Fermo e Lucia/Tomo Primo/Cap VIII: differenze tra le versioni
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{{Qualità|avz=75%|data=9 novembre 2008|arg=Romanzi}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=[[Fermo e Lucia/Tomo Primo|Tomo Primo]] - Capitolo Ottavo<br />La fuga|prec=../Cap VII|succ=../../Tomo Secondo/Cap I}}
— Ton, ton, ton, ton, — i contadini appena corcati balzano a sedere sul letto: — che è? che è? La campana: fuoco? banditi? — Le donne pregano e consigliano i mariti di non si muovere, di lasciar correre gli altri: gli uomini si alzano dicendo: — vado soltanto alla finestra —: i garzoni caccian la testa dal fenile: i più curiosi e bravi sono già nella via colle forche e coi fucili: altri gl'imitano, e i poltroni come se si lasciassero vincere dalle preghiere ritornano al covile.▼
▲— Ton, ton, ton, ton, — i contadini appena corcati balzano a sedere sul letto: — che è? che è? La campana: fuoco? banditi? — Le donne pregano e consigliano i mariti di non si muovere, di lasciar correre gli altri: gli uomini si alzano dicendo: — vado soltanto alla finestra —: i garzoni caccian la testa dal fenile: i più curiosi e bravi sono già nella via colle forche e coi fucili: altri
Frattanto Perpetua che nelle ciarle s'era dimenticata di se stessa, ma che noi non abbiamo dimenticata, aveva inteso come un romore, un gridio, e aveva interrotto il discorso per avviarsi verso casa, cercando invano di rattenerla Agnese, la quale pure stava sulla corda non vedendo tornare nessuno; e all'udire quel gridìo fu pure presa da una grande inquietudine. Ma quando la campana a martello si fece udire, corsero entrambe verso la porta. Toni aveva finalmente ricolta la quitanza, e pigliando a tentone Gervaso nelle tenebre, aveva pigliata la porta e scendeva saltelloni dalla scala: Lucia pregava fievolmente Fermo di cavarla da quella caverna; e quando egli udì quel tocco funesto gli parve pure mill'anni d'esserne fuori, e trovò la porta come gli altri. Perpetua correndo affannata con Agnese, si abbattè in Toni e il fratello che uscivano, e gli assalì d'inchieste alle quali essi non dierono risposta, ed usciti nella via, s'avviarono a casa.▼
▲Frattanto Perpetua che nelle ciarle
Per buona sorte Fermo e Lucia usciti nella via, presero la strada opposta a quella donde veniva Perpetua, ed ella entrò a furia in casa senza vederli, e vi si chiuse. Agnese che guardando fiso gli aveva visti uscire, gli raggiunse, e tutti e tre voltarono in fretta, in silenzio, palpitando, il canto, e s'avviarono pure verso casa. Intanto la gente traeva da tutte le parti alla chiesa: già i più lesti erano entrati nel campanile e avevano inteso da Lorenzo che la gente era in casa del curato. Ma guardando al di fuori videro le porte chiuse, e tutto quieto: taluni però osservando più per minuto s'accorsero che una finestra era appena socchiusa e intravvidero per lo spiraglio la faccia lunga di Don Abbondio, il quale avendo sentita sgombrata la stanza vicina, e conoscendo cessato il pericolo, cominciava ad essere inquieto e malcontento del troppo soccorso. «Che cosa è stato?» domandò uno degli accorsi: «Sono fuggiti», rispose il curato, «tornate a casa, vi ringrazio». «Fuggiti, chi?» «Cattiva gente, cattiva gente, tornate a casa, non c'è più niente». Qui cominciarono risa di alcuni, rimbrotti di alcuni altri, domande dei sopravvegnenti, discorsi d'ogni genere. Lorenzo lasciata finalmente la corda uscì dalla Chiesa, e si pose in mezzo ai crocchj a render ragione dell'aver così messo a soqquadro tutto il paese. Ma in mezzo ai paesani si videro passare in ordine di battaglia alcuni armati e di sinistro aspetto: erano gli amici che abbiam già veduti all'osteria. A quelli che li vedevano nasceva sospetto che fossero banditi, e che per cagion loro si fosse suonato a stormo: chi si ritirava, chi si univa in crocchio, e già da molti si parlamentava del partito da prendersi.▼
