassibile, ed ordinò la colazione.
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Bevve enormemente di the; mangiò di tutto e trovò tutto eccellente.
Egli respinse perentoriamente, come imprudente,
La condotta di Regina doveva passare per una malizietta da testa romantica, una storditezza da pensionista.
Uscì dunque alla sua ora solita; visitò i suoi ammalati, e dopo le quattro, alla chiusura della Borsa, andò a trovare Alberto Dehal, per raccontargli lo strano ratto della sua fidanzata. Poi recossi al Circolo, ove trovò una lettera pressantissima di Augusto Thibault.
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