I rossi e i neri/Secondo volume/XVII: differenze tra le versioni
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Quella che il nostro legnaiuolo avea battezzata per Madre Maddalena, e che diffatti si chiamava con tal nome, si affacciava per l'appunto sull'uscio. Era una monaca già attempatella; non doveva essere stata brutta in gioventù, e il suo volto era ancora piacente, sebbene sformato un tal poco da una certa pappagorgia che pareva un altro mento, di giunta a quello che aveva avuto dalla nascita. Non istaremo a dipingerla più minutamente, bastandoci pel nostro bisogno di averla accennata in due tratti; solo aggiungeremo che era vestita di scotto, specie di pannolano nero; che un velo nero di seta le copriva la testa e scendeva fino alle spalle, dando spicco maggiore agli orli d'una bianca cuffia insaldata che le nascondeva mezza la fronte, le tempia ed il collo, dove si allargava a mo' di gorgiera sul petto; che infine teneva un libro in mano; segno questo che amava la lettura, o che non aveva altro a far di meglio in quell'ora di svago.▼
▲Quella che il nostro legnaiuolo avea battezzata per Madre Maddalena, e che diffatti si chiamava con tal nome, si affacciava per
Dietro alla vecchia Madre (bel nome di madre, com'era sprecato in quella casa della sterilità!) si avanzava a lenti passi una giovinetta, ma diversamente vestita. Ella non era una monaca, e nemmeno una novizia. Come andassero vestite le monache s'è detto pur ora; le novizie non differivano da quelle se non pel velo, che era di mussolina bianca, laddove le madri lo portavano di seta nera. Le postulanti poi andavano vestite dei loro panni, fino a tanto non fossero ricevute in noviziato.▼
▲Dietro alla vecchia Madre (bel nome di madre,
Queste postulanti, come s'intenderà di leggieri, erano quelle fanciulle che volevano farsi monache, e dovevano sudar sei mesi ad ottenere quella grazia profumata del velo bianco di mussolina; dopo di che, accolte tra le novizie, rimanevano un anno ad aspettare il velo nero di seta.▼
▲Queste postulanti, come
Cosiffatti indugi posti alla solenne dichiarazione di un voto indissolubile, eterno, avevano aria di provvido temperamento donde un mutarsi di volontà potesse avere lo scampo. Ma quante delle inesperte o derelitte rinchiuse, ancorchè non sentissero in cuore la vocazione profonda, irresistibile, alla vita del chiostro, poterono uscire all'aperto, e ricuperare la libertà, questo sommo dei beni? Non durava assidua nell'animo la vergogna del mutato proposito? Non le risospingeva più addentro l'acerba memoria del mondo noncurante, della casa ahi poco materna, dei congiunti e degli amici dimentichevoli o beffardi? E d'altra parte non le assaliva un desiderio di annientarsi, di sentirsi e di apparir come morte in quella solitudine di mura? Il sacrificio di sè, non è egli la gran virtù della donna? Quel cuore che trema dinanzi ad una lama sguainata, va con sublime serenità incontro ad una vita di tormenti ineffabili. Così alla povera derelitta, quella bara aperta in mezzo alla chiesa, non appariva soltanto come un simbolo del suo separarsi dal mondo profano, ma come una vera sepoltura, rifugio sperato contro l'amarezza delle ricordanze; ed ella sentiva allora tutta l'acerba voluttà di distruggere i segni d'una bellezza spregiata, di dare a sterili adorazioni, a inani idolatrie, un cuore che la famiglia aveva respinto da sè; pareva una festa, ed era, un funerale; solenni ambedue, questo soventi volte più grato di quella a gran pezza! Il non essere ha i suoi pericolosi allettamenti; il vuoto attira. E in tal modo la fanciulla, fatta postulante per violenza o disamore dei suoi, diventava novizia per irresolutezza o vergogna, monaca per abbattimento di forze, per sacrifizio disperato di sè.▼
▲Cosiffatti indugi posti alla solenne dichiarazione di un voto indissolubile, eterno, avevano aria di provvido temperamento donde un mutarsi di volontà potesse avere lo scampo. Ma quante delle inesperte o derelitte rinchiuse, ancorchè non sentissero in cuore la vocazione profonda, irresistibile, alla vita del chiostro, poterono uscire
