Decameron/Giornata quinta/Novella terza: differenze tra le versioni
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{{Qualità|avz=75%|data=20 dicembre 2008|arg=Novelle}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=[[Decameron/5a giornata|Quinta giornata]]<br/>Novella Terza|prec=../Novella Seconda|succ=../Novella Quarta}}
''Pietro Boccamazza si fugge con l'Agnolella; truova ladroni; la giovane fugge per una selva, ed è condotta ad un castello; Pietro è preso e delle mani de' ladroni fugge, e dopo alcuno accidente, capita a quel castello dove l'Agnolella era, e sposatala con lei se ne torna a Roma.''▼
▲''Pietro Boccamazza si fugge con
Niuno ne fu tra tutti che la novella d'Emilia non commendasse; la qual conoscendo la reina esser finita, volta ad Elissa, che ella continuasse le 'mpose. La quale, d'ubbidire disiderosa, incominciò.▼
▲Niuno ne fu tra tutti che la novella
A me, vezzose donne, si para dinanzi una malvagia notte da due giovanetti poco discreti avuta; ma, per ciò che ad essa seguitarono molti lieti giorni, sì come conforme al nostro proposito, mi piace di raccontarla.
In Roma, la quale, come è oggi coda, così già fu capo del mondo, fu un giovane, poco tempo fa, chiamato Pietro Boccamazza, di famiglia tra le romane assai onorevole, il quale
Pietro, veggendosi quella via impedita per la qual sola si credeva potere al suo disio pervenire, volle morir di dolore; e se Gigliuozzo
Ora avvenne che, non essendo a Pietro troppo noto il cammino, come forse otto miglia da Roma dilungati furono, dovendo a man destra tenere, si misero per una via a sinistra. Né furono guari più di due miglia cavalcati, che essi si videro vicini ad un castelletto, del quale, essendo stati veduti, subitamente uscirono da dodici fanti. E già essendo loro assai vicini, la giovane gli vide, per che gridando disse:
- Pietro, campiamo, ché noi siamo assaliti; - e come seppe, verso una selva grandissima volse il suo ronzino; e tenendogli gli sproni stretti al corpo, attenendosi
Pietro, che più al viso di lei andava guardando che al cammino, non essendosi tosto come lei de fanti che venieno avveduto, mentre che egli senza vedergli ancora andava guardando donde venissero, fu da loro sopraggiunto e preso e fatto del ronzino smontare; e domandato chi egli era, e avendol detto, costor cominciaron fra loro ad aver consiglio e a dire: - Questi è degli amici
Il quale spogliandosi, già del suo male indovino, avvenne che un guato di ben venticinque fanti subitamente uscì addosso a costoro gridando: - Alla morte, alla morte! - Li quali soprappresi da questo, lasciato star Pietro, si volsero alla lor difesa; ma, veggendosi molti meno che gli assalitori, cominciarono a fuggire, e costoro a seguirgli. La qual cosa Pietro veggendo, subitamente prese le cose sue e salì sopra il suo ronzino e cominciò quanto poteva a fuggire per quella via donde aveva veduto che la giovane era fuggita. Ma, non vedendo per la selva né via né sentiero, né pedata di caval conoscendovi, poscia che a lui parve esser sicuro e fuor delle mani di coloro che preso
Andò adunque questo Pietro sventurato tutto il giorno per questa selva gridando e chiamando, a tal ora tornando indietro che egli si credeva innanzi andare; e già, tra per lo gridare e per lo piagnere e per la paura e per lo lungo digiuno, era sì vinto, che più avanti non poteva.