▲Per buona sorte Fermo e Lucia usciti nella via, presero la strada opposta a quella donde veniva Perpetua, ed ella entrò a furia in casa senza vederli, e vi si chiuse. Agnese che guardando fiso gli aveva visti uscire, gli raggiunse, e tutti e tre voltarono in fretta, in silenzio, palpitando, il canto, e
Ma siccome coloro passavano senza molestare nessuno, e ad ogn'uomo che vedevano parevan dire: — tu non sei quello —, così nessuno volle gittare la prima pietra, e a poco a poco la folla svanì, ognuno si ritirò a casa, e Don Abbondio si rimase a schiamazzare con Perpetua.▼
▲Ma siccome coloro passavano senza molestare nessuno, e ad
Ma i tre personaggi che c'interessano nascondendosi quanto potevano, non rispondendo alle inchieste e fuggendo la folla erano sulla via che conduceva alla casa di Lucia; quando un garzoncello che andava guardando attentamente tutti quelli che passavano, al vederli, mise un sospiro che pareva volesse dire: — gli ho trovati una volta —; si pose dinanzi a loro, pigliò Agnese pel lembo della veste, e disse con voce bassa e affannata: «Tornate indietro per amor del cielo!» Era Menico, e fu tosto riconosciuto. «Perché?» dissero tutti e tre. «Indietro, indietro, vi dico non tornate a casa, venite al convento; così mi ha detto il padre Cristoforo». La proposta parve a tutti strana, e in altri momenti udendola da un Menico non vi avrebbero posto mente; ma nei momenti di confusione e di paura, tutti i consigli pajono buoni. Quelli ristettero: ma Menico continuava: «Venite con me pei viottoli, vi condurrò io, usciamo di qui, vi dirò tutto per istrada». «Ma la casa...» disse Agnese.▼
▲Ma i tre personaggi che
«Niente niente, venite con me, lo ha detto il Padre Cristoforo: Dio vi liberi dal tornare a casa». Essi seguirono il ragazzo, il quale in quel punto era più presente a sè che essi non fossero, ed entrati per una callajetta presero un viottolo, il quale, chi non si fosse curato di strada comoda, poteva condurre al convento.
Quantunque il lettore possa aver facilmente indovinato quale fosse il novo pericolo di Lucia, e donde il buon Frate ne avesse avuto
Don Rodrigo, come abbiam detto passeggiava a gran passi per la sala, le pareti della quale come ora diciamo erano coperte da grandi ritratti di famiglia. Quando Don Rodrigo si voltava ad un capo della sala, si mirava in faccia un suo antenato guerriero, terrore dei nemici, colle gambiere, colla corazza, coi bracciali, coi guanti, col cimiero di ferro, avente la mano manca posta sul fianco e la destra sullo spadone a foggia di bastone. Quando Don Rodrigo era sotto a questo antenato, e voltava, ecco in faccia un altro antenato, magistrato, terrore dei litiganti, seduto sur
Finalmente, per fare qualche cosa, chiamò un servo, e ordinò che facesse le sue scuse alla brigata, dicendo
Il Conte Attilio era giunto da poco; e fu servita la cena, alla quale Don Rodrigo pareva ancora alquanto sopra pensiero.
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«Questo è quello che si ha da vedere».
«Cugino, voi volete nascondervi da me: ma io ho capito tutto, e tanto son certo di aver vinta la scommessa, che son pronto a farne
«Che?...»
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«Questa pensata è veramente una delle vostre».
«Convertito, cugino, convertito, vi dico. Io per me ne godo: sapete che bella cosa sarebbe vedervi tutto compunto e cogli occhi bassi. E che gloria per quel padre! Come sarà tornato a casa pettoruto! Non son mica pesci che si pigliano ogni giorno e con ogni rete. Siate certo che vi citerà per esempio; e quando andrà a far qualche missione un
«Basta basta», interruppe Don Rodrigo mezzo sogghignando, e mezzo arrovellato. «Se volete raddoppiar la scommessa, io son pronto».