E poi? E poi, chi non sa come la carne si mortifichi, come la passione s'addormenti, e il dolore si strugga nella sua medesima fiamma? Non perdiamo noi bellezza e gioventù? Il sangue non si fa egli più tardo nelle nostre vene? Così gli spiriti bollenti svaporano; la torpida vecchiezza si volge lentamente indietro a rimirare il fatto cammino, e se per avventura non le accade di sorridere all'immagine delle angosce passate, sicuramente si maraviglia di averle così profondamente sentite. Per ciò solo la vecchiezza è saviezza; triste conforto in verità, questa saviezza, che nasce soltanto dal corrompersi della nostra esistenza, e, come il passero solitario, non fa udire il suo verso fuorchè in mezzo alle rovine!▼
▲E poi? E poi, chi non sa come la carne si mortifichi, come la passione
Poi quando la povera donna ha varcato l'età delle pugne, delle pronte ribellioni dei sensi e delle faticose vittorie dello spirito, quando non ha più nelle notturne visioni il gaudio dei celestiali colloquii, che facevano odorare d'arcane fragranze, fiammeggiare di eterei splendori ogni angolo della sua cella solitaria, quando la vita è logora, e il cuore, questa lira dalle sette corde, non manda più suoni, allora ella si avvezza, la povera rinchiusa, a que' luoghi dove ha tanto patito, dove incomincia a posare. I dolori passarono; rimane la placida contentezza dei bisogni soddisfatti, delle consuetudini non turbate. La carne, già tanto combattuta, si adagia tra quelle piccole consolazioni che più non avrebbe nel mondo profano, dove non è chi serva per amor di Dio, dove ogni cosa si paga, ed anco pagando non si ottiene ogni cosa, e dove infine la famiglia, le attinenze, gli usi tutti del vivere, danno obblighi, molestie, tribolazioni, alla meglio coronata delle duchesse.▼
▲Poi quando la povera donna ha varcato
Qui, al contrario, non più affanni, nè cure moleste; lo spirito tranquillo, non isviato da importuni pensieri, non stimolato da febbrili ansietà, s'incammina chetamente, leggicchiando una meditazione, o biascicando un paternostro, per la dolce salita del paradiso. L'Imitazione di Cristo non ha più spine, o toccano a mala pena la cute; le vigilie, i digiuni, ed ogni altra maniera di mortificazioni, giungono fin dove il medico pietoso sentenzia; la cura necessaria di sè mette il nec plus ultra a quegli esercizi di pietà, che tornavano tanto dolorosi alla carne ribelle di un tempo.▼
▲Qui, al contrario, non più affanni, nè cure moleste; lo spirito tranquillo, non isviato da importuni pensieri, non stimolato da febbrili ansietà,
Tutto si rammorbidisce, tutto si spiana. E che sarebbe il mondo alla rinchiusa, se ella uscisse, malaccorta, dal nido? Troverebbe ella la cameretta acconcia, l'oratorio vicino, la mensa imbandita alle sue ore, i loggiati, i giardini, e a farla breve tutte le agiatezze di un palazzo, in uno di que' nostri quartieri cittadineschi, che paiono fatti a posta per starne fuori? E che farebbe ella poi fuor di casa, in un consorzio, del quale per la lunga interruzione del chiostro, nonchè parteciparvi, non intenderebbe neanco le gioie? Quale delle nostre case le darebbe continuati i conforti della vita comune, degli uffici sciocchi ma gravemente accettati, e dei piccoli litigi, dei piccoli cicalamenti claustrali, che riempivano le lacune dell'oziosa giornata?▼
▲Tutto si rammorbidisce, tutto si spiana. E che sarebbe il mondo alla rinchiusa, se ella uscisse, malaccorta, dal nido? Troverebbe ella la cameretta acconcia,
Guardate quel vecchio colonnello che gode la sua pensione di riposo. La sua anima è sempre al reggimento, in quella famiglia di fuori via, che gli diede tante tribolazioni da giovine, che gli diroccò tanti bei castelli in aria, che gli guastò tante dolcezze; ma dalla quale, tardi divelto, egli pure non sa dipartirsi col pensiero. Laonde, in una casa non sua, o mal sua, egli sta sempre contegnoso, accigliato, come soleva, a capo de' suoi battaglioni. La moglie è buona, ma non ha pur troppo tutti i saldi pregi, l'arrendevole giudizio e la complice severità del suo aiutante in primo; i suoi figli son sani, di bell'aspetto, studiano anche, e sanno più che egli non voglia da essi, ma ci hanno il vizio incurabile di non giungere puntuali al rapporto; il servitore ha da stargli davanti impalato e salutare in tre tempi; la fantesca, guai a lei se non adopera la granata a dovere, perchè egli è tal uomo da metterla al passo, e già glien'ha dato come un cenno in aria, alla lontana, tanto che non esca di riga. Le esercitazioni d'un reggimento in piazza d'armi sono il suo gran passatempo quotidiano; legge alla sfuggita i giornali, per non far la ruggine in politica, ma svolge con memore affetto le pagine dell'annuario militare, che lo fanno rivivere nella famiglia passata, e medita sul regolamento di disciplina, che vorrebbe introdurre, con poche e lievissime varianti, nella famiglia presente.▼
