I rossi e i neri/Secondo volume/XIII: differenze tra le versioni
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Ai nostri lettori, i quali non hanno dimenticato Lilla di Priamar, traveduta a mala pena dalle indiscrete pagine di un antico carteggio amoroso, non sarà discaro che li conduciamo ora in via del Campo, nota per la lapide infame di Giulio Cesare Vachero, e che entriamo in un palazzo di severa apparenza, dove abitava nel 1857 la vedova marchesa. Colà, per le necessità del nostro racconto, dobbiamo seguire il padre Bonaventura.
Intorno al quale egli è tempo che diciamo alcun che di più intimo. Due o tre passi del carteggio accennato ci hanno già fatto trapelare una parte della sua giovinezza, e per qual cagione riposta lo Spagnuolo, ferito nel cuore, avesse consacrato
Il salotto della marchesa di Priamar era un luogo assai malinconico, sebbene dagli affreschi della volta sorridessero ai visitatori mortali tutti gli dei
Da un lato del salotto e presso uno dei finestroni che abbiamo accennati,
Sottili le labbra e naturalmente chiuse, la dimostravano punto cedevole ai sensi, e di carattere imperioso. Due fasci di rughe finissime, che dalle tempie andavano restringendosi verso le occhiaie, erano, insieme coi capegli già largamente brizzolati, i soli indizi della guerra degli anni. Era pur cosa facile cancellare quella ingiuria del tempo! Ma, fosse noncuranza di animo tutto rivolto a cure celesti, o quintessenza di quella civetteria che è innata in tutte le donne, e si ficca perfino nelle pieghe del cappello insaldato
Vestiva infine severamente, di seta a cordelloni,
Superbo avanzo del passato, che vince soventi volte al paragone le più celebrate maraviglie del presente, ella era tuttavia una di quelle donne a cui tutti offrono il tacito omaggio di un alto stupore. Non è che si dimentichi
Senonchè, per simili donne il filtro è spesso
I lettori, rammentando la storia giovanile di Lilla e di Paris Montalto, ci noteranno di contraddizione. Ma aveva ella amato davvero? A noi pare più giusto il dire che era stata amata, che aveva ceduto, ma che subito, poichè non amava da senno, aveva badato a ritrarsi dal giuoco, ripigliandosi la posta. Tutto è lecito alle donne, e i giuocatori che lo sanno, le vedono di mal occhio sedersi al tappeto verde con essi.
E Lilla, che un giorno aveva creduto di amare, ma che non amava da senno, fu amata, adorata fino alla morte, da un povero esule. Bel sacrifizio di un nobile cuore ad un idolo muto! Se egli fosse sopravvissuto al marchese di Priamar se fosse tornato a lei, finalmente libera, chi sa?... Ma, vivi ambedue, il lontano si affacciava alla sua mente come la memoria
Nè vogliano reputarla cattiva i lettori; umana soltanto, nel senso che Terenzio ha dato al vocabolo,
La casa della marchesa di Priamar, come abbiam detto a suo luogo, era un ritrovo di gente posata, magistrati sputasentenze, dame contegnose, nobili parrucconi e simiglianti, tra i quali ella regnava, legittima Aspasia di quel fastoso consorzio. Le smancerie degli abati, le riguardose tenerezze dei vecchi Alcibiadi, le dicevano che era tenuta per bella; il che non guasta mai. Le dame anche più apertamente la decantavano bellissima, poichè non rapiva loro gli amanti, e la sua vanità femminile aveva largo tributo
Poco dopo il Montalto, anche il marito morì, rendendo alla terra un corpo pieno di acciacchi e alla marchesa la sua libertà. Vedova, ella giunse
E Bonaventura, frattanto, col suo segreto chiuso nel cuore, portava la catena
Triste cosa, facile a dirsi, come il nome scientifico di certe orride malattie, solo che
Scriviamo per lettori i quali intendono questi viluppi del cuore umano, e non ci fermeremo a distrigarli con sottigliezze psicologiche.
Ma il vecchio geloso aveva tutte le sottigliezze
La sera del 29 giugno,
Il colpo era audace; nella mente di un uffiziale della giustizia sarebbe stato agevole collegarlo con
Condotta da lui, indettata da lui, la dama di misericordia andò in quella notte in casa Salvani. Quel che avvenisse,
Il mattino vegnente, la fanciulla entrava di buon grado nel convento di San Silvestro, dove la superiora delle Clarisse
E la marchesa, intanto? Che cosa le aveva detto Bonaventura? Tutto e nulla. Le sue parole avevano fatto intendere alla marchesa
Quale aspra battaglia combattessero
E
- Ella si vergogna, - pensava il fiero Spagnuolo; - argomenta
Con questo fermo proposito, il padre Bonaventura, un giorno di settembre, metteva il piede nel salotto della marchesa di Priamar.
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