E vedendo la notte sopravvenuta, non sappiendo che altro consiglio pigliarsi, trovata una grandissima quercia, smontato del ronzino a quella il legò, e appresso, per non essere dalle fiere divorato la notte, su vi montò; e poco appresso levatasi la luna e
La giovane fuggendo, come davanti dicemmo, non sappiendo dove andarsi, se non come il suo ronzino stesso dove più gli pareva ne la portava, si mise tanto fra la selva, che ella non poteva vedere il luogo donde in quella entrata era; per che, non altramenti che avesse fatto Pietro, tutto
Alla fine, veggendo che Pietro non venia, essendo già vespro,
Li quali, quando la videro sola, dissero:
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A cui il buono uomo rispose:
- Figliuola mia, questa non è la via
Disse allora la giovane:
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Disse la giovane allora:
-
Il buono uomo rispose:
- Giovane, che tu con noi ti rimanga per questa sera
La giovane, veggendo che
- Se a Dio piacerà, egli ci guarderà e voi e me di questa noia, la quale, se pur
E così detto, discesa del suo ronzino, se
Ed essendo già vicino al matutino, ella sentì un gran calpestio di gente andare; per la qual cosa, levatasi, se
Il buono uomo, non vedendo la giovane, rispose:
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- Adunque, - disse il maggior della brigata - sarà egli buon per noi, poi che altro signor non ha.
Sparti adunque costoro tutti per la piccola casa, parte
La brigata chi qua e chi là, cotti lor cavretti e loro altra carne, e mangiato e bevuto,
- Che fu della nostra giovane che iersera ci capitò, che io veduta non la ci ho poi che noi ci levammo?
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La giovane, sentendo coloro esser partiti, uscì del fieno; di che il buono uomo forte contento, poi che vide che alle mani di coloro non era venuta, e faccendosi già dì, le disse:
- Omai che il dì ne viene, se ti piace, noi
La giovane, datasi pace di ciò, gli pregò per Dio che al castello la menassero; per che entrati in via, in su la mezza terza vi giunsero.
Era il castello di uno degli Orsini, lo quale si chiamava Liello di Campo di Fiore, e per ventura
La donna, che cognoscea similmente Pietro, sì come amico del marito di lei, dolente fu del caso avvenuto; e udendo dove stato fosse preso,
Disse adunque alla giovane:
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- Poi che così è che di Pietro tu non sai, tu dimorerai qui meco infino a tanto che fatto mi verrà di potertene sicuramente mandare a Roma.
Pietro, stando sopra la quercia quanto più doloroso esser potea, vide in sul primo sonno venir ben venti lupi, li quali tutti, come il ronzin videro, gli furon dintorno. Il ronzino sentendogli, tirata la testa, ruppe le cavezzine e cominciò a volersi fuggire; ma essendo intorniato e non potendo, gran pezza
Ed essendo già vicino al dì, morendosi egli sopra la quercia di freddo, sì come quegli che sempre dattorno guardava, si vide innanzi forse un miglio un grandissimo fuoco; per che, come fatto fu il dì chiaro, non senza paura della quercia disceso, verso là si dirizzò, e tanto andò che a quello pervenne; dintorno al quale trovò pastori che mangiavano e davansi buon tempo, dà quali esso per pietà fu raccolto. E poi che egli mangiato ebbe e fu riscaldato, contata loro la sua disaventura e come quivi solo arrivato fosse, gli domandò se in quelle parti fosse villa o castello, dove egli andar potesse.
I pastori dissero che ivi forse a tre miglia era un castello di Liello di Campo di Fiore, nel quale al presente era la donna sua; di che Pietro contentissimo gli pregò che alcuno di loro infino al castello
Egli si struggeva tutto
La gentil donna, raccoltolo e fattogli festa, e avendo da lui ciò che intervenuto gli era udito, il riprese molto di ciò che contro al piacer
- Se pure questo
Pietro lietissimo, e
Poi, ivi a parecchi dì, la donna insieme con loro, montati a cavallo e bene accompagnati, se ne tornarono a Roma; dove, trovati forte turbati i parenti di Pietro di ciò che fatto aveva, con loro in buona pace il ritornò; ed esso con molto riposo e piacere con la sua Agnolella infino alla lor vecchiezza si visse.
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