▲Guardate quel vecchio colonnello che gode la sua pensione di riposo. La sua anima è sempre al reggimento, in quella famiglia di fuori via, che gli diede tante tribolazioni da giovine, che gli diroccò tanti bei castelli in aria, che gli guastò tante dolcezze; ma dalla quale, tardi divelto, egli pure non sa dipartirsi col pensiero. Laonde, in una casa non sua, o mal sua, egli sta sempre contegnoso, accigliato, come soleva, a capo
Se ciò avviene così naturalmente dell'uomo, che non sarà della donna, tanto più mite di spirito, tanto più dolce di tempera? Noi medesimi abbiamo udito, or non è molto, una vecchia monaca pigliarsene una satolla contro i malvagi che s'argomentavano di voler restituire la loro libertà alle spose del Signore. E ci parlava, vecchia sessagenaria, dai vani di due grosse inferriate. Darle la libertà? In fin de' conti, che ne avrebbe ella fatto? Però ci rattristammo in udirla, ma non ardimmo dimostrarle il suo torto. La prigione è prigione a cui sembra.▼
▲Se ciò avviene così naturalmente
Ed anco lasciando in disparte tutte le cose dette più su, non si ama egli talvolta di vivere dove s'è più lungamente patito? Quelle conscie pareti hanno le tante volte riflesso la nostra ombra, che ci pare abbiano a ritener sull'intonaco qualche particella di noi; quegli angoli serbano l'eco dei nostri sospiri; su quel pavimento c'è tuttavia l'umidore delle nostre lagrime.▼
▲Ed anco lasciando in disparte tutte le cose dette più su, non si ama egli talvolta di vivere dove
Ma in questa guisa non pensava, nè poteva pensare la giovinetta postulante che seguiva in giardino i passi della Madre Maddalena. In questa giovinetta i nostri lettori hanno già riconosciuto Maria, non postulante, ma rinchiusa a forza nel convento di San Silvestro, Maria coll'anima piena di Lorenzo, Maria fieramente addolorata di non aver sue novelle, Maria tribolata da quella orribile clausura, e vicina ad impazzire al pensiero che forse non avrebbe potuto uscirne mai più, mai più sollevare colle sue deboli braccia la lapide di quel pauroso sepolcro. Che cuor fosse il suo, che negri pensieri le ingombrassero la mente, mal sapremmo descrivere. Argomenti queste ineffabili angosce chi ha fortemente amato, e in un giorno della sua vita ha desiderata, invocata la morte.▼
▲Ma in questa guisa non pensava, nè poteva pensare la giovinetta postulante che seguiva in giardino i passi della Madre Maddalena. In questa giovinetta i nostri lettori hanno già riconosciuto Maria, non postulante, ma rinchiusa a forza nel convento di San Silvestro, Maria
E quella mattina, la poveretta, se non più triste (che sarebbe stato impossibile), era turbata più del consueto. Quella gran signora verso la quale ella s'era sentita attrarre da una ignota possanza, per cui consiglio ella s'era ridotta là dentro, quella gran signora era venuta poche ore dianzi, era rimasta sola, lungamente sola, con lei, alla sbarra del parlatorio. Che cosa le aveva detto in quel lungo colloquio la marchesa di Priamar? La povera madre aveva parlato in quel modo che le era comandato dal terribile dilemma di Bonaventura. E i suoi intendimenti erano materni, poichè ella sacrificava sè stessa, per offrire uno scampo alla sua diletta figliuola.▼
▲E quella mattina, la poveretta, se non più triste (che sarebbe stato impossibile), era turbata più del consueto. Quella gran signora verso la quale ella