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«Non mi parlate di colui: e quanto alla scommessa, aspettate san Martino».
La curiosità del Conte era stuzzicata; egli non fece risparmio
Ma quando Don Rodrigo si svegliò al mattino susseguente, di tutte le passioni che si erano combattute nel suo animo non vi rimaneva altra che il desiderio di soddisfarsi.
Quel poco di compugnimento, che il colloquio del padre Cristoforo aveva messo addosso, era svanito insieme coi sogni della notte, e la memoria stessa di averlo sentito non serviva che a raddoppiargli la stizza. Le sensazioni posteriori a quel colloquio, il passeggio coi bravi,
I nostri tre fuggitivi camminarono qualche tempo in silenzio, dietro il loro picciolo guidatore, il quale superbo di andar così di notte, per un affare, come un uomo, superbo di essere nella brigata, quello che dava consiglio, che avvisava al da farsi, che rincorava, che aveva la mente più riposata, guardava attentamente la via, scegliendo i tratti più brevi, e i più fuor di mano, e rivolgendosi alle rivolte con aria
Avevano fatto un terzo circa della via, ed erano lontani dal paese, tanto che guardando indietro non si vedevano più i radi lumi delle lucerne che le donne sporgevano dalle finestre ponendovi la mano sopra di traverso per non esser vedute e per mandar la luce sulla via per dove tornavano a casa gli uomini a subire un interrogatorio: e nessuno dei tre aveva ancora avuto animo di comunicare agli altri i pensieri che lo agitavano:
«Come!» rispose con un poco di stizza e di albagia, Menico: «come! sentirete, sentirete or ora dal Padre Cristoforo. Buon per voi che io vi abbia saputi trovare. Guaj se andavate a casa: mi ha detto il Padre, che doveste uscirne subito subito, e temeva
Finalmente per viottoli di campi, e per selve senza sentiero giunsero i viaggiatori ad un torrente che dal monte chiamato Resegone scende
«Adesso vedrete», disse Menico sottovoce: si affacciò alla porta della chiesa, la sospinse dolcemente, e quella in fatti si aperse, e la luna, entrando per lo spiraglio illuminò la barba
— Vedete un
«Omnia munda mundis» disse impetuosamente volgendosi a Fra Fazio, e dimenticando che Fra Fazio non sapeva il latino. Ma questa dimenticanza fu appunto quella che ottenne
Il Padre Cristoforo si pose ginocchioni ad orare un momento; e tutti lo imitarono: quindi levato: «Figliuoli miei», disse, «Iddio non vi vuole ancora in riposo, ma voi avete un segno della sua protezione, e
Rimaneva da pensare alla custodia delle case, le quali erano prive dei loro custodi naturali. Le chiavi furono consegnate al Padre: quelle di Agnese per esser date in mano
I viaggiatori partivano quasi brulli di denaro: ma avevano dei risparmj in casa; indicarono al Padre il luogo del deposito, ed egli promise di far loro tenere il tutto sicuramente e presto. Finalmente con voce commossa, e contenendo le lacrime: «Dio sia con voi», disse: «partite senza ritardo: il cuore mi dice che ci rivedremo presto».
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Certo, il cuore, chi gli dà retta, ha sempre qualche cosa da dire. Ma che sa egli il cuore? Appena un poco di quello che è già accaduto.
Il sagrestano aperse la porta, commosso
Il lago era sgombro, non soffiava un respiro di vento, e la superficie
Addio, monti posati sugli abissi
Ma questi sono piccioli dolori.
La barca giunta alla riva, urtando
A giorno fatto giunsero al luogo della fermata; e discesero ad una osteria dove li condusse la loro guida, la quale pose a riposare il suo cavallo, per ritornarsene, e ricusò pure ogni pagamento. Qui Fermo avrebbe voluto sostare almeno tutta la giornata, ma Agnese e Lucia lo persuasero a partire, ed egli partì, tutto incerto
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