Decameron/Giornata ottava/Novella quinta: differenze tra le versioni
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{{Qualità|avz=75%|data=20 dicembre 2008|arg=Novelle}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=[[Decameron/8a giornata|Ottava giornata]]<br/>Novella Quinta|prec=../Novella Quarta|succ=../Novella Sesta}}
''Tre giovani traggono le brache ad un giudice marchigiano in Firenze, mentre che egli, essendo al banco, teneva ragione.''
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Per la qual cosa egli prestamente rispose sè essere apparecchiato, e cominciò.
Dilettose donne, il giovane che Elissa poco avanti nominò, cioè Maso del Saggio, mi farà lasciare stare una novella la quale io di dire intendeva, per dirne una di lui e
Come voi tutte potete avere udito, nella nostra città vengono molto spesso rettori marchigiani, li quali generalmente sono uomini di povero cuore e di vita tanto strema e tanto misera, che altro non pare ogni lor fatto che una pidocchieria; e per questa loro innata miseria e avarizia, menan seco e giudici e notai, che paion uomini levati più tosto dallo aratro o tratti dalla calzoleria, che delle scuole delle leggi.
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Ora, essendovene venuto uno per podestà, tra gli altri molti giudici che seco menò, ne menò uno il quale si facea chiamare messer Niccola da San Lepidio, il qual pareva più tosto un magnano che altro a vedere, e fu posto costui tra gli altri giudici ad udire le quistion criminali.
E come spesso avviene che, bene che i cittadini non abbiano a fare cosa del mondo a Palagio, pur talvolta vi vanno, avvenne che Maso del Saggio una mattina, cercando
Per che, senza star troppo a guardarle, lasciato quello che andava cercando, incominciò a far cerca nuova, e trovò due suoi compagni,
- Se vi cal di me, venite meco infino a Palagio, ché io vi voglio mostrare il più nuovo squasimodeo che voi vedeste mai.
E con loro andatosene in Palagio, mostrò loro questo giudice e le brache sue. Costoro dalla lungi cominciarono a ridere di questo fatto, e fattisi più vicini alle panche sopra le quali messer lo giudice stava, vider che sotto quelle panche molto leggiermente si poteva andare, e oltre a ciò videro rotta
E allora Maso disse
- Io voglio che noi gli traiamo quelle brache del tutto, per ciò che si può troppo bene.
Aveva già ciascun
- Messer, o messere; io vi priego per Dio, che, innanzi che cotesto ladroncello, che
Ribi
- Messere, non gli credete, ché egli è un ghiottoncello, e perché egli sa che io son venuto a richiamarmi di lui
Maso
- Messer, voi fate villania a non farmi ragione, e non volermi udire, e volervene andare altrove; di così piccola cosa, come questa è, non si dà libello in questa terra; - e tanto in queste parole il tennero per li panni, che quanti nella corte
Ribi, parendogli di aver assai fatto, disse:
- Io fo boto a Dio
E Maso
- No, io ci pur verrò tante volte, che io vi troverrò così impacciato come voi siete paruto stamane; - e
Messer lo giudice, tirate in su le brache in presenza
Il podestà
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