Però, con molti giri e rigiri di frasi, ella aveva cominciato a toccarle del segreto in cui erano involti i suoi natali; delle gravi difficoltà che ne derivavano a lei, innocente creatura, condannata dal reo destino a viver sola nel mondo, senz'altro aiuto che la protezione, ristretta e manchevole pur troppo, di una dama di misericordia. Ella non poteva acconciarsi alla vita monastica; voleva uscir dal convento; ma come, se a lei mancava una stato, una famiglia? Entrare in casa altrui, farsi una famiglia nuova; questo era il punto. Ma chi l'avrebbe condotta in moglie, chi le avrebbe dato il suo nome, poichè ella non ne aveva uno da poter recare con giusta alterezza in quella comunione di beni morali e materiali, ma anzitutto morali, che è il matrimonio?▼
▲Però, con molti giri e rigiri di frasi, ella aveva cominciato a toccarle del segreto in cui erano involti i suoi natali; delle gravi difficoltà che ne derivavano a lei, innocente creatura, condannata dal reo destino a viver sola nel mondo,
La giovinetta, che era rimasta fino a quel punto, e senza parole, ad udirla, non ardì profferire il nome di Lorenzo, sebbene il pensiero corresse a lui facilmente; a lui che non aveva avuto bisogno di sapere dond'ella nascesse per amarla e proteggerla come una sorella; a lui che, innanzi di partire per quella impresa disperata nella quale era impegnato il suo nome, le aveva detto una santa parola di amore; a lui che lasciava al mondo le sue viete consuetudini, le sue sottigliezze crudeli, e soleva reputare ognuno figlio delle opere proprie. Non ardì profferire quel nome, perchè ogni nobile affetto ha il suo pudore, nè ama svelarsi ai profani; ma tacendo, vide il mondo come le era dipinto da quella dama, pensò con amarezza al suo misero stato, e rimase in ascolto.▼
▲La giovinetta, che era rimasta fino a quel punto, e senza parole, ad udirla, non ardì profferire il nome di Lorenzo, sebbene il pensiero corresse a lui facilmente; a lui che non aveva avuto bisogno di sapere
Chi l'avrebbe sposata? proseguiva intanto la marchesa. Innanzi di crederla degna di entrare in una onorata famiglia, non si sarebbe voluto sapere il nome de' suoi genitori? E allorquando Maria timidamente notò che il segreto della sua nascita era chiuso in quella cassettina d'ebano portata via dalla casa Salvani nella sera del 29 giugno, la marchesa Lilla le aveva susurrato alle sbarre del parlatorio queste dolorose parole:▼
▲Chi
- Figlia mia (consentite che io vi chiami con questo nome poichè siete sola al mondo, e nessuna donna, pur troppo, sorgerà a contrastarmelo), se questo segreto, quando fosse svelato, dovesse coprir di vergogna la vostra povera madre, che forse, che certo vi ama, e non può confessarlo ad alta voce?... -
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- Si salvi mia madre! - esclamò ella, con accento di sublime tenerezza. - Viva, io non la farò arrossire per me; morta, non infamerò la sua memoria. Mi farò monaca. -
La marchesa di Priamar sentì come uno schianto al cuore.
- No! - rispose ella, guardando amorevolmente sua figlia. Fiammeggiarono gli occhi della fanciulla; il suo volto, le mani, la persona tutta si tese verso
- No, voi dite? E come? Ve ne prego, ve ne supplico a mani giunte, o signora; come uscirò io da questo orribile luogo? -
Maria si fece smorta in viso a quel ragionamento della signora. La sua allegrezza era durata poco. Un freddo acuto le corse per ogni vena. Ma
- Il nome? - chiese ella trepidante. - Il nome di
- Il dottore Ernesto Collini; - rispose la signora.
- Ah! - proruppe Maria, e si strinse le palme al petto, quasi per tema che il cuore avesse a scoppiarle.
Lilla ben si avvide del senso doloroso che quel nome aveva fatto
- Ma voi non lo conoscete, figliuola mia! -
- Non lo conosco? non lo conosco? - incalzò con veemenza la giovinetta. - Così non avessi io mai udito profferire il suo nome! Per lui, per
- Calmatevi, figliuola mia, ve ne prego.
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- Sì, sono tranquilla, non vedete? - proseguì la giovinetta, atteggiando con supremo sforzo le labbra al sorriso - Ma permettete, o signora, che io mi ritiri. Ho bisogno di raccogliere i miei pensieri; la mia mente è confusa. -
Così era finito quel doloroso colloquio. La marchesa Lilla se
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E non poter più piangere! Ella non aveva più lagrime, o le avevano fatto nodo intorno al cuore. Le fauci aride come gli occhi, le braccia e il petto prosteso sul suo letticciuolo, ella non metteva singhiozzi, ma rantoli. Povera Maria, povera vittima di colpe non sue!
In questo mezzo, la Madre Maddalena, a cui era data in custodia la giovinetta, giunse tutta anelante dal refettorio. Aveva fatte due scale, la povera Madre; ella che di consueto, finito il pasto, se ne stava tranquillamente a meriggiare nella strombatura
La Madre Maddalena era una buona pasta di donna ci pare
Era una stupenda giornata; il cielo sereno, color di zaffiro; il sole alto illuminava tutto il giardino
La giovinetta, come fu giunta in capo al viale dalla parte di levante, si sentì spossata, e si lasciò cadere su di un sedile di lavagna, che era appoggiato al murello. Ma la prudente monaca, che non faceva punto a fidanza col sole, proseguì pel viale a mezzogiorno, fino
Per tal modo rifacendo ad ogni tratto il suo breve cammino, la Madre Maddalena poteva vedere il profilo di Maria, che se ne stava immobile, collo sguardo fisso, in apparenza tranquilla. A che pensava la giovinetta? Dove guardava? Neppur ella avrebbe saputo dirlo; nella sua mente era una confusione di forme vaghe e mutevoli, come avviene a chi sia travagliato dalle visioni
Intanto il nostro Pasquale seguitava a mandar su e giù tratti disperati di pennello. La Madre Maddalena gli era passata daccanto, ed egli, tirandosi prontamente da un lato e cavatosi rispettosamente la berretta,
Questo pensando ancora in quel giorno, le occorse di rimirare più attentamente il legnaiuolo. Si addiede allora delle occhiate e dei versacci eloquenti di lui, e stette tra curiosa e stupefatta a guardarlo. Questo voleva Pasquale, che, seguitando cogli occhi e colle labbra le smorfie, colla destra mano a trar giù pennellate ficcò la manca tra le risvolte del suo giubberello e
Era una lettera, sì certamente; non poteva esserci inganno, e quella lettera era per lei.
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Il cuore le palpitò forte. Per la prima volta in sua vita ella usò un artifizio (del resto innocentissimo) volgendo gli occhi con aria sbadata ai monti lontani, poichè aveva veduto la Madre Maddalena dipartirsi dal suo viale ombroso per venire alla sua volta.
Mastro Pasquale capì da quel gesto che
- Figlia mia, questo sole vi farà male; - -disse la vecchia custode, in quella che andava verso Maria. - Siete rossa in volto come una brace.
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E così dicendo, prese,la mano alla vecchia e la baciò rispettosamente.
La Madre Maddalena aveva una bella mano, e
- Sia come volete, figliuola mia; - ripigliò. - Per me, amo meglio un
Ciò detto, rifece la sua strada, non senza ricevere un altro inchino dal legnaiuolo. Il quale, a mala pena
La fanciulla seguiva degli occhi tutti quei maneggi di mastro Pasquale, senza scorgere ancora in qual modo ella avrebbe potuto adoperarsi, per avere quel foglietto tra mani, così lontano
Ma il gobbo non era uomo da lasciare una impresa a mezzo. Posto il pennello a dormire nel pentolino, allungò le braccia ai due regoli maestri
Bravo Pasquale! Quello era un colpo maestro, ma bisognava compir
La vecchia monaca che lo vide giungere, e dovette cansarsi per lasciarlo passare si trattenne
- Avete già finito, maestro?
- Oh no, Madre reverendissima; alla mia età non si corre più tanto. Questa ci ha già la prima mano; ora mi metto attorno
- Bravo, bravo; lavorate senza posarvi.
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- Eh, come si fa? Bisogna pur dargliene, a tre femmine, sia detto con licenza di Vossignoria reverendissima. Quel che i miei due maschi guadagnano, basterebbe a mala pena pel pugno di sale; e il paiuolo brontola, quando non ci si butta nulla. -
La Madre Maddalena sorrise, come chi non ha più nulla a dire; e mise il piede innanzi, per continuare la sua passeggiata. Per tal modo ella avrebbe potuto scorgere la giovinetta
- A proposito, reverendissima, -
- Di che?
- Oh, Vossignoria fa le viste di non saperlo. Queste sante Madri vogliono sempre darsi molestia per me. Quella bottiglia di vino,
- E perchè?
- Perchè quella non è pasta
- Siete un buon marito, - interruppe la monaca, - e san Giuseppe vi aiuterà.
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- Fate, fate; - e così dicendo, la Madre Maddalena si messe in moto.
Pasquale non aveva più bisogno di lei, perchè aveva veduto colla coda
Ma in quella che la Madre Maddalena si muoveva per un verso lungo il viale e il gobbo legnaiuolo per
Che era egli avvenuto?
La giovinetta, come
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